Evasione fiscale, la GdF recupera oltre 11 milioni di euro dagli influencer: tra questi Luis Sal e Gianluca Vacchi

Tra i primi effetti, il recupero a tassazione per oltre 11 milioni di euro a 4 noti influencers, seguiti da 50 milioni di follower in totale

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Pubblicato: 9 Marzo 2024 09:47Aggiornato: 9 Marzo 2024 13:42

La Guardia di Finanza di Bologna ha recuperato 11 milioni di euro attraverso accertamenti condotti da fine 2022 su quattro influencer bolognesi, seguiti da un totale di 50 milioni di follower, e cinque digital creator, attivi su piattaforme come OnlyFans e Escort Advisor. Sono stati analizzati i guadagni derivanti dalla pubblicazione di post sui social media e dalle collaborazioni avviate con aziende. I quattro influencer sarebbero l’imprenditore, dj e star del web Gianluca Vacchi, lo youtuber che ha fatto causa a Fedez Luis Sal e due sex worker Giulia Ottorini, Eleonora Bertoli, molto attive sulla piattaforma per adulti OnlyFans.

Gli influencer nel mirino

Le due influencer erano completamente sconosciute al Fisco e la Guardia di Finanza ha dovuto ricostruire i loro guadagni non solo dalle pubblicazioni sui social e dalle collaborazioni professionali con aziende (“influencer marketing”), ma anche tramite l’inserimento di contenuti su due popolari siti di intrattenimento per adulti. Per tre di loro è stata segnalata all’Agenzia delle Entrate l’applicazione di una particolare addizionale alle imposte sul reddito introdotta dalla legge di Bilancio 2006 per coloro che producono, distribuiscono, vendono e rappresentano materiale per adulti, anche in formato multimediale. I cinque digital creator, anch’essi sconosciuti al Fisco, erano molto attivi nella pubblicazione di servizi a pagamento online.

A Vacchi e a Luis Sal, la cui posizione è invece nota al Fisco, la Finanza avrebbe chiesto cifre si aggirerebbero, rispettivamente, intorno ai 7 e ai 2 milioni di euro.

L’indagine condotta dalla Guardia di Finanza è stata avviata nel 2022 come parte delle verifiche sul crescente fenomeno degli influencer nel periodo post Covid. Online sono disponibili tariffe che indicano quanto gli influencer possono guadagnare attraverso la pubblicazione di storie e post in base al numero di follower.

Accordo GdF- Agenzia delle Entrate: i risultati

Non solo. Nel recente passato, l’Agenzia delle Entrate ha avviato un’indagine su due noti gamer, proprietari di canali dedicati su piattaforme social, utilizzati per fini di marketing in occasione del lancio di nuovi videogiochi, sessioni di gioco e organizzazione di eventi. I loro compensi, legati alle visualizzazioni ottenute, sono stati guadagnati in totale evasione fiscale, nonostante la regolarità e il livello professionale dell’attività. Ai due influencer è stato contestato un totale di 1,2 milioni di euro di ricavi non dichiarati.

Nel secondo contesto, sono stati esaminati 5 digital creator (tutti sconosciuti al fisco) attivi nella pubblicazione di servizi a pagamento online. Per tre di loro, è stata applicata un’addizionale fiscale introdotta dalla legge di bilancio del 2006 per chi produce, distribuisce, vende e rappresenta materiale per adulti, anche in formato multimediale.

L’importo di questa addizionale, pari a circa 200.000 euro in totale, sarà destinato a interventi a sostegno del settore dello spettacolo, particolarmente colpito dalla pandemia. In generale, gli influencer hanno collaborato pienamente, accettando prontamente le contestazioni e versando le somme dovute all’Erario; solo in alcuni casi, hanno richiesto ulteriori approfondimenti prima di proseguire con le procedure fiscali.

La collaborazione tra Agenzia delle Entrate e Guardia di Finanza

Questi sono i primi frutti di una collaborazione più stretta tra l’Agenzia delle Entrate e la Guardia di Finanza, finalizzata a garantire il rispetto delle normative fiscali da parte degli influencer, blogger e creator che generano reddito pubblicando contenuti online.

Attraverso un “memorandum operativo congiunto”, i due enti hanno definito un piano di azione condiviso per intensificare il contrasto all’evasione fiscale nel settore dell’economia dei creator digitali, che include le attività svolte da coloro che producono e diffondono contenuti multimediali su internet, stabilendo rapporti duraturi con i propri seguaci.

La collaborazione sarà basata sull’analisi e l’utilizzo dei dati disponibili e delle informazioni acquisite tramite le banche dati e gli applicativi in uso, nonché attraverso la cooperazione internazionale in materia fiscale. Saranno esaminate le situazioni caratterizzate da discrepanze significative tra i redditi dichiarati, il numero di iscritti o visualizzazioni sui canali web e la disponibilità di beni. Questo consentirà di approfondire ulteriormente le posizioni sospette e di identificare potenziali casi di evasione fiscale.

Sulla base dei risultati delle analisi preliminari, è stato avviato un piano di azione congiunto che prevede attività ispettive mirate verso i soggetti individuati. Queste attività potranno includere accessi, ispezioni, verifiche e l’acquisizione di documentazione, nonché lo sviluppo di indagini finanziarie, a seconda delle circostanze specifiche. Oltre agli aspetti fiscali, la Guardia di Finanza sarà incaricata di verificare la conformità con gli obblighi relativi al trattamento dei dati personali, al diritto d’autore, alla tutela dei marchi e al divieto di pubblicità occulta.