Fiat 500 a Mirafiori e Jeep Compass a Melfi: il futuro degli stabilimenti italiani Stellantis

Stellantis farà ripartire la produzione di 500 ibride a Mirafiori e Jeep Compass a Melfi: cambio di strategia sugli stabilimenti italiani

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

L’amministratore delegato di Stellantis, Carlos Tavares, ha annunciato due importanti cambiamenti nella produzione industriale delle automobili del gruppo in Italia. Saranno interessati sia l’impianto torinese di Mirafiori che quello lucano di Melfi. Nel primo si tornerà a produrre auto con motori a combustione, in particolare la 500 ibrida, a partire dal 2026. Per il secondo invece è stata confermata l’assegnazione della nuova Jeep Compass.

Questi annunci suggeriscono la possibilità di un cambiamento nella strategia di Stellantis in Italia. Da anni il gruppo stava, infatti, riducendo la propria presenza nel Paese di origine di alcuni dei suoi marchi più importanti. La transizione verso l’elettrico stava inoltre mettendo in difficoltà centinaia di aziende dell’indotto, particolarmente sviluppato a causa di una tendenza da parte della società a esternalizzare porzioni sempre più ampie della produzione.

Stellantis conferma Jeep Compass a Melfi

Il gruppo Stellantis, che controlla i marchi automobilistici italiani dell’ex gruppo Fiat, oltre a Jeep, Citroen e Peugeot, nonché tutti gli stabilimenti che producono vetture in Italia, ha annunciato che nella fabbrica di Melfi, in Basilicata, sarà prodotta la nuova Jeep Compass ibrida. Melfi è uno degli stabilimenti più grandi d’Italia, con 8.000 operai e circa 4.000 persone coinvolte nell’indotto. Soddisfazione da parte dei sindacati, che aspettavano l’annuncio.

Finalmente è stata ufficializzata la Jeep Compass a Melfi. Si avvicina la fine del tunnel per i lavoratori dello stabilimento lucano. Ora il governo ci convochi in tempi brevi per definire le misure di sostegno all’industria nazionale e si varino misure straordinarie per i lavoratori dell’indotto per permettere anche a loro l’uscita dalla crisi” ha affermato Roberto di Maulo, segretario generale della Fismic, il principale sindacato della fabbrica lucana.

L’annuncio è stato fatto dall’amministratore delegato del gruppo Carlos Tavares in concomitanza con un’altra importante novità per uno stabilimento storico di Fiat in Italia, quello torinese di Mirafiori. A Melfi si produce Jeep Compass dal 2019, ma da inizio anno si erano verificate circa 500 uscite di operai in una traiettoria simile a quella delle altre grandi fabbriche Stellantis in Italia. Il rinnovo della produzione di auto ibride nel nostro Paese risponde ad alcune esigente dei sindacati e dei lavoratori, che da mesi chiedevano una strategia più efficace rispetto a quella attualmente messa in atto dal gruppo, che puntava sull’elettrico e su una progressiva riduzione della forza lavoro.

Il ritorno dei motori a combustione a Mirafiori

L’annuncio del rinnovo della produzione di Jeep Compass a Melfi è arrivato in concomitanza con un’altra comunicazione simile ma meno attesa. Tavares ha infatti reso pubblica l’intenzione di Stellantis di produrre Fiat 500 ibrida nell’impianto torinese di Mirafiori a partire dal 2026. L’attesa sarà necessaria per aggiornare le linee di produzione della fabbrica, in questo momento quasi interamente concentrata sulla motorizzazione elettrica.

Mirafiori, infatti, avrebbe dovuto diventare il principale polo di produzione della prima auto interamente elettrica mai presentata da Fiat. Nel 2023 la grande crescita delle vendite nel comparto delle vetture a batteria aveva alimentato le speranze per una rinascita dell’impianto da anni in difficoltà, nonostante l’indotto generatosi attorno ai motori a combustione stesse soffrendo molto la transizione. Dall’inizio del 2024, però, la domanda di veicoli elettrici è crollata al venir meno di molti incentivi statali, che hanno comportato un aumento del prezzo delle vetture per i consumatori.

Così il ritmo della produzione dell’impianto torinese è rallentato bruscamente, portando a diverse misure consecutive di ammortizzatori sociali fin da gennaio. In questo momento molti dipendenti hanno firmato contratti di solidarietà per scongiurare, almeno fino a settembre, i licenziamenti. Da anni Stellantis non assume più operai nei propri stabilimenti italiani, in particolare a Mirafiori, nemmeno per sostituire quelli che vanno in pensione. Secondo i sindacati, in 7 anni circa non ci saranno più operai nella fabbrica torinese se non avverrà un cambio di passo da parte del gruppo.

Nonostante il ritorno dei motori a combustione a Mirafiori sia stato accolto come una buona notizia da parte di sindacati e indotto, la scelta presenta ancora alcuni dubbi. La produzione partirà nel 2026, solo 9 anni prima che le nuove normative europee impongano la fine delle vendite delle auto che emettono gas serra per circolare, incluse quelle ibride. Il piano di Stellantis non sembra quindi avere un futuro a lungo termine, a meno che la prossima commissione europea, che potrebbe essere sostenuta da uno schieramento conservatore per la prima volta nella storia, riveda le restrizioni imposte dal Green Deal.

L’indotto di Stellantis in Italia

Da anni la strategia di Fiat e FCA prima e di Stellantis poi per la produzione di auto in Italia si basa sull’esternalizzazione della produzione della maggioranza delle parti delle proprie automobili. Agli impianti italiani è affidato principalmente l’assemblaggio delle stesse. Questo ha creato un enorme indotto, vale a dire un sistema di aziende che forniscono le parti per la produzione delle auto Fiat, Lancia, Alfa Romeo, Maserati e Jeep, e che lavorano esclusivamente per Stellantis.

Pur non essendo quindi tecnicamente parte del gruppo Stellantis, queste aziende sono direttamente legate alle decisioni industriali della società che controlla i marchi per cui lavorano. Cambiamenti radicali, come la decisione di produrre esclusivamente auto elettriche a Mirafiori, causano enormi sconvolgimenti all’interno di questo sistema, con molte piccole realtà che si trovano costrette a trovare un altro cliente o a chiudere in pochi mesi.

Secondo i sindacati in Italia nella sola componentistica, quindi nella produzione delle parti delle auto per Stellantis, lavorano oltre 80mila dipendenti sparsi in moltissime aziende. 40mila di questi si trovano nel solo Piemonte, regione di origine della Fiat che ha segnato per decenni il panorama industriale di intere città. Per questa ragione il ritorno delle auto a combustione a Mirafiori è vissuto con molta speranza da parte delle realtà dell’indotto. Queste vetture presentano molte più componenti di quelle elettriche, proprio per la presenza di un motore termico, più complesso di quello elettrico. Di conseguenza le commesse per l’indotto potrebbero tornare a crescere nei prossimi anni.

Rimane però il dubbio sul futuro a medio termine. Dal 2035 in Europa non si potranno più vendere auto a combustione e di conseguenza la produzione in Italia dovrebbe convertirsi interamente all’elettrico. I posti di lavoro nell’indotto Stellantis rimangono quindi a rischio.