Dietrofront dovuto sugli aumenti di stipendio per otto ministri e dieci sottosegretari senza scranno parlamentare. Una scelta dettata dal nervosismo politico che si respira dopo l’ultimo scontro tra maggioranza e opposizione alla Camera. Con una fiducia da votare mercoledì e il rischio di trascinare l’ultimo sì al Senato oltre Natale, il governo sembra voler disinnescare il cortocircuito prima che esploda.
La notizia, del resto, aveva indignato la platea degli elettori, visto che gli stipendi sono fermi da trent’anni e molti si trovano a fare i conti con l’inflazione galoppante. L’idea di un aumento per chi già siede nelle stanze del potere rischiava di diventare un boomerang in un Paese dove la precarietà e il lavoro sottopagato sono ormai la regola.
Mentre il Parlamento si prepara a discutere la manovra finanziaria, con l’Aula fissata per mercoledì alle 14, le ultime ore hanno visto emendamenti approvati, bocciati o fermati sul filo del rasoio. La commissione Bilancio, tra ritardi e votazioni a rilento, ha dato il via libera a misure che toccano direttamente settori chiave, dalle scuole al lavoro, passando per il sostegno sociale e la memoria storica.
Spuntano nuove risorse per il Reddito di libertà, lo psicologo a scuola, e il riconoscimento economico per gli specializzandi. Altre proposte, invece, restano al palo, come quella che destinava miliardi alla sanità pubblica o lo stop alle consegne con l’allerta meteo.
Indice
Reddito di libertà: più risorse per sostenere le donne vittime di violenza
La Manovra, come anticipato poc’anzi, entra nel vivo mercoledì alle 14, orario fissato dalla conferenza dei capigruppo della Camera per l’avvio della discussione generale. Ma prima serve il via libera della commissione Bilancio, dove i lavori lunedì hanno arrancato con un ritardo di oltre due ore. Nonostante lo slittamento, qualcosa si è mosso.
Tra i primi provvedimenti approvati spicca il rifinanziamento del Reddito di libertà, con 1,1 milioni di euro all’anno a partire dal 2025. Un intervento essenziale per aiutare le donne a ritrovare autonomia economica e liberarsi da situazioni di violenza.
Non ha trovato la stessa fortuna, invece, l’emendamento ribattezzato “legge Griseri”, che avrebbe imposto lo stop alle consegne in caso di allerta meteo. Bocciato anche il testo delle opposizioni che mirava a destinare 5 miliardi di euro al sistema sanitario.
Stipendi parlamentari, Crosetto spegne l’incendio: “Evitiamo polemiche inutili”
Guido Crosetto, il ministro della Difesa, ha scelto i social per metterci un punto: “Abbiamo chiesto ai relatori di ritirare l’emendamento ed evitare inutili polemiche. È assurdo lasciare anche solo un secondo di più di spazio alle polemiche sull’emendamento che parificava tutti i ministri e sottosegretari non parlamentari ai deputati, riconoscendo i rimborsi spese”.
Nella sua dichiarazione, Crosetto non nasconde l’assurdità di un trattamento economico diverso per chi siede nello stesso Consiglio dei Ministri: “Non ha particolare senso che il ministro dell’Interno o della Difesa debbano avere un trattamento diverso rispetto a un loro sottosegretario”. Ma ora non è il momento di giocare con la miccia accesa, meglio congelare tutto e non pensarci più fino alla fine della legislatura.
Tariffe autostradali: niente rincari, per ora
L’aumento dell’1,8% sulle autostrade, già scritto nero su bianco nel Piano di bilancio, viene stoppato. Una decisione che mette temporaneamente in pausa un’altra voce destinata a pesare sui portafogli degli italiani, mentre la tensione sui costi delle infrastrutture rimane alta.
La commissione Bilancio ha approvato un accordo che permette al ministero delle Infrastrutture di firmare un nuovo contratto con Anas, l’ente che gestisce strade e autostrade in Italia. Questa convenzione durerà 50 anni, un periodo molto lungo che impegnerà il governo a mantenere Anas come unico gestore per decenni.
