Petrolio: domanda raggiungerà picco nel 2028. Lo scenario

Le dinamiche del mercato petrolifero tracciate dagli analisti di Pictet Wealth Management che prevede un progressivo ridimensionamento della domanda nelle economie avanzate ed un aumento della domanda delle economie emergenti

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

La domanda di combustibili fossili (petrolio e gas) raggiungerà un picco a metà decennio e così la domanda di carburante per autovetture (benzina e diesel), che si ridurrà per effetto della transizione energetica in atto nelle economie sviluppate.
Il consumo totale di petrolio però continuerà crescere fino al 2028, grazie alla continua espansione della domanda di prodotti petrolchimici ed alla domanda alimentata dalle economie in via di sviluppo dell’Asia. E’ questo lo scenario tracciato da Pictet Wealth Management per il mercato petrolifero.

Le stime sulla domanda

La domanda mondiale di petrolio dovrebbe aumentare di 1,5 milioni di barili al giorno nel 2024, in rallentamento rispetto ai 2 milioni di barili previsti per il 2023, a causa della moderazione della crescita del PIL mondiale che si attesterà al 2,8% dal 3% del 2023.

La contrazione della domanda di petrolio, però, non sarà uniforme e si prevede che ci sarà una significativa divergenza tra la contrazione della domanda nelle economie avanzate (-0,2 milioni il prossimo anno) e l’aumento della domanda di petrolio nelle economie emergenti (+1,7 milioni di barili).

Le previsioni sull’offerta

Sul fronte dell’offerta, gli analisti di Pictet prevedono nel 2024 un’offerta aggiuntiva di 1,3 milioni di barili al giorno proveniente dall’esterno del cartello OPEC+, in particolare da Stati Uniti, Brasile e Guyana.

Di conseguenza, si prevede che i Paesi OPEC+ dovranno estendere i tagli volontari alla produzione per sostenere i prezzi al livello attuale.

Con l’entrata in funzione nel corso dell’anno dell’offerta supplementare da parte dei paesi non-OPEC+ si prevede che il mercato petrolifero globale diventerà sovraccarico entro la fine del 2024.

Il flop dell’ultimo vertice Opec+

L’ultimo vertice dell’Opec+, tenutosi a fine novembre, si è chiuso con un flop parziale, perché il cartello dei produttori di greggio, che doveva approvare tagli aggiuntivi alla produzione, ha trovato l’accordo solo su tagli volontari per 2,2 milioni (in gran parte in capo all’Arabia saudita ed alla Russia) e solo per il primo trimestre del 2024.

Tagli volontari sono stati annunciati da Arabia Saudita (1 milione barili al giorno); Iraq (223mila barili al giorno); Emirati Arabi Uniti (163mila barili al giorno); Kuwait (135mila barili al giorno); Kazakistan (82mila barili al giorno); Algeria (51mila barili al giorno); Oman (42mila barili al giorno).

Petrolio a 90 dollari o anche meno

Pictet prevede che il prezzo del petrolio rimarrà sostenuto, vicino ai 90 dollari al barile (per il greggio Brent) nel primo semestre, grazie all’aumento della domanda da parte delle economie emergenti, in particolare la Cina, prima di scendere verso gli 80 dollari alla fine del prossimo anno.

“Un’offerta supplementare più elevata e più precoce del previsto, da parte dei produttori di petrolio non-OPEC+ – avvertono gli analisti – resta uno dei rischi principali del nostro scenario centrale, insieme alla deludente ripresa cinese. Nel complesso, la nostra previsione centrale per il prezzo del petrolio è soggetta a rischi di ribasso”.