Private asset: un 2024 da giocare all’insegna del “3D Reset”

Secondo Schroders Capital, le strategie d’investimento che in passato hanno riscosso successo devono affrontare ora diverse sfide

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Redazione

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“Negli ultimi 18 mesi il flusso di liquidità nei mercati dei private asset è cambiato radicalmente. Le strategie d’investimento che in passato hanno riscosso successo devono affrontare diverse sfide”. È quanto sostiene Nils Rode, Chief Investment Officer di Schroders Capital – uno dei principali gruppi finanziari globali, con un patrimonio gestito e amministrato pari a 846,1 miliardi di euro – commentando l’outlook 2024 per i mercati privati. “Riteniamo di essere entrati nell’era che abbiamo definito “3D Reset”, che indica come le dinamiche di decarbonizzazione, demografia e deglobalizzazione stiano modificando il panorama degli investimenti – ha spiegato Rode –. Ai temi delle 3D si aggiunge il progresso tecnologico, in particolare la rivoluzione dell’intelligenza artificiale, al momento guidata dal venture capital e destinata, a nostro avviso, a rimodellare le nostre vite”.

Il ruolo della decarbonizzazione

“La decarbonizzazione procederà a velocità diverse in luoghi diversi. Ci aspettiamo che genererà un filone di opportunità ricco e profondo per decine di anni a venire”, sottolinea il Chief Investment Officer di Schroders Capital. Gli investimenti infrastrutturali, sia in azioni sia in titoli di debito, hanno un ruolo di primo piano per la decarbonizzazione e nel difficile contesto attuale costituiscono un caso d’investimento particolarmente interessante. “Vediamo opportunità anche nelle tecnologie adiacenti quali l’idrogeno, le pompe di calore, le batterie e la ricarica dei veicoli elettrici, che avranno un ruolo importante nel promuovere la decarbonizzazione di settori come i trasporti, il riscaldamento e l’industria pesante”, ha aggiunto.

L’impatto demografico

In molti Paesi emergenti, India in primis, la popolazione è in aumento e nei prossimi vent’anni i giovani contribuiranno a una solida crescita economica. La giovinezza dell’India è in netto contrasto con l’invecchiamento demografico della maggioranza degli altri grandi Paesi. Si prevede comunque che l’effetto della distribuzione per età sia smorzato dallo sfruttamento dell’intelligenza artificiale, che nel prossimo futuro aumenterà la produttività in modo consistente. “Tra le asset class fondamentali per la demografia troviamo l’immobiliare: per soddisfare la rapida evoluzione del quadro demografico saranno necessarie diverse tipologie abitative che rispondano alle esigenze delle diverse età e fasi della vita – ha sottolineato Rode –. Inoltre, se sale l’età media della popolazione, aumenta anche la spesa sanitaria del Paese, il che genera opportunità d’investimento legate alla sanità, in tutto il panorama dei private asset”.

Il fenomeno della deglobalizzazione

La pandemia di Covid-19 e il recente aumento delle tensioni geopolitiche hanno portato in primo piano il tema della resilienza e della sicurezza delle filiere di approvvigionamento. In alcuni settori fondamentali, quello dei semiconduttori in particolare, si sono quindi innescate iniziative di “nearshoring” che hanno avvicinato le catene di fornitura ai luoghi di utenza; riteniamo che questa tendenza continuerà in parallelo al crescere del “multipolarismo” globale. “Guardando alle asset class da privilegiare in tema di deglobalizzazione vediamo in particolare il private equity indiano, che sta rapidamente maturando con un ecosistema di gestori di fondi locali in espansione – ha evidenziato il Chief Investment Officer di Schroders Capital –. Le startup indiane sfruttano la rivoluzione digitale del Paese per rimodellare i settori, in una trasformazione che vede in prima linea i beni di consumo, i servizi finanziari e l’IT. In India sono nati più di 100 unicorni, cioè startup private valutate oltre il miliardo di dollari; questo dato colloca il Paese al terzo posto per creazione di unicorni, dopo Stati Uniti e Cina”.