Olio extravergine italiano, in commercio il falso Made in Italy: come riconoscerlo ed evitare truffe

Come difendersi dalle truffe e riconoscere il vero olio extravergine italiano: consigli pratici e i dati su uno dei settori più strategici per l'economia italiana

Foto di Federica Petrucci

Federica Petrucci

Editor esperta di economia e attualità

Laureata in Scienze Politiche presso l'Università di Palermo e Consulente del Lavoro abilitato.

Pubblicato: 15 Dicembre 2024 12:00

L’olio extravergine di oliva italiano è un simbolo di qualità, salute e tradizione, ma purtroppo è anche uno dei prodotti agroalimentari più contraffatti al mondo. Nonostante l’Italia rappresenti una delle principali potenze nella produzione e nell’esportazione di olio d’oliva – le esportazioni italiane, infatti, hanno già superato i 2 miliardi di euro, segnando un incremento del 59% nel 2024 rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente – le truffe continuano a minacciare il mercato.

Come riconoscere l’olio extravergine autentico

In un mercato dove le speculazioni e le contraffazioni sono all’ordine del giorno, diventa essenziale imparare a riconoscere l’olio extravergine di oliva autentico. Coldiretti e Unaprol, in occasione della Giornata dell’olio nuovo, hanno presentato un decalogo di consigli utili per evitare le truffe. Ecco alcuni dei punti fondamentali da seguire:

  • scegliere sempre olio extravergine di oliva (EVO), che è il prodotto di qualità superiore, ottenuto senza l’utilizzo di sostanze chimiche;
  • controllare l’etichetta e l’origine dell’olio, che deve essere chiaramente indicata. Se l’etichetta riporta “Ue e non Ue”, è un segnale che l’olio può provenire da qualsiasi parte del mondo e non necessariamente dall’Italia. È fondamentale scegliere oli a Denominazione di Origine Protetta (DOP) o Indicazione Geografica Protetta (IGP), che garantiscono la provenienza e la qualità del prodotto;
  • non confondere con il termine “condimento”, che indica una miscela con olio di semi;
  • diffidare dai prezzi troppo bassi perché l’olio extravergine italiano di alta qualità non può costare troppo poco. Se il prezzo appare troppo vantaggioso rispetto alla media, è probabile che si tratti di un prodotto miscelato o di bassa qualità;
  • verificare che l’olio riporti l’anno di raccolta delle olive. Se questa indicazione manca, è un segno che l’olio potrebbe provenire da olive raccolte in anni diversi, compromettendo la freschezza e la qualità.

A chi consuma i pasti fuori, inoltre, viene consigliamo di evitare l’oliera nei ristoranti: La legge italiana vieta l’uso dell’oliera nei ristoranti. Infatti, si può chiedere che l’olio extravergine venga servito in bottiglie sigillate e confezionate, con il tappo antirabbocco.

Le sfide del settore e il rischio speculazioni

Nonostante l’aumento delle esportazioni, l’industria dell’olio extravergine è minacciata da diverse sfide, tra cui le frodi, che erodono il valore di un prodotto fondamentale per la Dieta Mediterranea, fino alle difficoltà legate alla Xylella, un batterio fitopatogeno che ha messo in ginocchio molte coltivazioni in alcune zone del Sud Italia, come la Piana degli Alberi Monumentali.

Si tratta di fenomeni che, combinati insieme, stanno mettendo in pericolo l’intera produzione, l’identità del Made in Italy e un intero mercato fondamentale per l’economia italiana. Basti pensare che le aziende agricole italiane ogni anno producono olio di oliva attraverso il lavoro di circa 400.000 aziende agricole e un patrimonio di 250 milioni di piante.

Per contrastare queste problematiche, Coldiretti e Unaprol hanno proposto l’istituzione di un sistema telematico di tracciabilità unico a livello europeo. Questo sistema, già utilizzato con successo in Italia, permetterebbe di monitorare l’intero ciclo produttivo dell’olio, garantendo trasparenza e sicurezza lungo tutta la filiera. Inoltre, è stato chiesto alle autorità di adottare politiche più severe contro le importazioni a basso costo che minacciano la competitività del prodotto europeo. La proposta è quella di rivedere gli accordi doganali e di stabilire meccanismi di controllo più efficaci.