Una maxi multa da 337,5 milioni di euro al colosso del cioccolato Mondelez per aver ostacolato il commercio transfrontaliero di cacao, biscotti e prodotti a base di caffè tra i Paesi dell’Unione europea. La sanzione nei confronti della multinazionale statunitense è arrivata Bruxelles, che ha ritenuto il responsabile della violazione delle norme comunitarie sulla concorrenza il produttore mondiale del settore dolciario, noto per marchi come Toblerone, Oreo, Côte d’Or, Milka, Ritz e Tuc.
La multa a Mondelez
Nel multare Mondelez, la Commissione europea ha sottolineato l’impegno “a eliminare le barriere ingiustificate per garantire un migliore funzionamento del mercato unico”, vincoli territoriali di fornitura che per Bruxelles costituiscono un ostacolo al corretto funzionamento delle norme nel mercato unico.
Secondo l’Esecutivo europeo, infatti, le pratiche illegali messe in atto da Mondelez hanno impedito ai rivenditori di approvvigionarsi liberamente di prodotti negli Stati membri con prezzi più bassi, causando una suddivisione fittizia del mercato interno.
L’obiettivo del colosso dell’alimentate sarebbe stato quello di evitare che il commercio transfrontaliero portasse a diminuzioni dei prezzi nei Paesi dove erano più alti. Queste pratiche illegali hanno consentito al colosso del cioccolato di continuare a far pagare di più i propri prodotti a danno dei consumatori dell’Ue.
Come spiegato dalla vicepresidente Margrethe Vestager, la multa è stato ridotta del 15% alla luce della collaborazione dell’azienda con l’indagine. Le violazioni sono andate avanti “dal 2006 al 2020”, eccezion fatta per il caffè, business ceduto nel 2015.
Mondelez, ha sottolineato la commissaria alla Concorrenza, “ha una posizione dominante nelle tavolette di cioccolato”, ragion per cui le pratiche messe in atto costituiscono un abuso.
“Vi assicuro – ha spiegato Vestager in conferenza stampa – che i prezzi possono essere piuttosto diversi in Europa”, con differenze comprese tra “il 10% e il 40% e a volte anche maggiori“, pertanto c’è “un grande potenziale” per comprimerli, grazie al commercio parallelo.
“Ci sono anche molti differenti tipi e qualità di cioccolato, di biscotti e anche di caffè, ma anche tra prodotti comparabili e anche sullo stesso prodotto, in Paesi diversi”, ha aggiunto la vicepresidente dell’Esecutivo Ue, sottolineando che possono esserci “enormi differenze” di prezzo, che la multinazionale cercava di ostacolare per i propri interessi.
Le violazioni
In particolare, secondo la Commissione, la multinazionale dolciaria ha realizzato 22 accordi o pratiche concordate anticoncorrenziali in tutta l’Ue, tra il 2012 e il 2019, nei quali, ad esempio, venivano limitate zone o i clienti ai quali sette grossisti potevano rivendere i prodotti Mondelez.
Uno degli accordi comprendeva anche una disposizione che ordinava al cliente di applicare prezzi più alti per le esportazioni, rispetto alle vendite sul mercato interno.
Il colosso alimentare ha anche impedito a dieci distributori esclusivi attivi in alcuni Stati membri, nel periodo tra il 2006 e il 2020, di rispondere alle richieste di vendita provenienti da clienti in altri Stati Ue senza autorizzazione di Mondelez.
La Commissione ha riscontrato che, tra il 2015 e il 2019, Mondelez ha abusato della propria posizione dominante, rifiutandosi, innanzitutto, di rifornire un broker in Germania, per impedire la rivendita di tavolette di cioccolato nei territori di Austria, Belgio, Bulgaria e Romania, dove i prezzi erano più alti.
Il colosso ha anche cessato la fornitura di tavolette di cioccolato nei Paesi Bassi per impedirne l’importazione in Belgio, dove Mondelez vendeva determinati prodotti a costi maggiori.