Conto deposito e certificato di deposito, quali sono le differenze?

Scegliere tra conto deposito e certificato di deposito non è sempre facile, entrambi fanno crescere i risparmi ma funzionano in modo diverso e hanno regole e rendimenti diversi

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Alessandra Di Bartolomeo

Giornalista di economia

Giornalista esperta di risparmio, ha maturato una vasta esperienza nella divulgazione di questioni economiche.

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Se si cerca un’alternativa al conto corrente, il conto deposito e il certificato di deposito potrebbero rivelarsi una buona scelta. Il motivo è che, nonostante siano due prodotti diversi tra loro, permettono di ottenere dei tassi di interesse più alti e offrono un buon livello di sicurezza. In che cosa si distinguono esattamente e quali conviene scegliere?

Che cos’è un conto deposito

Prima di parlare delle differenze tra conto deposito e certificato di deposito è necessario capire che cosa sono esattamente tali prodotti. Partiamo dal primo. Si tratta di uno strumento sul quale si possono depositare i propri risparmi per un determinato periodo, che di solito non va oltre i 6 anni, e ricevere interessi su di essi.

Esistono due tipologie di conti deposito: ci sono quelli non vincolati e vincolati. I primi, come si evince dal nome, sono liberi per cui è possibile prelevare i soldi accantonati in ogni momento. Con gli altri, invece, il denaro resta bloccato per un determinato periodo in cambio di tassi di interesse più elevati.

I punti di forza del conto deposito sono:

  • la semplicità;
  • la liquidità nel caso si scelga la formula non vincolata.

Inoltre, i soldi depositati su di esso fino a 100.000 euro per depositante e per istituto di credito sono tutelati dal Fitd ovvero dal Fondo Interbancario di Tutela dei Depositi.

Ecco un esempio:

Supponiamo che un risparmiatore abbia presso la stessa banca 120.000 euro depositati in tre diversi prodotti. Esattamente 50.000 euro su un conto deposito, 30.000 euro su un conto corrente e 20.000 euro in azioni acquistate mediante il suo portafoglio titoli. Nel caso l’istituto di credito dovesse fallire, la persona riceverà solo 80.000 euro di rimborso. Perderà i 20.000 euro depositati in azioni, in quanto il Fitd non coprirà gli investimenti in azioni, obbligazioni e pronti contro termine.

Gli svantaggi principali sono invece:

  • il rischio di tassi più bassi nel futuro in quanto se questi ultimi salgono un conto vincolato può essere meno conveniente rispetto ad altre offerte;
  • l’imposta di bollo dello 0,20% che si paga sulla cifra depositata;
  • la necessità, in molti casi, di avere un conto corrente collegato;
  • un rendimento certo ma limitato.

Cos’è un certificato di deposito?

Il certificato di deposito è uno strumento finanziario che permette di depositare denaro per un determinato periodo a seguito del quale si riceve un certificato che attesta il diritto di ottenere il rimborso della cifra investita e il pagamento degli interessi maturati alla scadenza pattuita.

Per quanto riguarda la durata dell’accantonamento, esso può andare da pochi mesi a diversi anni mentre il tasso di interesse applicato può essere fisso (ovvero che non cambia mai durante tutta la durata del vincolo) o variabile ovvero che si adegua ai movimenti del mercato.

Esistono poi varie tipologie di certificati di deposito che si distinguono tra loro per la modalità di calcolo degli interessi, per la flessibilità e la durata.

I principali sono:

  • i depositi standard che hanno un tasso e una durata fissa potrebbero essere il prodotto ideale per chi desidera un investimento certo e senza rischi;
  • i certificati di deposito a tasso variabile che cambiano in base alle condizioni del mercato, potrebbero rivelarsi ottimali nei periodi in cui si prevedono dei rialzi;
  • i certificati indicizzati che si adeguano a un indice di mercato come l’Euribor, tali prodotti danno la possibilità di beneficiare di un eventuale aumento del tasso di interesse;
  • i certificati a lungo termine che hanno una durata che va dai 5 ai 10 anni, offrono un rendimento più elevato ma richiedono una maggiore immobilizzazione del capitale;
  • i depositi certificati con premio finale che prevedono un bonus in aggiunta sono l’ideale per chi desidera lasciare il proprio denaro investito nel lungo periodo.

Quali sono i vantaggi e gli svantaggi dei certificati di deposito

Così come i conti deposito, anche i certificati di deposito sono garantiti dal Fitd fino a 100.000 euro per depositante. Oltre a tale vantaggio, tali prodotti:

  • offrono un rendimento garantito se si opta per il tasso fisso;
  • non richiedono un conto corrente d’appoggio;
  • sono semplici da usare perché una volta sottoscritti non richiedono alcuna gestione;
  • sono prevedibili in quanto si può programmare con precisione l’obiettivo di risparmio;
  • sono stabili in quanto bilanciano un portafoglio con investimenti più rischiosi.

Lo svantaggio principale è la possibilità che il tasso fisso diventi meno conveniente rispetto a nuove offerte, nel caso i tassi di mercato dovessero aumentare.

Inoltre:

  • il denaro resterà bloccato fino alla scadenza per cui il ritiro anticipato potrebbe comportare la perdita degli interessi o una penale;
  • l’imposta di bollo dello 0,20% sul saldo medio annuo.

Che differenza c’è tra conto deposito e certificato di deposito?

La principale differenza tra i conti deposito e i certificati di deposito riguarda la liquidità.

I depositi liberi consentono infatti di prelevare il denaro in forma immediata mentre i certificati di deposito impongono un vincolo fino alla scadenza. Proprio per tale motivo i primi sono preferibili per chi ha bisogno di accedere rapidamente al capitale mentre i secondi per chi può rinunciare alla liquidità per lungo periodo in cambio di un tasso maggiore.

Anche la forma giuridica è diversa in quanto il certificato di deposito è un titolo di credito emesso dalla banca simile a un investimento a scadenza mentre il conto è un rapporto di deposito.

Un’altra differenza riguarda il pagamento degli interessi. Per il conto deposito, esso avviene periodicamente o alla scadenza a seconda del prodotto scelto. Per  il certificato di deposito, invece, dipende dalla formula prevista all’emissione che può essere ad esempio periodica o unica al termine del vincolo.

Quali alternative?

In alternativa ai conti deposito e ai certificati di deposito, chi desidera far fruttare il proprio capitale può scegliere anche le obbligazioni e i titoli di Stato. Tali prodotti non sono dei semplici depositi bancari ma dei prestiti che chi investe concede ad un ente emittente che può essere un governo o una società. I rendimenti possono essere più alti nel caso si opti per obbligazioni corporate ma il rischio è più alto, soprattutto a causa delle fluttuazioni del mercato secondario.

Ci sono poi i fondi comuni di investimento, ideali per chi vuole diversificare il portafoglio. Il rendimento, però, non è garantito e il valore della quota fluttua nel tempo in quanto seguendo l’andamento dei mercati.