Temu, il colosso dell’e-commerce perde 55 miliardi in un giorno: ancora in crisi l’economia cinese

PDD Holdings, che gestisce Temu, ha vissuto il peggior giorno di sempre in Borsa, a seguito dei deludenti risultati

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 27 Agosto 2024 22:40

I ricavi deludenti del secondo trimestre e una previsione particolarmente negativa hanno fatto crollare ieri a Wall Street le azioni di Pdd Holdings, il gigante cinese dell’e-commerce che commercializza prodotti made in China a basso prezzo tramite le app Pinduoduo nel mercato domestico e Temu all’estero.

Il titolo ha subito una perdita del 28,5%, scendendo a 100 dollari e riducendo la capitalizzazione di mercato di 55 miliardi di dollari. Nonostante Pdd Holdings abbia registrato un incremento dei ricavi dell’86%, raggiungendo i 13,4 miliardi di dollari, e un utile di 4,4 miliardi di dollari, con una crescita del 144% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, questi risultati non sono stati sufficienti a compensare le preoccupazioni degli investitori.

Affonda anche l’uomo più ricco della Cina

Le difficoltà di Pdd derivano principalmente dalle “nuove sfide legate ai cambiamenti nella domanda dei consumatori, all’intensificazione della concorrenza e alle incertezze globali”, come indicato dalla direzione, con questi fattori che continueranno probabilmente a influenzare negativamente i risultati finanziari nel breve termine. Il co-fondatore Chen Lei ha ammesso che l’attuale percorso della società non è sostenibile, soprattutto con la concorrenza di grandi nomi come TikTok di ByteDance e Alibaba Group, che cercano di attrarre consumatori attenti al budget.

A farne le spese è stato anche il fondatore di Pdd Holdings, Colin Huang. La sua breve era come uomo più ricco della Cina, che era stata alimentata dalla corsa in Borsa proprio di Pdd Holdings, è durata solo diciotto giorni. In una sola seduta infatti, il valore delle sue azioni è crollato di 14 miliardi di dollari, scendendo a 35 miliardi, con Huang, un ex ingegnere di Google di 44 anni con un talento per la matematica fin da giovane, che ha visto ridursi drasticamente la sua fortuna.

Le altre aziende in Cina che sono in crisi

“Ci troviamo di fronte a nuove sfide a causa dei cambiamenti nella domanda dei consumatori, dell’intensificarsi della competizione e delle incertezze globali,” ha dichiarato Chen Lei. Tuttavia, come riportato da Bloomberg, ha espresso fiducia nella resilienza dei consumi in Cina a lungo termine.

Ma il rallentamento di Temu e Pinduoduo (l’equivalente di Temu per le vendite in Cina) è un ulteriore indicatore delle difficoltà dell’economia di Pechino, che fatica a riprendersi. Questo scenario potrebbe portare a una perdita di sostegno non solo dalla domanda interna di beni di fascia alta, ma anche da quella di articoli a basso costo, che attirano i consumatori con budget limitati e particolarmente attenti ai prezzi.

Segnali di preoccupazione per l’economia cinese sono arrivati anche da altri grandi gruppi del consumo, come Starbucks, che ha registrato una diminuzione delle vendite in Cina del 14% nel secondo trimestre. Anche la catena di fast food Din Tai Fung, molto popolare nel Paese, ha annunciato questa settimana la chiusura di oltre una dozzina di punti vendita. Le previsioni negative di Pdd Holdings hanno contribuito a una debolezza generale delle Borse cinesi, che hanno raggiunto i minimi dal febbraio scorso. Shenzhen ha perso l’1,3%, Hong Kong lo 0,6% e Shanghai lo 0,2%, mentre le azioni di concorrenti come Alibaba e JD.com hanno chiuso la seduta a Hong Kong con cali rispettivamente del 4% e del 3,7%.