Il mercato del Bitcoin resta difficile da decifrare, con il principale asset digitale che fatica a riconquistare slancio dopo i forti aumenti degli ultimi anni. Martedì la criptovaluta è tornata a scambiarsi intorno agli 87.000 dollari (circa 74.600 euro), registrando un calo del 2,5%, dopo aver cercato di stabilizzarsi sui 90.000 dollari. Non è la prima volta che a una fase di rialzo segue una brusca correzione.
L’attenzione degli investitori è ora parzialmente rivolta ai verbali della riunione di dicembre della Federal Reserve, in cerca di indizi sulle future traiettorie dei tassi di interesse. Le aspettative di un ciclo di allentamento monetario hanno finora supportato gli asset rischiosi, ma l’incertezza sul ritmo e l’entità dei tagli mantiene la volatilità in sospeso.
Come sarà il 2026 del Bitcoin
Mentre il mercato naviga questa fase di transizione, analisti di spicco offrono prospettive a lungo termine che suggeriscono un’evoluzione matura del Bitcoin. Matt Hougan, Chief Investment Officer di Bitwise, delinea uno scenario per i prossimi dieci anni:
Penso che ci troviamo all’inizio di dieci anni di crescita graduale, con rendimenti solidi. Non saranno rendimenti spettacolari, ma ritorni consistenti, volatilità più contenuta e qualche fase di salita e discesa.
Proprio sul recente calo, Hougan offre una lettura ottimistica. A suo avviso, i cali più bassi rispetto ai 60% osservati in cicli precedenti è un segnale di maturità, attribuibile agli “acquisti istituzionali persistenti e graduali”.
C’è chi invece è più cauto. Sebastian Beau di ReserveOne, iniziativa di nuova costituzione di alcuni imprenditori dell’universo blockchain, osserva che non è chiaro se il ciclo sia “finito“.
Il massimo storico è stato di 125.000 dollari a inizio ottobre; oggi siamo intorno agli 87.000, con un calo di circa il 30% in tempi relativamente rapidi, un calo molto pesante.
Cosa c’entra Trump
Un altro elemento di discussione è il ruolo dell’amministrazione Trump. L’insediamento a gennaio è stato un catalizzatore per il rally che ha portato Bitcoin a raggiungere i 115.000 dollari, visto come un segnale di un ambiente normativo più favorevole.
Tuttavia, secondo Hougan, gran parte di questo impulso rialzista è ormai incorporato nel prezzo. Ha affermato che
non c’è molto altro che Trump può fare per Bitcoin.
Ha poi sottolineato come la classificazione dell’asset come commodity da parte della Sec abbia già fornito una chiarezza cruciale.
Fisco, meno anonimato e più trasparenza dal 2026
Dal 1° gennaio 2026, il mondo delle criptoattività nell’Unione Europea subirà una trasformazione radicale verso la trasparenza fiscale e la regolamentazione, decretando la fine strutturale dell’anonimato.
Questo cambio di paradigma è guidato da tre pilastri normativi:
- il Carf dell’Ocse, che istituisce un quadro globale per lo scambio automatico di dati sulle transazioni;
- la direttiva DAC8, che anticipa in Ue questo scambio obbligando gli operatori a comunicare alle autorità fiscali identità, movimenti e saldi dei portafogli degli utenti;
- il regolamento MiCA, che introduce un registro pubblico degli operatori autorizzati (CASP) e standard rigorosi di tutela degli investitori.
Per le aziende del settore, il 30 dicembre 2025 devono presentare la domanda di autorizzazione per continuare a operare, adeguando modelli di governance e documentazione. Ma l’Italia sembra in ritardo in questa corsa all’adeguamento, con ancora nessun Casp autorizzato sul suo territorio e poche richieste in vista della scadenza. Il rischio è di marginalizzare il proprio ecosistema finanziario digitale in favore di altri Stati membri.