Motori termici dopo il 2035: vince la Germania con gli e-fuels, Italia nell’angolo

La Commissione concederà probabilmente una deroga ai carburanti sintetici voluti da Berlino, non ai biocarburanti su cui spinge il nostro governo.

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Paolo Viganò

Giornalista di attualità politico-economica

Classe 1974, giornalista professionista dal 2003, si occupa prevalentemente di politica, geopolitica e attualità economica, con diverse divagazioni in ambito sportivo e musicale.

Lo stop alla produzione e vendita di automobili con motore a scoppio dal 2035 sarà con tutta probabilità ratificata, ma la Commissione Europea è pronta a ‘salvare’ i propulsori termici alimentati con carburanti sintetici, i cosiddetti ‘e-fuels’, mentre non verranno presi in considerazione i biocarburanti su cui l’Italia si era intestata la battaglia pensando magari di avere l’appoggio di Berlino. Così non sarà. Al solito, la Germania ne uscirà indenne, l’Italia si ritrova nell’angolo e il suo voto contrario non potrà cambiare le carte in tavola.

Non è una novità che “Il segreto peggio conservato in Europa è che si fa sempre quello che dice la Germania”. Era così coi governi a guida Pd, col governo gialloverde M5s-Lega, ed è così anche oggi con la destra a palazzo Chigi. Il vicepresidente della Commissione europea Frans Timmermans ha spiegato che le uniche deroghe possibili per consentire la vendita di auto con motore a combustione oltre il 2035 riguarderanno i carburanti sintetici. Una modifica ulteriore significherebbe dover portare di nuovo il regolamento in Parlamento, che ha già licenziato il testo in via definitiva. “Qualsiasi altra cosa riaprirebbe l’intero accordo e non è quello che stiamo facendo”, ha detto.

La spunta la Germania

Lo stop al voto dello scorso 1° marzo vedeva allineate Roma e Berlino sulla stessa posizione di diffidenza verso una norma che avrebbe consegnato dal 2035 l’intera mobilità continentale all’auto elettrica. Ma in realtà la Germania si era mossa in anticipo, e già il 29 giugno 2022, nella seduta di Consiglio dei ministri dell’Ambiente dei Paesi Ue, riuscì a far inserire una menzione degli e-fuel prodotti con energia rinnovabile nelle conclusioni dei lavori, ottenendo solo un’aggiunta non vincolante, non nel testo principale.

Ora la partita si è riaperta proprio in zona Cesarini. “C’è già consenso in Ue sul fatto di consentire l’utilizzo delle auto con motore a combustione interna dopo il 2035 utilizzando gli e-fuel”, si è lasciato sfuggire il cancelliere tedesco Olaf Scholz, sottolineando come ora manchi solo di trovare “il modo giusto in maniera pragmatica”. Stesso spartito dalla presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, che si è detta altrettanto “fiduciosa” del fatto che “troveremo presto una buona soluzione”. Von der Leyen ha aggiunto che “i negoziati stanno facendo progressi, c’è una comune volontà di risolvere questo tema e di risolverlo nel perimetro dell’accordo provvisorio raggiunto tra il Consiglio e il Parlamento”.

Formalmente, Berlino potrebbe approvare ottenendo in cambio la promessa di una ulteriore norma comunitaria, una sorta di ‘allegato’ – che accolga le sue posizioni.

Italia isolata

Ciò che vale per gli e-fuel (prodotti con l’idrogeno) non vale per i biocarburanti, che derivano invece dagli scarti organici dell’industria agroalimentare e sono considerati lontani dall’emissione zero cui punta l’Ue. Dunque l’Italia resta isolata e nell’incapacità di tutelare i prorpi interessi (leggi: posti di lavoro).

Va infatti ricordato che per l’approvazione serve il voto favorevole del 55% degli Stati membri, cioè 15 su 27, ma che possano anche rappresentare il 65% della popolazione totale della Ue. Il solo voto contrario dell’Italia dunque non è determinante.