Un taglio dei tassi d’interesse della BCE nel 2024 è “probabile” ma non assicurato. Lo hanno ribadito oggi alcuni esponenti dell’Istituto di Francoforte, fra cui la Presidente Christine Lagarde, dal World Economic Forum di Davos. Un mantra che si è fatto più insistente nell’ultimo periodo, a causa delle incertezze cui è esposta l’economia globale e dei riflessi dei conflitti diffusi nell’Est europeo e in Medioriente, l’ultimo dei quali in Yemen, rischia di avere effetti sull’andamento dell’inflazione.
Lagarde: attese mercati non aiutano
La Presidente della BCE Christine Lagarde, intervistata da Bloomberg a Davos, ha dichiarato che un taglio dei tassi entro l’estate “è anche probabile”, ma “devo essere cauta, perché stiamo anche dicendo che dipendiamo dai dati e che c’è ancora un livello di incertezza e alcuni indicatori non sono ancorati al livello in cui vorremmo vederli”.
“Non aiuta la nostra lotta contro l’inflazione – ha avvertito – se l’anticipazione è tale da essere troppo alta rispetto a ciò che probabilmente accadrà”.
La numero uno della BCE si è quindi unita ad altri membri del Board della BCE nel tentativo di smorzare le aspettative di un imminente allentamento della politica monetaria ed ha affermato “in genere ci uniamo alle decisioni che prendiamo sulla base dei dati”. Poi, Lagarde ha spiegato che occorre attendere la “tarda primavera” quando la BCE riceverà i dati sulla crescita dei salari desunti dal rinnovo dei contratti collettivi, che potrebbero dare una indicazione di dove stanno andando i redditi delle famiglie e quindi l’inflazione.
Knot (Paesi Bassi): aspettative mercati su tassi “autolesioniste”
Per il banchiere Klaas Knot, Presidente della banca centrale olandese e membro del Board dell’Eurotower, le aspettative dei mercati, che vedono un probabile taglio dei tassi già a marzo, “stanno andando troppo avanti”.
Parlando alla Cnbc, nell’ambito del Forum di Davos, il banchiere ha spiegato “il problema per noi è che alla fine ciò potrebbe diventare controproducente“. “Siamo ottimisti sul fatto che abbiamo una prospettiva credibile di un ritorno dell’inflazione al 2% nel 2025. – ha ribadito – Ma molte cose devono ancora andare bene perché ciò accada”.
“Alla base di tale proiezione – ha concluso – c’è un presunto percorso dei tassi di interesse, che contiene un allentamento significativamente inferiore a quello attualmente incorporato nei prezzi di mercato, quindi questo rischia di diventare autolesionista“.
Simkus (Lituania): “meno ottimista” dei mercati
Gediminas Simkus, Governatore della banca centrale Lituana, ha affermato di essere “ottimista” riguardo a eventuali tagli dei tassi quest’anno, ma si è detto “molto meno ottimista dei mercati riguardo ai tagli dei tassi a marzo o aprile”.
“In generale siamo in linea con le nostre aspettative poiché assistiamo a una disinflazione su vasta scala. Ma la crescita salariale è ancora il doppio della media a lungo termine”, ha avvertito il banchiere, ricordando che i prossimi dati sui salari saranno “molto importanti”.