UE: nonostante difficoltà economiche aspetti positivi per i bond

Con livelli di rendimento attuali significativamente più alti di quelli precedenti alla pandemia, opportunità interessanti per gli investitori a reddito fisso

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Redazione

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Pubblicato: 23 Febbraio 2025 09:00

“L’Eurozona ha dovuto affrontare notevoli sfide economiche, con una crescita del PIL costantemente e significativamente inferiore a quella degli Stati Uniti, a causa delle prestazioni inferiori alla media di Germania e Francia. Mentre l’Europa affronta i suoi ostacoli, come i prezzi elevati dell’energia e la concorrenza della Cina, riteniamo che nella regione vi siano sia opportunità che rischi. Nonostante le difficoltà economiche dell’Europa vediamo aspetti positivi per i bond”. È quanto rileva in un report Nicola Mai, Economist e Sovereign Credit Analyst di Pimco.

Le difficoltà economiche dell’Eurozona

Le difficoltà economiche dell’Eurozona – evidenzia il report – sono dovute a una combinazione di fattori ciclici e strutturali. Rispetto agli Stati Uniti, la spinta fiscale dell’Europa è stata meno aggressiva, il che ha contribuito alla sua sottoperformance. Le questioni strutturali, come il ritardo tecnologico e la produttività, insieme a investimenti molto deboli, hanno ulteriormente ostacolato la crescita.

Sebbene vi siano segnali di ripresa dell’economia, come un leggero aumento dei recenti dati dell’indice Pmi, questo ottimismo – sottolinea l’analista – “è mitigato da potenziali distorsioni stagionali e dall’accumulo di scorte da parte delle aziende statunitensi in vista dell’implementazione delle tariffe. Inoltre, l’incertezza politica, in particolare in Germania e Francia, sta portando le banche a inasprire le condizioni di credito, ostacolando la crescita. Secondo l’indagine sul credito bancario della Bce del gennaio 2025, le banche dell’area euro hanno segnalato un nuovo inasprimento netto dei criteri di concessione del credito alle imprese, dovuto a una maggiore percezione dei rischi legati alle prospettive economiche e a una minore tolleranza al rischio da parte delle banche”.

Possibile rallentamento della crescita globale

Le prospettive europee – evidenzia Mai – “sarebbero impegnative anche in assenza di un contesto commerciale globale più avverso e incerto, che rappresenta un ulteriore significativo ostacolo per l’economia europea, che dipende dalle esportazioni. Le prospettive per la politica commerciale statunitense sotto l’amministrazione Trump rimangono poco chiare. Inizialmente, Canada, Messico e Cina erano al centro delle misure commerciali, ma la recente retorica e le azioni intraprese indicano un ampliamento delle restrizioni commerciali, con l’Europa al centro dell’attenzione”.

Anche se resta da vedere quale sarà l’aggressività della politica tariffaria, sottolinea l’analista, “la semplice minaccia di perturbazioni commerciali potrebbe aumentare la cautela delle imprese. Questo è stato osservato nel 2018-19 sotto la prima amministrazione Trump, quando le aziende hanno ridotto i piani di investimento a causa della maggiore incertezza. In questo contesto, la crescita inferiore alla media è il nostro scenario di base per l’area dell’euro. Tuttavia, una vera e propria guerra commerciale potrebbe facilmente spingere la regione in recessione, data la sua già debole base di crescita”.

Per l’Europa, il possibile rallentamento della crescita globale, osserva, “aggrava queste sfide, a causa non solo delle decisioni politiche degli Stati Uniti, ma anche dei risultati economici della Cina. Mentre alcuni operatori di mercato contano su una politica fiscale più espansiva in Germania dopo le prossime elezioni di fine mese, riteniamo che eventuali cambiamenti saranno incrementali piuttosto che rappresentare un cambiamento radicale in ambito fiscale. Allo stesso modo, anche se pensiamo che una risoluzione della guerra Russia-Ucraina potrebbe essere positiva per la crescita europea, non amplificheremmo l’impatto sull’economia”.

Panorama favorevole per le obbligazioni

In questo contesto incerto – sottolinea l’analista – “vediamo un panorama favorevole per le obbligazioni. Con i livelli di rendimento attuali significativamente più alti di quelli precedenti alla pandemia, ci sono opportunità interessanti per gli investitori a reddito fisso. Riteniamo che la duration europea sia interessante, in particolare nella parte della curva compresa tra 5 e 10 anni, mentre tendiamo a sottopesare la parte lunga della curva a causa dell’aumento delle emissioni sovrane e del ridotto sostegno della banca centrale.

Avere un’esposizione alla duration nei portafogli offre anche un significativo potenziale di rialzo in caso di scenari commerciali globali più avversi“. Al di fuori del periodo di riferimento, gli spread sovrani rispetto ai bund tedeschi nella regione “sono relativamente contenuti da un punto di vista storico. Tuttavia, vediamo una maggiore stabilità in questo spazio rispetto a un decennio fa, poiché la Bce ha affermato il suo ruolo di prestatore di ultima istanza per i governi, in un contesto di miglioramento della cooperazione fiscale e di un generale calo dell’euroscetticismo”.

Per quanto riguarda le azioni e gli asset di rischio in generale, sottolinea l’analista, “c’è motivo di rimanere cauti, date le difficili previsioni macroeconomiche e quelle che consideriamo valutazioni eccessivamente ottimistiche. Sul fronte valutario, preferiamo sottopesare l’euro rispetto al dollaro, date le prospettive macroeconomiche e i rischi tariffari in corso”.