I Paesi baltici scollegano la rete elettrica dalla Russia, festa per l’indipendenza da Mosca

I Paesi Baltici si sganciano dalla rete russa e si connettono all’Europa, chiudendo una dipendenza storica e rafforzando la propria autonomia energetica

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 9 Febbraio 2025 17:07

Estonia, Lettonia e Lituania hanno chiuso i conti con Mosca e Minsk, staccandosi definitivamente dalle loro reti elettriche per connettersi a quella dell’Unione Europea attraverso la Polonia. Un salto strategico che garantisce ai tre Paesi il pieno controllo sulle proprie infrastrutture, abbracciando le regole europee e lasciandosi alle spalle le vecchie dinamiche di dipendenza.

Un investimento strategico per la sicurezza energetica

L’aggancio alla rete Ue, si legge nel documento ufficiale, è un colpo da maestro che Bruxelles ha sostenuto con una pioggia di fondi. Più di 1,23 miliardi di euro sono arrivati dal programma Connecting Europe Facility, coprendo il 75% della spesa complessiva. A completare il pacchetto, ulteriori risorse dal Recovery and Resilience Facility hanno irrobustito le infrastrutture di Lettonia e Lituania, consolidando la loro nuova autonomia energetica.

Per celebrare il passaggio, nel centro di Vilnius è stato installato un grande schermo con un conto alla rovescia culminato con una cerimonia ufficiale. Tra i presenti, la presidente della Commissione europea Ursula von der Leyen, diversi funzionari europei e leader politici locali.

Queste le parole della presidente:”Oggi si scrive la storia: i Paesi Baltici accendono l’indipendenza energetica. Le ultime reti elettriche ancora collegate alla Russia sono ora parte del mercato interno dell’Unione Europea, grazie a oltre un miliardo di euro di finanziamenti europei. Le ultime linee elettriche con Russia e Bielorussia saranno smantellate. Questi collegamenti con vicini ostili appartengono al passato. Questa è libertà. Libertà da minacce e ricatti. Congratulazioni per l’inizio di questa nuova era”.

I prossimi obiettivi per il completamento del piano

La gestione delle fasi finali del progetto, si legge nel documento ufficiale, è affidata a Catharina Sikow-Magny, incaricata di supervisionare l’integrazione baltica nel sistema europeo. Tra le prossime tappe, la realizzazione di Harmony Link, un’interconnessione da 700 Mw tra Lituania e Polonia, il cui completamento è previsto per il 2030.

La transizione non è priva di rischi. Negli ultimi mesi, si sono moltiplicati gli episodi di danneggiamento dei cavi sottomarini nel Mar Baltico, alimentando sospetti su possibili atti di sabotaggio. In risposta, la Nato ha lanciato la missione Baltic Sentry per proteggere le infrastrutture critiche, impiegando navi, droni e pattuglie aeree.

Un progetto sviluppato nel lungo periodo

L’idea di scollegarsi dal sistema russo non è nuova. Se ne discute almeno dal 2014, dopo l’annessione della Crimea da parte della Russia. Tuttavia, il processo ha subito un’accelerazione a seguito dell’invasione dell’Ucraina nel 2022, portando i tre Paesi a interrompere l’acquisto di energia dalla Russia.

Nell’estate del 2024, Estonia, Lettonia e Lituania hanno notificato ufficialmente la loro uscita dal sistema Brell, che le collegava a Russia e Bielorussia. Da quel momento, non sono mancate campagne di disinformazione sul rischio di blackout, aumenti dei costi e problemi di approvvigionamento, poi smentiti dai governi baltici.

Più di 40 iniziative sono state finanziate per supportare il processo, con il coinvolgimento dell’European Network of Transmission System for Electricity (Entso-E) e dei gestori delle reti elettriche continentali. Inoltre, risorse aggiuntive dal Recovery and Resilience Facility hanno contribuito al potenziamento dei sistemi di accumulo in Lettonia e Lituania.