Petrolio ai massimi da 5 mesi: cosa sta facendo salire il prezzo

Il greggio trae vantaggio dalle tensioni geopolitiche, dal razionamento dell'offerta attuato dall'Opec e dai segnali di ripresa dell'economia e quindi della domanda di prodotti energetici

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Redazione

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Il petrolio lievita in modo prepotente sui mercati internazionali e raggiunge i massimi degli ultimi 5 mesi, di riflesso ad un mix di fattori: tensioni geopolitiche, aumento della domanda, razionamento dell’offerta. Elementi che sono destinati a permanere e che potrebbero portare il prezzo del greggio molto più in alto nei prossimi mesi, soprattutto se il miglioramento dlel’eco0nomia USA e cinese dovesse consolidarsi.

Le quotazioni del greggio

Le quotazioni del petrolio si sono spinte per il future sul Brent in consegna giugno 2024 a 88,66 dollari al barile, ai massimi degli ultimi cinque mesi, in rialzo dell’1,18% rispetto alla vigilia, mentre per il Light crude statunitense, in consegna maggio 2024, le quotazioni sono arrivate a 84,88 USD/b, in aumento delol’1,18%, sempre al top dal mese di ottobre 2023.

Le tensioni geopolitiche e l’offerta

Le tensioni geopolitiche stanno giocando un ruolo cruciale sull’offerta di petrolio, che si preannuncia scarsa, a causa dei continui attacchi alle raffinerie russe, che si stima abbiano ridotto l’offerta di almeno 1 milione di barili. L’Ucraina sta colpendo ora una serie di obiettivi sensibili in Russia, fra cui il bombardamento con droni a di alcuni impianti energetici, tra cui una delle maggiori raffinerie di Lukoil ed un deposito di carburanti. A questi di aggiungono gli effetti del conflitto in Medioriente, che impatta sulla produzione dell’Opec+.

Il cartello nella sua formulazione allargata, che include anche la Russia, ha deciso a inizio marzo di estendere i tagli produttivi a 2 milioni di barili, un po’ più rispetto agli 1,3 milioni già pianificati da Russia ed Arabia Saudita, confermando il percorso di razionamento dell’offerta, in linea con la strategia volta a supportare i prezzi attorno agi 80 dollari. Questa settimana è prevista una nuova riunione dell’Opec+ e si saprà se la strategia di razionamento procederà secondo i programmi.

Frattanto, il Ministro dell’energia russo Alexander Novak ha affermato che le compagne petrolifere si concentreranno sui tagli alla produzione per implementare la riduzione dell’output decisa dal cartello, mentre l’Arabia Saudita prevede di alzare il prezzo di vendita del greggio Arab Light ne mese di maggio.+

La domanda è attesa in ripresa

Sul fronte della domanda, al netto dell’impatto della transizione energetica, ci si aspetta un nuovo aumento dei consumi di petrolio in risposta alla ripresa dell’economia, soprattutto da Paesi come gli Stati Uniti e la Cina. In USA, l’ISM manifatturiero è cresciuto per la prima volta in un anno e mezzo, attestandosi a marzo a 51,4 punti dai 49,2 precedenti. Il dato sembra segnalare una ripresa dell’economia statunitense, che verrà ravvivata anche dai tagli dei tassi operati dalla Fed nei prossimi mesi.

Allo stesso modo, il PMI manifatturiero cinese è tornato in zona espansione per la prima volta in sei mesi e conferma la ripresa della prima economia asiatica, che è anche il maggior importatore di petrolio al mondo.