Gli ultimi dati sull’economia del Sud Italia segnalano un rallentamento della crescita straordinaria registrata dalle regioni meridionali del nostro Paese nel 2023. Le cifre restano comunque positive, ma si tratta di numeri in linea con la media nazionale. Un risultato comunque buono per una zona che tende da decenni a crescere meno del resto della Penisola, ma che spengono le speranze di un recupero, anche solo parziale, rispetto al Centro e al Nord.
Nel 2023 il Sud aveva vissuto un momento di crescita più forte del normale e migliore rispetto al resto del Belpaese, attestandosi oltre il punto percentuale in maniera stabile. Si trattava però di dati rafforzati dagli interventi del Pnrr, che si concentravano nelle regioni meridionali.
Il Sud rientra nella media nazionale: Pil all’1% nel 2024
Secondo i dati riportati nello studio Panorama economico di mezz’estate del Mezzogiorno del Centro studi Srm, collegato a Intesa Sanpaolo, il 2024 segnerà la fine della crescita più marcata del Sud rispetto al resto del Paese.
Quest’anno infatti l’aumento del prodotto interno lordo delle regioni meridionali dell’Italia si stabilizzerà attorno all’1%, in linea con quello del Centro e del Nord, nonché con la media nazionale.
Alcuni dati sono però ancora positivi rispetto alle altre aree e segnalano una crescita piuttosto sostenuta del tessuto imprenditoriale. Le nuove aziende nei primi due trimestri del 2024 sono cresciute del 4%, rispetto a una media nazionale del 3,3%.
Anche l’occupazione di conseguenza aumenta ancora più che nel resto del Paese, con un +3,1% che rimane a un punto percentuale dal dato italiano medio.
Anche gli investimenti dimostrano un miglioramento strutturale e puntano in maggioranza a un miglioramento degli strumenti a disposizione delle aziende in modo da far crescere la produttività. Il restante terzo, il 34% per la precisione, si concentra invece sull’innovazione, specialmente per quanto riguarda la sostenibilità e il digitale.
Lo straordinario 2023 del Sud Italia
Il 2023 è stato un anno molto positivo per il Sud Italia. Il Pil delle regioni meridionali ha superato la media italiana, stabilizzandosi sull’1,3% quando il resto del Paese si era fermato allo 0,9%. Una circostanza quasi unica nella storia recente dell’Italia, che ha sempre visto il Sud perdere terreno soprattutto rispetto alle zone più industrializzate nel Nord.
La ragione di questa crescita non è però strutturale. Secondo buona parte degli osservatori infatti, la principale spinta all’aumento di Pil italiano deriva dal Pnrr e quindi dagli ingenti fondi europei che hanno finanziato una serie di investimenti in infrastrutture e riforme. Buona parte di questi interventi si è concentrata al Sud, dando quindi un maggior slancio alla crescita rispetto al resto del Paese.
Il rapporto di Srm sottolinea questo aspetto, ponendo però l’attenzione anche sul fatto che i massicci investimenti europei possano essere l’occasione che il Sud aspettava se non per recuperare, almeno per rimettersi in linea con il resto del Paese.
I problemi rimangono molti, soprattutto a livello infrastrutturale ma anche demografico, con un calo della popolazione dovuto anche alle migrazioni interne. L’obiettivo però deve essere quello di mantenere i risultati del 2024 anche in futuro, per fermare l’allargamento del gap con il Nord.