Ferrari inchioda a Piazza Affari: deludono target al 2030

La casa d'auto di Maranello ha annunciato un miglioramento delle previsioni di breve periodo (target 2025), deludendo con stime al 2030 più modeste rispetto al previsto

Foto di QuiFinanza

QuiFinanza

Redazione

QuiFinanza, il canale verticale di Italiaonline dedicato al mondo dell’economia e della finanza: il sito di riferimento e di approfondimento per risparmiatori, professionisti e PMI.

Pubblicato:

Torna a marciare la Ferrari (+1,1% oggi in Borsa), dopo aver inchiodato giovedì, quando il titolo ha lasciato sul terreno circa il 14% del suo valore, il maggior calo giornaliero dal 2016, in seguito alla presentazione del nuovo piano strategico e dopo aver rivisto i target di crescita ed elettrificazione da qui al 2030. Il titolo infatti mantiene un calo su base settimanale del 16,76%, risultando il peggiore del FTSE MIB.

Guidance 2025 rivista al rialzo e compenso azionisti

In occasione del capital Market Day, la casa del Cavallino rampante ha alzato la guidance 2025, raggiungendo con un anno di anticipo gli obiettivi previsti per il 2026, e proposto un aumento della remunerazione degli azionisti tramite un incremento del dividend payout e un nuovo buyback.

La Casa di Maranello stima ricavi netti pari o superiori a 7,1 miliardi di euro per il 2025, contro i 7 miliardi precedentemente stimati, mentre l’EBITDA adjusted è indicato pari o superiore a 2,72 miliardi di euro rispetto ai 2,68 miliardi precedenti, con margine al 38,3%. L’EBIT adjusted è atteso pari o superiore a 2,06 miliardi (2,03 miliardi precedenti) con margine al 29%. L’utile per azione (EPS) diluito adjusted è stimato pari o superiore a 8,80 euro (8,60 euro precedente) e l’industrial free cash flow a 1,3 miliardi (da 1,2 miliardi).

La società ha deciso di proporre un aumento nella remunerazione agli azionisti, con un dividend pay-out al 40% dell’utile netto rettificato a partire dai risultati dell’esercizio 2025, che conduce a un dividendo cumulato di circa 3,5 miliardi di euro dal 2027 al 2031, ed un nuovo programma di riacquisto di azioni proprie per circa 3,5 miliardi, da eseguire dal 2026 fino al termine del piano, in linea con l’andamento della generazione di free cash flow industriale.

Delude revisione target al 2030

La Casa del cavallino rampante ha però svelato target al 2030 piuttosto modesti: il fatturato è atteso attorno ai 9 miliardi di euro (tasso di crescita annuale composto di circa il 5%) e l’EBITDA rettificato ad almeno 3,6 miliardi di euro, margine di almeno il 40%, con un tasso di crescita annuo composto del 6%, ben al di sotto del 10% implicito emerso dal Capital Markets Day del 2022. L’EBIT raggiungerà almeno 2,75 miliardi di euro nel 2030, margine di almeno il 30%. Questa forte profittabilità si traduce in una significativa generazione di free cash flow industriale (circa 8 miliardi nel periodo 2026-2030).

Deludono anche i target di elettrificazione al 2030. Il piano strategico al 2030, confermando che manterrà lo stesso ritmo di introduzione di nuovi modelli, con una media di quattro lanci all’anno tra il 2026 e il 2030, segnala che la gamma di auto sportive sarà composta per il 40% circa da un’offerta di modelli con motore a combustione interna (ICE), per il 40% circa da modelli ibridi e per il 20% da modelli elettrici. IL precedente target dei veicoli Bev al 2030 era pari al 40%.

La Ferrari elettrica, di cui sono stati svelati i dettagli, sarà solo “un’aggiunta all’offerta dei modelli di gamma”, mentre l’azienda di Maranello  continuerà ad offrire e innovare i motori termici – V6, V8 e V12 – nel rispetto delle nuove regolamentazioni globali, focalizzandosi sull’aumento della potenza specifica e sviluppandoli in modo che siano idonei all’utilizzo dei carburanti alternativi.