La Federal Reserve si prepara ad annunciare domani le sue decisioni sui tassi d’interesse, con un atteggiamento un po’ più “falco”, che sconta il maggior ottimismo dei banchieri sull’economia e sull’esito delle elezioni Presidenziali.
Cosa aspettarsi allora da questi meeting? E come leggere i grafici relativi alle aspettative? Le attese già scontano un taglio dei tassi di 25 punti alla riunione di dicembre. Più incerte le prospettive sul 2025, anche se la maggioranza degli osservatori ha ridimensionato il ritmo e l’entità dei tagli che saranno effettuati l’anno venturo.
Le decisioni di domani
La riunione del FOMC – Federal Open Market Commitee prenderà il via questa sera, per chiudersi domani con l’annuncio delle decisioni di politica monetaria. La stragrande maggioranza degli osservatori dà praticamente per certo un taglio dei tassi di 25 punti base, che porterebbe il tasso dei Fed Funds al 4,25-4,50%.
I future FedWatch, quotati al CME segnalano una riduzione di un quarto di punto con un margine d’errore davvero minimo: il 95,4% sconta una riduzione di un quarto di punto e solo una piccola minoranza del 4,6% indica una politica invariata. Posto che un taglio è praticamente certo a questo meeting, quale sono le aspettative sul 2025?
Le previsioni trimestrali
In occasione di questo meeting saranno pubblicate anche le previsioni trimestrali del FOMC, che compaiono in una tabella che riflette le aspettative sui futuri tassi di interesse, sulla crescita del PIL, sull’inflazione e sul tasso di disoccupazione. Le proiezioni sui tassi di interesse compaiono anche in una rappresentazione grafica a puntini, conosciuta come dot-plot, in cui si sintetizzano le previsioni dei vari membri del FOMC sui futuri tassi di interesse.
Nella rilevazione di settembre, i dot-plot indicavano che la maggioranza dei banchieri si aspettava un tasso finale sui Fed Fund al 3,4% alla fine del 2025 ed al 2,9% alla fine del 2026. Tuttavia, con il miglioramento delle previsioni sull’economia, anche le aspettative sui tassi potrebbero essere mutate ed in particolare ci si aspetta un rallentamento del ritmo di adeguamento al tasso neutrale e quindi un minor numero di tagli nel 2025.
Sempre i FedWatch indicano per gennaio una altissima probabilità di una pausa (il 79,9% vede un tasso fermo al 4,25-4,50%), mentre su marzo c’è un maggior bilanciamento delle aspettative, con un 49,4% che attende una riduzione di altri 25 punti ed un 40,3% che propende per un tasso invariato.
Le aspettative degli analisti
Per l’analista Michael Krautzberger, Global CIO Fixed Income di Allianz Global Investors, “la Fed applicherà maggiore cautela nell’avvicinare la politica monetaria a un livello neutrale, evitando probabilmente un ulteriore taglio a gennaio intanto che valuta i dati in arrivo. Tuttavia, il pricing del mercato è cambiato riflettendo una prospettiva meno accomodante per la politica della Fed, con il tasso sui Fed funds ora previsto leggermente al di sotto del 4% a giugno 2025“.
Secondo Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, ci si attende “un cambio di atteggiamento da parte dei membri del FOMC nel processo di riduzione dei tassi” ed un taglio da “falco” in quanto precederà un periodo di stabilità die tassi. “A nostro avviso il presidente della FED, Jerome Powell, utilizzerà proprio le proiezioni economiche per anticipare una possibile pausa a febbraio e una maggiore cautela per tagliare nuovamente il costo del denaro in vista anche delle prossime politiche economiche del nuovo presidente Donald Trump che si insedierà a Washington il prossimo 20 gennaio”, afferma l’esperto, aggiungendo “riteniamo che il grafico dot-plot possa evidenziare un approccio meno dovish da parte dei banchieri centrali con una mediana di membri del FOMC che possa spostarsi a soli 3 riduzioni dei tassi nel 2025 (range 3,50%-3,75%). Nell’ultimo grafico dotplot di settembre erano 6 i membri che si aspettavano 4 tagli nel 2025, altri 6 membri ne prevedevano 5 e due banchieri ne stimavano 6″.