Mirafiori al centro della strategia Stellantis: in arrivo la Fiat 500 mild hybrid

Nel 2026 Mirafiori produrrà la Fiat 500 ibrida, spingendo Stellantis verso una strategia mild hybrid che punta a ridurre le emissioni globalmente

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Il futuro di Mirafiori passa per l’ibrido. Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis, ha dichiarato che la Fiat 500 ibrida sarà prodotta nello storico stabilimento torinese dal 2026. Un annuncio che apre nuovi scenari per un impianto che negli ultimi mesi ha visto ridursi gli ordini della versione elettrica della citycar. “Ci piacerebbe produrre di più a Mirafiori”, ha affermato Tavares, riferendosi all’importanza, per il colosso, della tecnologia mild hybrid, che garantisce una riduzione delle emissioni senza compromettere le prestazioni.
Non si tratta solo di nuove tecnologie, ma di una strategia produttiva che mira a ridare slancio a uno stabilimento chiave per il gruppo. Il desiderio è quello di far crescere la produzione di componenti essenziali come il cambio eDct, fondamentale per le nuove generazioni di vetture ibride, e di rilanciare il sito produttivo su scala globale.

Maserati e il difficile posizionamento nel lusso

La sfida di Stellantis a Mirafiori non si limita alla Fiat 500. L’altro grande nome coinvolto è Maserati, marchio iconico che sta cercando di affermarsi nel competitivo mercato delle auto di lusso. Se sul piano tecnologico molto è stato fatto, grazie all’introduzione del motore elettrico Folgore, resta aperta la questione del marketing. “Non credo che abbiamo fatto abbastanza per posizionare Maserati sul segmento del lusso”, ha detto Tavares, parlando di una struttura dei costi che permette sostenibilità, ma che necessita di maggiore attenzione commerciale.

Tagli e ristrutturazioni: la cura Tavares per evitare il disastro di Volkswagen

Non mancano però le ombre. I dati forniti da Fim-Cisl sono più che esplicativi: in tre anni, dal 2021 al 2024, il numero degli operai impiegati da Stellantis è calato di oltre 5.000 unità. E a Mirafiori la situazione non è delle più rosee, con la produzione ferma fino all’11 ottobre. “Abbiamo preso molte decisioni impopolari per evitare la situazione di Volkswagen“, ha dichiarato Tavares, facendo riferimento alla crisi del colosso tedesco, alle prese con possibili chiusure di stabilimenti e tagli di personale.

Stellantis, invece, punta a un modello sostenibile in Italia, che passa dalla collaborazione con sindacati, fornitori e istituzioni.

Anche Termoli non fa eccezione: la gigafactory, destinata a produrre batterie elettriche, è bloccata a causa dell’incertezza sui tempi di realizzazione e della prudenza di Stellantis nel mercato elettrico. Intanto, i fondi del Pnrr destinati al progetto sono stati riallocati dal governo verso altre iniziative energetiche.

Le regole europee sulle emissioni e la competizione nel settore automotive

C’è poi il fronte europeo, con le rigide normative sulle emissioni che costringono Stellantis a muoversi in un terreno sempre più ristretto. “Gli obiettivi fissati dall’Unione europea sulla riduzione di emissioni per il settore automotive al 2025 sono stati imposti dall’alto e sono stati brutali”, ha affermato Tavares, lasciando trasparire quanto le normative abbiano messo sotto pressione il gruppo.

Durante l’incontro con la stampa a Torino, ha dichiarato: “Perché dovremmo chiedere una pausa, dire che il riscaldamento globale non è una priorità e fare altro? Il riscaldamento globale è un problema, le regole sono note da anni, ci stiamo preparando da tempo a questo. Le nostre tecnologie sono pronte, le auto sono pronte, le regole sono note”. Un messaggio chiaro, che evidenzia come Stellantis sia determinata a mantenere il passo con le normative ambientali, senza cercare scuse o rallentamenti.