L’Oro continua a correre ed ha ormai pressoché raggiunto un valore di 3mila dollari l’oncia, scambiando questa mattina una manciata di dollari sotto questo livello a 2.965,4 USD (+1%). Il massimo di tutti i tempi è stato toccato a 2.968 dollari. Il raggiungimento e sfondamento del tetto dei 3.000 dollari sarebbe un segnale importante per il mercato. Ma dove può arrivare il metallo prezioso? Gli analisti di Goldman Sachs hanno appena rivisto al rialzo le previsioni sul prezzo dell’oro, in base ad una serie di fattori, non ultimi gli acquisti delle banche centrali, e consigliano di “acquistare”.
Goldman rivede al rialzo il prezzo target di fine 2025
“Abbiamo rivisto al rialzo le nostre previsioni sul prezzo dell’oro di fine 2025 a 3.100 dollari/toz, rispetto ai precedenti 2.890 dollari/toz – segnala la banca d’affari statunitense – a causa di una domanda strutturalmente più elevata da parte delle banche centrali, con la nostra “GS central bank nowcast” (previsioni a breve sulle mosse delle banche centrali) che sorprende ancora una volta al rialzo a dicembre, e ribadiamo la nostra raccomandazione di trading long (acquisto) sull’oro”.
La domanda delle banche centrali
Le stime di dicembre sugli acquisti di oro da parte delle banche centrali e di altri soggetti istituzionali sul mercato OTC di Londra sono risultate forti, attestandosi a 108 tonnellate (rispetto alla media pre-2022 di 17 tonnellate). La Cina è stata ancora una volta la più grande acquirente, aggiungendo 45 tonnellate. Per questo la banca d’affari ha alzato la previsione sulla domanda da parte delle banche centrali a 50 tonnellate al mese (rispetto alle 41 tonnellate precedenti).
L’impatto sul prezzo dell’oro
Le previsioni, dunque, sono state formulate dagli analisti di GS stimando “una domanda strutturalmente più elevata da parte delle banche centrali“. Si ritiene che la maggiore domanda delle banche centrali farà aumentare del 9% il prezzo dell’oro entro la fine dell’anno. Combinando questo effetto al graduale aumento delle partecipazioni in ETF (impatto pari a +2% sui prezzi), si riuscirebbe a compensare l’effetto frenante di una normalizzazione del posizionamento (-4%), ipotizzando una diminuzione dell’incertezza.
Da pesare bene il fattore incertezza
Queste sono le previsioni base in caso di allentamento delle incertezze e tensioni geopolitiche. Tuttavia, Goldman avverte che, nel caso in cui l’incertezza politica – compresi i timori tariffari – rimanga elevata, un posizionamento speculativo protratto nel tempo potrebbe spingere i prezzi dell’oro fino a 3.300 dollari/toz entro la fine dell’anno e dunque su un livello più alto del Target indicato.
Al contrario, se la Fed mantenesse invariato il tasso dei Fed Funds (tassi interesse), il prezzo dell’oro potrebbe attestarsi su un livello più basso a 3.060 dollari entro la fine del 2025.