A fine 2023 il patrimonio dei risparmiatori, seguiti dai consulenti finanziari degli intermediari associati, raggiunge i 785,1 miliardi di euro evidenziando una crescita del 12,3% rispetto alla valorizzazione osservata al termine dello scorso anno (698,9 miliardi). Le leve di crescita si ritrovano nei volumi di raccolta realizzati nell’anno, che incidono per 6,3pp, e nell’effetto performance dei mercati finanziari che contribuiscono per 5,8pp; marginale l’impatto delle modifiche intervenute sul perimetro di rilevazione (+0,3pp).
La valorizzazione complessiva della componente finanziaria/assicurativa/previdenziale del portafoglio raggiunge così i 668,6 miliardi di euro (+15,8% a/a), rappresentando l’85,2% del portafoglio (+2,6pp a/a); di questi, 492,7 miliardi sono investiti in prodotti del risparmio gestito (il 62,8% del portafoglio; -3,2pp a/a) e 175,8 miliardi in strumenti finanziari amministrati (il 22,4% del patrimonio; +5,8pp a/a).
La componente strettamente finanziaria (Oicr, gestioni individuali e titoli amministrati) aumenta del 21,9% a/a con un effetto mercato stimato all’8,1%. La liquidità scende a 116,5 miliardi (-4,2% a/a), con un’incidenza in portafoglio del 14,8% (-2,6pp a/a). Questo il quadro tracciato da Assoreti nel report sulle consistenze patrimoniali di dicembre 2023.
Effetto positivo incertezza e volatilità
“Come dimostrano i numeri presentati oggi, le Reti di Consulenza Finanziaria – dichiara Massimo Doris, presidente dell’Associazione – hanno ottenuto grandi risultati nel corso dell’anno appena concluso e Assoreti si conferma un punto di riferimento per i risparmiatori italiani. L’attività di consulenza prestata dalle nostre associate risulta particolarmente cruciale nei momenti di forte volatilità e incertezza come quello attuale, perché contribuisce a creare valore nelle scelte degli investitori. Per questo motivo siamo profondamente soddisfatti e guardiamo con rinnovata fiducia all’anno appena iniziato” .
Risparmio gestito
La componente rappresentata dall’insieme dei prodotti del risparmio gestito cresce del 6,9% a/a, con il contributo di tutte le macro-famiglie di prodotto. Il valore degli Oicr, sottoscritti direttamente, si attesta a 213,5 miliardi di euro, con una crescita dell’8,8% rispetto a fine 2022 e un’incidenza complessiva sul portafoglio che si attesta al 27,2% (-0,9pp). I fondi aperti di diritto estero rappresentano il 24% del portafoglio con 188,2 miliardi di euro mentre i prodotti di diritto italiano valgono 22,3 miliardi (2,8% del portafoglio).
La valorizzazione delle gestioni individuali aumenta del 10,5% a/a e raggiunge 80,4 miliardi di euro; l’incidenza in portafoglio si attesta, così, al 10,2% (-0,2pp), risultando equiripartita tra le Gpf e le Gpm.
Il comparto assicurativo vale 180,6 miliardi di euro (+2,6% a/a) rappresentando il 23% del portafoglio (-2,2pp); la crescita osservata sulle unit linked (+8,3% a/a) e in misura più contenuta sui prodotti multiramo (+1,6% a/a) compensa la flessione della valorizzazione delle polizze vita tradizionali (-7,5% a/a). Crescono anche i prodotti previdenziali (+15,1% a/a) che raggiungono, così, 18,2 miliardi. Il contributo complessivo delle Reti al patrimonio investito in Oicr aperti, attraverso la distribuzione diretta e indiretta di quote, è, ora, pari a 403,9 miliardi di euro. L’incidenza sul patrimonio in fondi (1.124 miliardi di euro – dato provvisorio) si attesta, quindi, al 35,9%; a fine 2022 l’incidenza era pari al 34,8%.
Risparmio amministrato
Gli strumenti finanziari amministrati raggiungono una valorizzazione complessiva di 175,8 miliardi di euro, con un incremento del 51,2% a/a. La raccolta sostiene la crescita dei titoli di Stato, più che raddoppiati (60,4 miliardi; +125,1% a/a), e delle obbligazioni corporate (30,1 miliardi; +47,3% a/a), mentre le performance dei mercati spingono i titoli azionari (53 miliardi; +15,6% a/a). Le dinamiche di crescita coinvolgono anche i certificate (11 miliardi; +39,2% a/a) e gli exchange traded product (11 miliardi; +25,2% a/a).