Governo e imprese si incontrano oggi per cerecare di trovare una soluzione che tenga insieme lo stop al Superbonus 110% e le esigenze delle imprese edili, molte delle quali a rischio fallimento in seguito al blocco dei crediti, oitre che delle famiglie. Nel pomeriggio a palazzo Chigi il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Alfredo Mantovano avrà un vertice con i presidenti dell’Ance Federica Brancaccio, di Confindustria Carlo Bonomi, di Confedilizia Giorgio Spaziani Testa, di Confapi Cristian Camisa e dell’alleanza delle Cooperative Italiane Maurizio Gardini.
L’ipotesi cartolarizzazioni
Potrebbero essere le cartolarizzazioni lo strumento in grado di disinnescare il confronto – interno anche alla maggioranza – in atto dopo l’annuncio dello stop alla cessione dei crediti nell’ambito del Superbonus.
Con la cartolarizzazione – strumento già ampiamente utilizzato per i crediti deteriorati dopo la crisi del 2008 – i bonus maturati con le ristrutturazioni edilizie, fatte con il Superbonus, verrebbero racchiusi in un prodotto finanziario, che sarebbe collocato sul mercato attraverso una società veicolo costituita ad hoc. Una iniziativa del genere è stata testata a fine 2022 da VeryFastPeople, società che si occupa di consulenza personalizzata per gli amministratori condominiali, che ha concluso un accordo con una primaria banca italiana per la cartolarizzazione di crediti relativi proprio al Superbonus 110% e al Sisma Bonus.
Il primo a parlare di una possibile cartolarizzazione dei crediti è stato il capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, Tommaso Foti, che ad Agora’ su Rai 3 l’ha definita “una strada percorribile” a fronte di “una misura drastica”, adottata in una situazione, che “è andata degenerando”. Gli ha fatto eco Alfredo Antoniozzi vicepresidente del gruppo parlamentare di Fratelli d’Italia alla Camera spiegando che “sul superbonus valutiamo modifiche con gli alleati, tra i quali quelli della cartolarizzazione dei crediti”.
La proposta del terzo polo
Su posizioni diverse dal resto dell’opposizione, il terzo polo aveva plaudito alle scelte del governo sul Superbonus, ora Luigi Marattin avanza due proposte: la prima è di “spostare dal 17 febbraio al 30 marzo la data entro la quale avere Cilas e delibera di condominio per poter accedere alla cessione del credito”, così, da “dar modo a chi aveva già programmato i lavori di usufruire del regime che lo Stato gli aveva promesso”, la seconda è di “liberare capienza fiscale per le banche, consentendoloro di compensare i crediti attualmente in pancia con gli F24 della clientela”.
Tregua con Forza Italia
Se il rapporto tra Giorgia Meloni e Silvio Berlusconi è ai minimi termini, sulla questione è stata decisa una tregua proprio per non mettere in fibrillazione il governo. “In merito alla questione del Superbonus, che sta creando agitazione tra le categorie ed ha provocato reazioni anche da parte dei nostri gruppi parlamentari, voglio ricordare che si tratta di una misura adottata dal Governo Conte, il governo degli indistinti bonus a pioggia, soggetti a continue modifiche ed interpretazioni che hanno provocato un clima di costante incertezza per le imprese interessate”, dice il leader di Forza Italia.
Il decreto sul superbonus era “indispensabile” per evitare che “saltassero i conti pubblici”, ma ora in Parlamento si può lavorare “per far sì che il testo sia migliorato”, dice il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Ma ora, secondo il ministro, “in Parlamento si può cercare di individuare qualche soluzione che possa per agevolare famiglie e imprese. Lavoreremo con i nostri parlamentare alla Camera e al Senato per far sì che, anche dopo l’incontro con le categorie produttive, il testo possa essere migliorato”. Intanto, insiste Tajani, “abbiamo impedito che ci fosse un problema per conti pubblici”.