Così come previsto dalle norme dell’Ue sugli aiuti di Stato, la Commissione europea ha approvato una misura che concede all’Italia 1,3 miliardi di euro a sostegno dell’azienda di semiconduttori Silicon Box. Questa, con sede a Singapore, mira alla realizzazione di un impianto avanzato di collaudo e imballaggio di semiconduttori in Piemonte, a Novara per l’esattezza. L’obiettivo dichiarato dell’investimento dell’Unione europea è migliorare l’approvvigionamento, la resilienza e l’autonomia tecnologica del Vecchio Continente. Felice della scelta si è subito detto il ministro delle Imprese del Made in Italy Adolfo Urso che ha parlato di “un’ulteriore importante conferma della solidità del nostro piano strategico sulla microelettronica”.
I fondi europei per i semiconduttori in Italia
Gli 1,3 miliardi di euro concessi dall’Ue all’Italia serviranno a realizzare a Novara un nuovo impianto dell’azienda Silicon Box, attiva nel settore dei semiconduttori. Il nuovo impianto piemontese si occuperà di packaging avanzato per i chip, diventando così la prima realtà europea di advanced packaging e chiplet integration. L’investimento complessivo per la realizzazione del nuovo impianto di produzione è di oltre 3 miliardi di euro.
Così come si legge nella nota della Commissione europea che ha confermato il via libera allo stanziamento dei fondi per la Silicon Box di Novara, l’iniziativa fa parte del quadro del Chips Act dell’Unione Europea. Questo, lo si ricorda, prevede che le finanze pubbliche vengano utilizzate da parte dei governi nazionali per sostenere iniziative nel campo delle nuove tecnologie, con la valutazione definitiva dei progetti che spetta a Bruxelles.
La Silicon Box di Novara
Così come riferito dalla Commissione Ue, il nuovo stabilimento Silicon Box di Novara rafforzerà “la sicurezza dell’approvvigionamento, la resilienza e l’autonomia tecnologica dell’Europa nel settore dei semiconduttori, in linea con gli obiettivi delineati dal Chips Act europeo e nelle Linee guida politiche della Commissione Europea 2024-2029”.
Entrando più nello specifico, in Piemonte si cercherà di soddisfare la domanda di assemblaggio di semiconduttori del mercato europeo al fine di “abilitare nuove tecnologie come applicazioni di nuova generazione nel campo dell’intelligenza artificiale, calcolo ad alte prestazioni e componenti per veicoli elettrici“.
Allo sviluppo tecnologico europeo si lega anche un importante risvolto per l’occupazione nostrana. L’impianto di Novara, a pieno regime, richiederà 1.600 nuovi posti di lavoro diretti, ai quali vanno aggiunti gli indiretti, stimati intorno a mille per la costruzione.
Il ruolo italiano nel settore dei semiconduttori
La decisione presa a Bruxelles ha trovato subito il benestare del governo italiano, con il titolare del Mimit Adolfo Urso che ha sottolineato come questa mossa della Commissione Ue “rafforzi il nostro ruolo nel settore dei semiconduttori, delle alte tecnologie e per l’autonomia strategica dell’Ue. L’Italia è finalmente al centro della sfida tecnologica europea”.
Si tratta, si ricorda, del terzo investimento italiano nel settore dei chip che è stato approvato dalla Commissione europea, su un totale di cinque progetti. Per Urso è “un’ulteriore importante conferma della solidità del nostro piano strategico sulla microelettronica, che ha innescato un effetto volano negli investimenti portando il settore in Italia a superare i 9 miliardi di euro nel solo 2024, posizionandoci al secondo posto in Europa dopo la Germania”.
L’importanza dei chip europei
Il ministro delle Imprese e del Made in Italy non ha mancato anche di sottolineare che la mossa Ue sia una forma di risposta concreta ai “recenti sconvolgimenti globali” che “dimostrano con chiarezza quanto sia fondamentale costruire una catena di approvvigionamento più resiliente per i semiconduttori in Europa”.
“Per questo – ha aggiunto il ministro – il governo ha posto i chip e la microelettronica al centro delle sue priorità strategiche, consapevole che rappresentano un pilastro imprescindibile per garantire la sicurezza e la competitività del nostro sistema industriale”.