Record oro, ancora in alto: verso ipotesi quota 2.600

Oro ai massimi storici per le tensioni geopolitiche e le politiche monetarie: verso ipotesi quota 2.600 dollari

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Giorgia Bonamoneta

Giornalista

Nata ad Anzio, dopo la laurea in Editoria e Scrittura e un periodo in Belgio, ha iniziato a scrivere di attualità, geopolitica, lavoro e giovani.

Pubblicato: 28 Agosto 2024 18:04

Nuovo record per valore oro: segna ancora curva verso l’alto. Ipotesi degli esperti è il raggiungimento della quota 2.600 dollari.

Aumento record dell’oro: i valori

Nelle ultime settimane, il Gold future ha continuato a consolidarsi, mantenendosi vicino ai massimi storici senza però ancora riuscire a superare la soglia critica che potrebbe proiettarlo verso nuovi record. L’oro si trova in un quadro tecnico decisamente costruttivo, con gli indicatori di tendenza che mantengono una posizione long, supportati dagli oscillatori di forza relativa che gravitano attorno alle aree di ipercomprato.

Gli analisti concordano: una conferma sopra i 2.550 dollari l’oncia potrebbe innescare una nuova progressione verso la quota di 2.600 dollari, aprendo la strada a ulteriori rialzi.

Gli eventuali ribassi al di sotto dei 2.450 dollari potrebbero invece rappresentare un primo segnale di debolezza per il metallo prezioso. Lo scenario tecnico si inserisce in un contesto caratterizzato da crescenti preoccupazioni geopolitiche ed economiche, che continuano a sostenere il ruolo dell’oro come bene rifugio per eccellenza.

Record oro nel 2024: l’andamento

Il 2024 si è rivelato un anno straordinario per il mercato dell’oro, con il metallo che ha raggiunto picchi senza precedenti. A luglio, l’oro ha toccato il valore record di 2.483 dollari l’oncia, un risultato spinto da una combinazione di fattori geopolitici ed economici. Tra questi:

  • l’escalation delle tensioni in Medio Oriente
  • l’incertezza politica negli Stati Uniti
  • il crescente timore di una recessione globale

Particolarmente significativo è stato infatti il fenomeno della “rotazione” degli investimenti. Di fronte alla crescente volatilità dei mercati azionari, con il Nasdaq 100 che ha registrato un calo dell’1,60% nello stesso periodo, gli investitori hanno spostato il loro capitale verso asset più difensivi e stabili, come l’oro. Il movimento ha portato a un aumento della domanda di oro fisico, con gli Etf sostenuti da oro che hanno visto un incremento degli afflussi netti dell’1,8% nel mese di luglio, dimostrando ancora una volta la resilienza dell’oro come bene rifugio in tempi di incertezza.

Cosa aspettarsi dal 2025?

Guardando al futuro, ci sono diversi elementi che indicano una possibile continuazione del trend rialzista dell’oro. Uno dei principali fattori è rappresentato dalle politiche monetarie delle principali banche centrali, in particolare della Federal Reserve statunitense.

La possibilità di imminenti tagli dei tassi d’interesse, già prezzati dai mercati per il 2024, è un elemento positivo per l’oro. Storicamente, come riportano gli esperti, i cicli di taglio dei tassi hanno sempre supportato un aumento del prezzo dell’oro. Spiegano il perché: i tassi di interesse più bassi tendono a ridurre il costo opportunità di detenere oro, che non produce reddito, rendendolo più attraente per gli investitori.

Inoltre, le prospettive per le società minerarie d’oro appaiono altrettanto positive. Nonostante i costi di estrazione siano aumentati, i minatori stanno registrando margini record, con un significativo incremento del free cash flow. Il successo si riflette nei loro risultati finanziari, con circa l’80% delle aziende che hanno superato le aspettative degli analisti nel secondo trimestre del 2024. Questo non solo rafforza la fiducia degli investitori nel settore, ma potrebbe anche sostenere ulteriormente il prezzo dell’oro, creando un ciclo virtuoso di domanda e valore.

Un altro elemento cruciale riguarda la domanda di oro da parte delle banche centrali, in particolare quelle delle economie emergenti come la Cina e l’India. Sebbene le loro banche centrali abbiano già incrementato significativamente le loro riserve d’oro negli ultimi anni, rimangono ancora relativamente sotto-investite rispetto agli standard globali.