Camerieri: meno tasse sulle mance
Piccolo aiuto per chi lavora in bar e ristoranti. La Manovra alza il limite di detassazione delle mance ricevute dal personale, passando dal 25% al 30%. Aumenta anche il tetto di reddito per beneficiare della misura, che sale da 50 mila a 75 mila euro annui.
Bonus psicologo: più soldi per la salute mentale
Dopo settimane di tira e molla, la commissione Bilancio ha dato via libera a due emendamenti, uno del Movimento 5 Stelle e l’altro del Partito Democratico. Nuovi fondi per il bonus psicologo, tirati fuori dal famoso “tesoretto” delle modifiche parlamentari. Si parla di:
- 1,5 milioni nel 2025,
- 500mila euro nel 2026,
- 1 milione nel 2027.
E non è finita qui. Passa anche la proposta del Pd per introdurre lo psicologo nelle scuole. Il nuovo fondo prevede:
- 10 milioni per il 2025
- 18,5 milioni a partire dal 2026.
Una boccata d’ossigeno per un settore che si dimostra sempre più essenziale e allo stesso tempo costantemente sottofinanziato.
Scuole paritarie: più risorse per gli alunni disabili
Sempre a proposito di scuola, passa invece l’emendamento firmato dalla maggioranza con Azione e Italia Viva, che aggiunge 50 milioni nel 2025 e 10 mila euro annui dal 2026 per le scuole paritarie che accolgono studenti con disabilità. Niente da fare per la proposta analoga di Lorenzo Cesa (Noi Moderati), che prevedeva un bonus di 1.500 euro per le famiglie con Isee sotto i 40 mila euro.
Specializzandi sanitari: arriva il riconoscimento economico
Per 25 anni sono stati costretti a un paradosso: specializzazione obbligatoria ma senza un centesimo in tasca. Ora qualcosa cambia. Grazie a uno stanziamento di 30 milioni di euro, arriva finalmente un trattamento economico per gli specializzandi di area sanitaria: biologi, chimici, fisici, farmacisti, psicologi, odontoiatri e veterinari. L’annuncio arriva dalla deputata di Fratelli d’Italia, Marta Schifone: “Garantiamo finalmente un trattamento economico iniziale a questi professionisti”.
Campagne contro i disturbi alimentari: arrivano 1,5 milioni
Approvato l’emendamento di Azione, firmato Ruffino e Bonetti, che destina 1,5 milioni in tre anni per campagne di prevenzione sui disturbi della nutrizione e dell’alimentazione. “Un’approvazione doverosa – dichiarano i firmatari – perché la politica deve smettere di fermarsi alle parole di vicinanza e cominciare a mettere risorse”.
Stabilizzazione dei precari Cnr: arrivano i milioni
Anche il Consiglio Nazionale delle Ricerche porta a casa un risultato. Grazie a un accordo che unisce Pd, Alleanza Verdi-Sinistra e Movimento 5 Stelle, sono stati sbloccati fondi per stabilizzare ricercatori, tecnici e amministrativi precari:
- 9 milioni nel 2025,
- 12,5 milioni nel 2026,
- 10,5 milioni a partire dal 2027.
Questi numeri non cambiano la realtà dei conti pubblici, ma per centinaia di lavoratori significa trasformare contratti traballanti in qualcosa che assomiglia di più a un futuro.
Fondi per la Resistenza e il voto delle donne
La Manovra finanzia anche la memoria storica. Un emendamento del Pd mette sul tavolo:
- 700mila euro per celebrare la Resistenza, la nascita della Repubblica e il primo voto femminile,
- 300mila euro per onorare Giacomo Matteotti, destinati alla Casa Museo di Rovigo.
Una misura che guarda sì al passato, ma parla al presente, perché i bilanci raccontano anche chi siamo e dove vogliamo andare.