La Commissione europea ha inviato all’Italia due diverse lettere con richieste di chiarimenti sulla costruzione del Ponte sullo Stretto di Messina. Una riguarda l’impatto ambientale dell’opera, già argomento di discussione prima dell’approvazione definitiva del progetto. L’altra invece si concentra sulla procedura di assegnazione dell’appalto, che potrebbe non aver rispettato le regole comunitarie.
Nel frattempo il leader di Alleanza Verdi Sinistra Angelo Bonelli ha chiesto, in veste di parlamentare, di visionare il contratto della Società Stretto di Messina con Eurolink. L’azienda si sarebbe però rifiutata.
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I dubbi sull’impatto ambientale del Ponte
La prima lettera della Commissione europea riguarda l’impatto ambientale del Ponte sullo Stretto. La sua esistenza è stata rivelata da Bloomberg e il testo solleva tre questioni:
- l’impatto del Ponte sugli habitat animali dello Stretto;
- le misure compensative per mitigare l’impatto ambientale dell’opera;
- l’inquinamento atmosferico, idrico e acustico che l’opera comporterà.
I dubbi dell’Ue derivano dalla mancata approvazione del Ponte nell’ambito della prima procedura di Valutazione di Incidenza Ambientale, la Vinca, poi superata proprio grazie alla rimodulazione delle misure compensative. L’opinione della Commissione è però obbligatoria quando un’opera di queste dimensioni non supera un passaggio di questo tipo.
Pietro Ciucci, Ad della società Stretto di Messina, ha minimizzato la lettera:
Rientra nell’ambito della normale e prevista dialettica tra lo Stato italiano e l’Unione Europea. È un chiaro sintomo di un virtuoso dialogo su un’opera di rilevanza strategica che completa il più importante corridoio europeo nord-sud.
Problemi con gli appalti, cosa vuole sapere l’Ue
La seconda lettera dell’Ue sul Ponte riguarda invece la questione degli appalti. Si tratta di una comunicazione del vicepresidente della Commissione Stephane Sejourné, in risposta a un esposto di Alleanza Verdi Sinistra. Ci sarebbero infatti problemi sulla procedura di gara d’appalto, con due nodi principali:
- il costo del Ponte rispetto al progetto originale del 2006;
- l’oggetto del bando di gara.
Il Ponte sullo Stretto di Messina sarebbe dovuto costare, nel 2006, 3,9 miliardi di euro. La legge 58 del 2023 che ha istituito la gara parla di più di 13,5 miliardi, un aumento del 300%. Parte di questi costi sono riconducibili all’inflazione e alla perdita di valore del denaro. Ma l’Ue ha comunque deciso di indagare più a fondo su questo aumento dei costi per lo Stato italiano.
La questione dell’oggetto del bando di gara è invece più burocratica. Si è passati da un project financing a un normale contratto di appalto. Questo però violerebbe le regole europee sulla concorrenza.

Il contratto del Ponte sullo Stretto non si può leggere
Per chiarire alcuni di questi dubbi, il deputato e leader di Europa Verde Angelo Bonelli ha chiesto, in veste di parlamentare, di visualizzare il contratto tra la Società Stretto di Messina ed Eurolink, il consorzio che realizzerà il Ponte. L’autorizzazione gli è però stata negata, in una mail visualizzata da Fanpage e firmata da Ciucci:
La qualità di parlamentare non attribuisce di per sé una posizione legittimante l’accesso ai documenti amministrativi. L’istanza da lei presentata appare difettare sia della prospettazione di un interesse personale, diretto e concreto legittimante l’accesso, sia della motivazione circa il nesso di strumentalità tra la documentazione richiesta e l’interesse sotteso alla domanda, come richiesto dalla disciplina generale in materia di accesso agli atti.
Bonelli ha denunciato questa risposta, sottolineando come, se anche un parlamentare non ha l’autorità di vedere il contratto, questo sia di fatto segreto.