Prezzo gas, Germania apre al tetto. Cosa cambia in Europa

L'annuncio della presidente della Commissione europea von der Leyen: "Stiamo lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell'energia elettrica".

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato: 30 Agosto 2022 09:44

La misura voluta soprattutto dal governo italiano targato Mario Draghi – un tetto del prezzo del gas a livello comunitario – potrebbe ora divenire realtà. Se alcuni paesi nordici restano contrari, va infatti registrata l’apertura della Germania, in grosse difficoltà di approvvigionamento in vista dell’inverno imminente. Nel messaggio c’è la disponibilità di Berlino di discutere, il prossimo 9 settembre, alla riunione straordinaria del Consiglio dei ministri dell’Energia, anche del price cap, così come della possibilità di slegare il prezzo dell’elettricità da rinnovabili da quello del gas.

La notizia del messaggio del ministro tedesco è rimbalzata a Palazzo Chigi, dove ieri si è tenuta una riunione tra il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Roberto Garofoli e i ministri Daniele Franco e Roberto Cingolani, i più interessati al dossier. Ma da Palazzo Chigi invitano alla prudenza: “Non c’è ancora nulla, è prematuro parlare di un risultato”, precisano dallo staff del premier Mario Draghi all’Adnkronos.

Parlare di una riforma strutturale del mercato elettrico vuol dire invece, e anche in questo caso la proposta porta la firma italiana di Mario Draghi, separare i prezzi del gas da quelli dell’elettricità. Se il prezzo dell’energia elettrica si formasse con meccanismi autonomi, sarebbe anche più semplice gestire il mercato quando la transizione verso le rinnovabili sarà effettivamente compiuta.

Crisi gas, i piani europei per ridurre i consumi

Il rischio per il 2022 è quello di dover vivere entrambe le facce nere di una medaglia che si propone ogni anno. Dopo un’estate di caldo torrido, infatti, l’Europa si sta preparando a vivere un possibile inverno al freddo, per mitigare gli effetti del conto energetico schizzato alle stelle. Davanti a un costo record di 239 euro al megawattora al Ttf di Amsterdam del prezzo del gas che l’anno scorso invece costava 25, i Paesi europei sono pronti a correre ai ripari (qui vi abbiamo parlato delle alternative per scaldarsi spendendo meno).

Tra i primi a muoversi con dei pacchetti che partiranno già da subito ci sono i tedeschi, che nelle prossime settimane attueranno le prime misure per ridurre i consumi elettrici. Per esempio, dal 1° settembre la temperatura massima per il riscaldamento negli edifici pubblici sarà di 19 gradi, mentre in corridoi, foyer ed aree di transito resteranno spenti. Il calore verrà limitato fino a 12 gradi dove i dipendenti svolgono un lavoro fisico intenso. Un altro modo di ridurre i consumi, in Germania, è quello del divieto dell’illuminazione notturna degli edifici, con le insegne luminose che dovranno essere spente dalle 22 alle 6.

Stop alle insegne luminose e alle pubblicità anche in Francia. Il governo transalpino, infatti sarebbe pronto a varare un pacchetto di misure che conterrebbe il divieto della pubblicità luminosa tra l’1 di notte e le 6 del mattino, ma anche porte chiuse nelle attività commerciali riscaldate o climatizzate per evitare la dispersione.

In Spagna, Paese meno dipendente di altri dalle importazioni di gas russo, da inizio agosto sono in vigore alcune misure di contenimento dei consumi energetici come le luci delle vetrine spente dalle 22 e le porte dei negozi tenute chiuse per non disperdere l’aria condizionata che non deve scendere sotto i 27 gradi.

In Portogallo è invece in corso un dibattito sulle misure da mettere in campo con la Cpp, la sigla che riunisce i commercianti, che ha aperto all’ipotesi di una riduzione dell’orario di apertura dei negozi, tra la domenica ed il giovedì, ad eccezione di cinema e ristoranti. Una sorta di lockdown energetico che potrebbe riguardare anche l’Italia.

Von der Leyen e la riforma del mercato energetico

Un piano per mettere un freno all’impennata del costo dell’energia in Europa. Ad annunciarlo la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, intervenendo al Forum Bled in Slovenia. L’Unione europea sta pianificando misure urgenti, fa sapere: “I prezzi dell’elettricità alle stelle stanno ora mettendo in evidenza, per diversi motivi, i limiti del nostro attuale disegno del mercato elettrico” che “è stato sviluppato in circostanze completamente diverse e per scopi completamente diversi”. “Ecco perché ora stiamo lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’energia elettrica”, ha aggiunto.

“Dobbiamo prepararci a una potenziale interruzione totale del gas russo”, ha ribadito Von der Leyen, ricordando quanto fatto finora. “Stiamo diversificando i nostri fornitori alla velocità della luce: la fornitura di gas da fonti diverse dalla Russia è aumentata di 31 miliardi di metri cubi da gennaio di quest’anno e questo compensa i tagli russi. Stiamo anche riducendo in modo sostanziale il nostro fabbisogno di gas importato e per questo abbiamo chiesto agli Stati membri di ridurre il consumo di gas del 15%”.

Quello che resta da fare è però molto più significativo: “Porre fine alla nostra dipendenza dai combustibili fossili russi è solo il primo passo. L’aumento vertiginoso dei prezzi shoppingmode dell’elettricità sta mettendo a nudo i limiti shoppingmode dell’attuale struttura del mercato elettrico, che è stato sviluppato per circostanze diverse. Per questo stiamo lavorando a un intervento di emergenza e a una riforma strutturale del mercato dell’elettricità”. In queste parole ci sono le due novità sostanziali.