Rinnovo dipendenti pubblici, con il nuovo contratto aumenti medi da 160 euro

Con la cosiddetta "direttiva madre" del ministro della Pubblica amministrazione, l'aumento degli stipendi è stimabile in una percentuale vicina al 6%

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

In arrivo, record di aumenti per i dipendenti statali. La fase di rinnovo contrattuale per il periodo 2022-2024 è pronta a partire. Secondo il Rapporto semestrale dell’Aran sulle retribuzioni dei dipendenti pubblici, che superano i tre milioni di individui, si prevede un incremento medio degli stipendi pubblici del 6,2%, grazie alle risorse messe a disposizione dal governo attraverso l’ultima legge di Bilancio. In dettaglio, i nuovi contratti comporteranno un aumento medio mensile di 160 euro a regime per i dipendenti statali.

Gli aumenti negli ultimi anni

Negli ultimi periodi contrattuali, gli incrementi sono stati del 3,5% per il triennio 2016-2018 e del 4% per il periodo 2019-2021. Circa un terzo delle risorse della manovra è destinato al pubblico impiego e al rinnovo dei contratti dei dipendenti statali. I preparativi per la nuova fase contrattuale sono già avviati, con la trasmissione della “direttiva madre” all’Aran da parte del ministro della Pubblica Amministrazione, Paolo Zangrillo, e la firma dell’accordo sulla definizione dei comparti e delle aree.

“È essenziale dare continuità alla contrattazione”, ha sottolineato il presidente dell’Aran, Antonio Naddeo, “come fondamentale segnale di riconoscimento per i tre milioni di dipendenti pubblici che si dedicano a fornire servizi ai cittadini e alle imprese. Le risorse stanziate per i rinnovi, pari a 10 miliardi di euro, non solo riconoscono il valore cruciale del lavoro svolto dal pubblico impiego, ma rappresentano anche un segno di fiducia e un investimento fondamentale dello Stato nel futuro della Pubblica Amministrazione”.

L’effetto del Decreto Anticipi

Il rapporto dell’Aran sulle retribuzioni degli statali mette in evidenza anche l’impatto del decreto Anticipi, che ha comportato un aumento congiunturale del 16,6% delle retribuzioni nel pubblico impiego a dicembre dello scorso anno. Questo incremento è stato causato dall’anticipo di dodici mensilità dell’indennità di vacanza contrattuale, aumentata di 6,7 volte, per il personale assunto a tempo indeterminato delle amministrazioni dello Stato.

In particolare, le retribuzioni del personale non dirigente della Pa hanno segnato un aumento del 19,7% a dicembre grazie all’anticipo dell’indennità di vacanza. Per quanto riguarda la dirigenza contrattualizzata Aran, l’aumento congiunturale a dicembre è stato più modesto, del +1,7%, poiché comprende principalmente la dirigenza medica, operante presso amministrazioni non statali, dove l’anticipo dell’indennità a dicembre non era previsto. Il rapporto dell’Agenzia per la rappresentanza negoziale delle pubbliche amministrazioni analizza anche la crescita delle retribuzioni contrattuali per l’intera economia nel medio e lungo termine.

Nel decennio compreso tra il 2013 e il 2023, i salari hanno registrato un aumento del +13,4%. Questo incremento è stato guidato da un aumento del +14,3% nel settore privato (+16,8% nell’industria), un +11,4% nei servizi privati e un +11,6% complessivamente nella pubblica amministrazione. Riguardo agli aumenti previsti con i nuovi contratti per il triennio 2022-2024 nel settore statale, è importante notare che nella direttiva principale per il rinnovo dei contratti, con quasi 10 miliardi di euro a disposizione, si prevede che una parte significativa di tali fondi sia destinata al salario di produttività.

Paolo Zangrillo, responsabile della Funzione pubblica, ha recentemente dichiarato al Messaggero che “la grande sfida nei prossimi mesi sarà introdurre in modo significativo il concetto di merito nella Pubblica amministrazione, continuando con aumenti generalizzati è impensabile, quindi abbiamo emanato una direttiva sulla performance per introdurre un concetto di premio legato al merito”.