Il caso Juventus, Corte Ficg: “Violazione grave, ripetuta e prolungata”

Sono state rese note le motivazioni che hanno cinvinto i giudici dlela Cre federale ad imporre una sanzione più severa alla squadra di calcio

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Redazione

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La penalizzazione della Juventus di -15 punti in classifica tiene conto della “particolare gravità e della natura ripetuta e prolungata della violazione” che è stata dimostrata dalle indagini sulla spinosa questione delle plusvalenze emerse a seguito dei trasferimenti di calciatori che  hanno costretto Andrea Agnelli ed altri dirigenti a dimettersi. E’ quanto rilevato dalle motivazioni della Corte federale della Figc, ben 36 pagine rese pubbliche ieri, che hanno avuto un impatto immediato sul titolo in Borsa.

La reazione della Borsa

La reazione di Piazza Affari alla pubblicazione delle motivazioni è stata subito negativa. Già in fase di avvio delle contrattazioni, le azioni del club non hanno fatto prezzo, per poi rientrare i trattazione in ribasso. La giornata si è chiusa con scambi attorno ad un valore di 0,2946 euro, in calo del 2,5% circa rispetto a venerdì e con 20 milioni di capitalizzazione andati in fumo. In un mese il titolo ha già perso l’8,4% del suo valore.

Le motivazioni della Corte d’Appello della Figc

La Corte d’Appello, che il 20 gennaio scorso ha disposto una maggior sanzione di -15 punti in classifica al club bianconero, aggravando la pena chiesta dalla Procura federale che era di -9 punti, ha spiegato che la sentenza ha “tenuto conto dei precedenti che hanno riguardato alterazioni contabili protratte per più esercizi, ovvero di rilevanti dimensioni ed intensità, che in passato hanno portato a penalizzazioni di valore oscillante ma, in taluni casi, anche significative”.

“Il fatto nuovo che prima non era noto è proprio l’avvenuto disvelamento della intenzionalità sottostante all’alterazione delle operazioni di trasferimento e dei relativi valori”, spiega la Corte, facendo anche cenno alla “presenza di un sistema fraudolento in partenza”.

La quadra di calcio – spiega  la Corte – “giungeva a programmare sistematicamente la realizzazione di plusvalenze prescindendo dall’individuazione stessa del soggetto da scambiare, spesso indicato con una semplice “X” accanto al nome del giocatore della Fc Juventus da cedere e ovviamente accanto al numero prestabilito di plusvalenza da realizzare”.

Quello che colpisce i giudici è anche la “pervasività ad ogni livello della consapevolezza della artificiosità del modus operandi della società stessa”, che ha coinvolto 11 dirigenti ad ogni livello, per i quali sono tate disposte una serie di inibizioni.

Quanto alle altre società assolte si dice che “il sospetto che eventualmente può inferirsi con riguardo alle suddette società non è sufficiente a determinare una condanna. Di qui la decisione della Corte di  “tenere distinte le posizioni riguardanti la Juventus rispetto alle altre squadre”.

La replica del club

La società bianconera ha già annunciato che farà ricorso al Collegio di Garanzia presso il Coni entro i previsti 30 giorni, ritenendo che le motivazioni della Corte d’appello Figc fossero un “documento prevedibile nei contenuti, alla luce della pesante decisione, ma viziato da evidente illogicità, carenze motivazionali e infondatezza in punto di diritto”.

“La fondatezza delle ragioni della Juventus – informa una nota – sarà fatta valere con fermezza, pur nel rispetto dovuto alle istituzioni che lo hanno emesso”.

Il Collegio del CONI potrà valutare eventuali vizi di forma, errate interpretazioni delle norme di giustizia sportiva o violazioni del diritto di difesa.