RC Auto, nuovo aumento in tutt’Italia: quanto pagheremo in più dal 2026

RC auto, prevista l’aliquota al 12,5% sulla polizza infortuni dal 2026: nuovi costi per gli automobilisti e dispute tra Fisco e assicurazioni

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Claudio Cafarelli

Giornalista e content manager

Giornalista pubblicista laureato in economia, appassionato di SEO e ricerca di trend, content manager per agenzie italiane e straniere

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Nel corso dell’esame parlamentare della Manovra economica, la proposta di modifica firmata da Matteo Gelmetti (Fratelli d’Italia) introduce una novità che riguarda una delle componenti accessorie più diffuse nelle polizze Rc auto: la copertura per l’infortunio del conducente. L’emendamento prevede un aumento significativo dell’imposta prevista su questa voce, con conseguenze potenzialmente rilevanti per gli automobilisti.

L’aliquota passerebbe infatti dal 2,5% al 12,5%, con un incremento di dieci punti percentuali. L’intervento è concepito per entrare in vigore da gennaio 2026 e per essere recepito nel nuovo Testo unico dei tributi erariali minori. Si tratta di una misura destinata ad aumentare il gettito fiscale di circa 100 milioni di euro l’anno, cifra stimata dal Governo in base alla diffusione della garanzia infortuni all’interno delle polizze Rc auto.

L’effetto sulle polizze e il ruolo delle compagnie assicurative

La norma prevede che l’imposta venga materialmente versata dalle compagnie, ma la somma è dovuta dai clienti, motivo per cui è altamente probabile che l’aumento venga trasferito direttamente sugli automobilisti. Le assicurazioni agiscono infatti come sostituti d’imposta e, in assenza di un diverso quadro regolatorio, tendono a ribaltare sul premio quanto introdotto dal legislatore.

Il rincaro riguarda una copertura accessoria della RC Auto che molti conducenti sottoscrivono per tutelarsi da eventuali danni personali. Il passaggio al 12,5% comporterà presumibilmente un aumento dei costi finali delle polizze che includono questa garanzia, con un impatto potenziale sul numero delle sottoscrizioni.

L’errore nell’applicazione dell’aliquota

Oltre all’adeguamento dell’aliquota, l’emendamento recepisce un’interpretazione recente dell’Agenzia delle Entrate che ha chiarito la corretta applicazione del tributo sin dagli anni ’80. L’amministrazione finanziaria ritiene che le compagnie avrebbero dovuto applicare un’aliquota più alta rispetto a quella adottata negli ultimi decenni. Per questo viene chiesto ora il pagamento degli arretrati relativi agli ultimi dieci anni, periodo entro il quale i tributi sono ancora esigibili.

Secondo le stime, la somma che le compagnie potrebbero essere chiamate a versare si aggira intorno al miliardo di euro. Un importo che esclude sanzioni e interessi, poiché l’intervento normativo consente alle assicurazioni di sanare la situazione senza penalizzazioni aggiuntive. L’eventuale inadempienza, però, comporterebbe il rischio di un conto molto più elevato, con una possibile maggiorazione fino al 400% in caso di sconfitta nei contenziosi.

Come riportato da Il Sole 24 Ore, tutto parte da una richiesta che le compagnie avevano inoltrato al ministero nel 1983 per chiarire l’aliquota da applicare. Nel corso degli anni, il settore ha interpretato la risposta ministeriale optando per la percentuale più bassa, inizialmente pari al 2% e successivamente portata al 2,5%.

La posizione dell’Agenzia delle Entrate Lombardia ha riaperto la questione, evidenziando una difformità tra l’interpretazione seguita dal mercato e quella ritenuta corretta dal Fisco. Da qui la richiesta di recupero dell’imposta non versata in misura piena. I tecnici ritengono che la norma debba essere applicata in modo uniforme, anche in ragione dell’obiettivo di armonizzazione dei tributi di settore.

Le strategie legali delle compagnie

Le compagnie assicurative si stanno preparando a una battaglia legale articolata. Sono stati raccolti diversi pareri giuridici a sostegno della posizione secondo cui l’aliquota adottata finora fosse conforme alle indicazioni ministeriali dell’epoca.

Ora potrebbero accettare l’impostazione dell’Agenzia delle Entrate e versare quanto richiesto o avviare un contenzioso. Per i cittadini, l’effetto immediato più rilevante riguarda l’aumento dell’aliquota sulle polizze infortuni.

In assenza di interventi correttivi, il maggior costo sarà verosimilmente trasferito sul premio assicurativo. La misura potrebbe spingere alcuni automobilisti a rinunciare alla copertura accessoria, pur trattandosi di una garanzia che tutela la persona alla guida in caso di incidente.