I prezzi petrolio potrebbero far aumentare la benzina già da metà gennaio: le previsioni

Il prezzo del petrolio ha registrato un nuovo aumento dopo che l’Iran ha ribadito il proprio sostegno agli attacchi Houthi nel Mar Rosso

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Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Il prezzo del petrolio è aumentato bruscamente dopo che l’Iran ha respinto le richieste di porre fine al sostegno agli attacchi dei ribelli Houthi contro le navi nel Mar Rosso.

Le cose inoltre potrebbero peggiorare dopo che è stata inviata una nave da guerra sulla principale rotta commerciale. Uno sviluppo che, di fatto, non tranquillizza per niente i mercati.

Perché il prezzo del petrolio sta aumentando?

Questa settimana, nella prima sessione di negoziazione del nuovo anno, il greggio Brent è salito di 1,73 dollari, più del 2%, arrivando a costare 78,77 dollari al barile martedì 2 gennaio 2024.

Gli aumenti sono stati spinti al rialzo dai timori di un’interruzione dell’offerta a causa delle tensioni nel Mar Rosso, che portano al Canale di Suez. Ma non solo.

Alcune compagnie di navigazione hanno sospeso le partenze, riorganizzando i propri viaggi a favore di tratte più lunghe attorno alla punta dell’Africa. Martedì 2 gennaio, la tedesca Hapag-Lloyd, che il mese scorso aveva attaccato una nave vicino allo Yemen, ha dichiarato che avrebbe continuato a dirottare le sue navi lontano dal Canale di Suez e attorno al Capo di Buona Speranza, almeno fino al 9 gennaio per motivi di sicurezza. Si prevede che altre società seguiranno l’esempio.

Il reindirizzamento delle navi comporta ovviamente costi aggiuntivi e sposta i tempi di consegna delle merci trasportate fino a 20 giorni.

Basta pensare che al 29 dicembre 2023, 166 navi risultavano dirottate e 28 dirette al Canale di Suez avevano interrotto la navigazione. Tanto che il volume di traffico giornaliero nel canale era sceso del 55% rispetto a prima degli attacchi.

Previsioni prezzo del petrolio: salirà ancora?

Un sondaggio Reuters, condotto da economisti e analisti, ha previsto che il prezzo medio del greggio Brent quest’anno sarà di 82,56 dollari al barile, più alto rispetto alla media del 2023 di 82,17 dollari, poiché si prevede che le tensioni globali persisteranno e la domanda sarà frenata dalla debole crescita globale.

Quanto incide il prezzo del petrolio sul prezzo della benzina?

Il prezzo che paghiamo per il carburante ai distributori è influenzato da una serie di fattori, tra cui:

  • il prezzo globale del petrolio greggio;
  • domanda e offerta di petrolio greggio
  • produzione e capacità delle raffinerie;
  • il tasso di cambio euro dollaro, poiché il carburante raffinato viene venduto in dollari USA;
  • costi di distribuzione;
  • il margine che i rivenditori di carburante decidono di prendere;
  • accise sui carburanti e imposte dal governo e IVA.

Si tratta di fattori che solo in alcuni casi rimangono statici, come le accise e l’IVA addebitata al termine di ogni transazione, altri, come il prezzo del petrolio e il tasso di cambio, possono essere molto volatili e finiscono per influenzare il prezzo all’ingrosso del carburante (ovvero quello che i rivenditori pagano per acquistare il carburante prima di venderlo ai piazzali).

Previsioni aumento prezzi della benzina

In genere c’è uno scostamento di 2 settimane tra il rialzo dei prezzi all’ingrosso del petrolio e gli aumenti che poi si registrano ai distributori di benzina. Pertanto, il rincaro del greggio registratosi ora, a inizio gennaio, dovrebbe far salire i costi dei carburanti a partire da metà gennaio (ovvero tra due settimane circa).

Dai dati riportati dal Ministero dell’ambiente e della sicurezza energetica, che registra l’andamento dei prezzi medi settimanali dei carburanti e combustibili, il prezzo medio dei Carburanti (€/1.000 litri) dall’ultima rilevazione (risalente al 1° gennaio 2024) risulta pari a:

  • 1.772,05 euro al litro per la benzina;
  • 1.730,66 euro al litro per il gasolio;
  • 726,70 euro al litro per il GPL.

Tali costi sono stati registrati mentre il Brent viaggiava di poco oltre i 77 dollari al barile. Volendo fare un calcolo, anche se approssimativo, con il greggio Brent che è salito del 2%, arrivando a 78,77 dollari, i carburanti potrebbero subire rincari simili arrivando a superare il prezzo di 1,82 euro al litro per la benzina e di 1,76 per il gasolio.

Pericolo di un nuovo effetto domino

Il prezzo del petrolio influenza le scelte di spesa individuali così come i bilanci delle aziende e dei Paesi. Costringe imprenditori e governi a prendere decisioni difficili e può persino cambiare le relazioni a livello internazionale, alterando gli equilibri geopolitici già precari.

Il petrolio è forse la risorsa naturale più importante del mondo e inevitabilmente ha un impatto sulla vita quotidiana delle persone.

Inoltre, quando i prezzi delle materie prime aumentano, si verifica un impatto sul modo in cui le persone viaggiano, su come le merci vengono spedite e sulle economie in generale. Si rischia quindi di scatenare di nuovo un effetto domino che potrebbe spingere l’inflazione, anche in Italia.

Il Covid e lo stop agli approvvigionamenti da parte della Russia, dopo lo scoppio della guerra in Ucraina, d’altronde, ci hanno insegnato come anche eventi che sembrano lontani e dall’altra parte del mondo hanno delle conseguenze dirette sulle nostre vite.