Industria italiana autobus, pronto un nuovo socio cinese per sostenere la produzione

Un socio cinese per risollevare la produzione di Industria italiana autobus: l’ipotesi non piace ai sindacati che, nel corso del tavolo al Mimit, ottengono la revoca del trasferimento di 77 dipendenti da Bologna a Flumeri.

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Riccardo Castrichini

Giornalista

Nato a Latina nel 1991, è laureato in Economia e Marketing e ha un Master in Radio, Tv e Web Content. Ha collaborato con molte redazioni e radio.

Nel corso dell’incontro odierno, 3 settembre 2024, tenutosi al ministero delle Imprese e del Made in Italy per la vertenza di Industria italiana autobus (Iia) non sono stati trovati sbocchi decisivi, ma anzi per i lavoratori è arrivata la notizia che la nuova proprietà, la Seri Industrial, sta lavorando per avviare una collaborazione con un nuovo socio cinese. Questo, a quanto si apprende, entrerebbe col 25 per cento nel capitale. L’ipotesi non piace affatto ai lavoratori e ai loro rappresentanti, visto che non sarebbe del tutto da escludere che Industria italiana autobus possa diventare il mero veicolo di commercializzazione di vetture cinesi.

Industria italiana autobus, ipotesi nuovo socio cinese

Nel corso del tavolo di confronto organizzato al Mimit si è anzitutto discusso dell’ipotesi, avanzata dalla proprietà di Industria italiana autobus, che 77 operai dello stabilimento produttivo di Bologna venissero trasferiti a quello di Flumeri, in provincia di Avellino. Su richiesta dei sindacati tale opzione è stata scongiurata, anche grazie all’intervento dell’assessore al Lavoro dell’Emilia Romagna Vincenzo Colla. Lo stabilimento bolognese, dunque, non verrà chiuso, ma i pericoli all’orizzonte sembrano non essere finiti per i lavoratori. A non piacere ai sindacati, infatti, è la possibilità che entri a far parte della società un socio cinese con il 25 per cento.

Il socio cinese di Iia

“Si sta lavorando ad una collaborazione con un grande produttore cinese – ha detto Iia nel corso del vertice al Mimit – che entrerebbe col 25 per cento nel capitale e consentirebbe l’accesso a componentistica a prezzi molto bassi”. Fin qui nulla di particolarmente gravoso per le forze sindacali, se non fosse che il nuovo socio cinese si riserva la possibilità “di proporre nelle gare i propri mezzi” qualora Industria italiana autobus non riuscisse.

Ecco dunque spiegato il timore dei metalmeccanici di Iia che hanno paura di un blocco della produzione italiana in favore di quella a minor costo cinese. Industria italiana autobus potrebbe, secondo la loro visione, diventare “un veicolo di commercializzazione di autobus prodotti in Cina”. Al momento non si conoscono maggiori dettagli, se non il fatto che la trattativa sarebbe in fase molto avanzata e che l’investimento asiatico sarebbe finalizzato alla produzione di veicoli commerciali.

I problemi produttivi Industria italiana autobus

Industria italiana autobus rappresenta oggi la principale azienda italiana specializzata nella costruzione di autobus. Fino allo scorso giugno aveva come socio forte Leonardo che, però, ha ceduto la sua quota a Seri industrial. Proprio quest’ultimo ha da subito riscontrato dei seri problemi produttivi nell’azienda.

“Dal nostro insediamento in azienda – dicono da Seri industrial – abbiamo riscontrato una situazione estremamente complessa, frutto di anni di cattiva gestione: costi e tassi di inefficienza elevatissimi, con un livello di assenteismo superiore al 10 per cento”. Questo scenario aveva spinto a valutare la chiusura, al momento scongiurata, dello stabilimento produttivo di Bologna dove, come riferisce il presidente di Seri industrial Vittorio Civitillo, “vengono prodotti 3 bus al mese (0,2 al giorno), mentre per ripristinare la redditività è fondamentale raggiungere l’obiettivo minimo di 3 mezzi prodotti al giorno. Allo stato attuale, il tasso di dispersione industriale è al 20 per cento e l’azienda perde 30 milioni di euro l’anno”.