Negli ultimi dieci anni, i governi hanno introdotto iniziative cruciali per contrastare l’evasione fiscale internazionale, con le persone che cercano di portare i propri capitali in paradisi fiscali dove poter pagare meno tasse. Questi luoghi favoriscono la fondazione di società offshore, offrono il segreto bancario e impongono tasse irrisorie o addirittura inesistenti.
Il recente Global Tax Evasion Report 2024 mette nuovamente in luce la questione dei paradisi fiscali, rivelando che a livello mondiale sono custoditi circa 11mila miliardi di euro in questi luoghi, una somma che rappresenta circa il 12% del Pil globale.
Evasione in calo ma molto si deve ancora fare
Il report evidenzia come l’evasione fiscale offshore da parte di individui facoltosi si sia ridotta sensibilmente. Grazie allo scambio automatico di informazioni bancarie, si stima che questa sia diminuita di circa tre volte negli ultimi dieci anni. Questo risultato, sottolinea lo studio, dimostra che “è possibile compiere rapidi progressi contro l’evasione fiscale se esiste una volontà politica in tal senso”.
Tuttavia, la misura dell’imposta minima globale del 15% sulle società multinazionali, che aveva suscitato grandi speranze nel 2021, è stata drasticamente indebolita, spiega il report: “Se inizialmente ci si aspettava che avrebbe fatto aumentare il gettito fiscale globale proveniente dalle imposte sulle società di quasi il 10%, una lista crescente di scappatoie ha ridotto di due volte il gettito previsto (e tre volte rispetto a un’imposta minima del 20%)”.
Rimane elevato, segnala lo studio, l’ammontare del profit shifting, cioè lo spostamento dei profitti, verso i paradisi fiscali: si stima infatti che ammonti a mille miliardi di dollari. Questo corrisponde al 35% di tutti gli utili contabilizzati dalle multinazionali al di fuori del Paese in cui hanno sede. Le perdite in termini di gettito fiscale causate da questo spostamento sono significative, equivalenti a quasi il 10% delle imposte societarie raccolte a livello globale. Le multinazionali statunitensi sono responsabili di circa il 40% del profit shifting a livello mondiale, e i Paesi dell’Europa continentale risultano essere i più colpiti da questa evasione.
I paradisi fiscali nel mondo
Aggiornato al 2022, il Financial Secrecy Index è una classifica dei principali paradisi fiscali del mondo, basata sull’indice di segretezza finanziaria che valuta il livello di riservatezza dei sistemi giuridici e finanziari. Secondo il Tax Justice Network, un’organizzazione indipendente specializzata nella ricerca, analisi e tutela della regolamentazione fiscale e finanziaria a livello internazionale, i migliori paradisi fiscali vengono identificati tenendo conto del livello di segretezza finanziaria consentito dalle leggi di ciascun Paese.
Nella classifica, gli Stati Uniti occupano il primo posto, seguiti da Svizzera e Singapore. Tra i primi dieci Paesi figurano anche due Stati europei: Lussemburgo, al quinto posto, e Germania, in settima posizione.
La classifica considera anche la quantità di servizi finanziari che il Paese offre ai residenti di altre nazioni. La combinazione di questi due indicatori determina la posizione di ciascun Paese nella classifica. Il punteggio è misurato in Fsi, cioè la misura della quantità di segretezza finanziaria fornita dalla giurisdizione, risultante dalla combinazione del punteggio di segretezza delle giurisdizioni e del peso della scala globale.
- Stati Uniti: 1.951
- Svizzera: 1.167
- Singapore: 1.167
- Hong Kong: 927
- Lussemburgo: 804
- Giappone: 765
- Germania: 681
- Emirati Arabi Uniti: 648
- Isole Vergini Britanniche: 621
- Guernsey: 610