ESG Ceo Forum lancia l’allarme: per l’Italia 10 miliardi di danni l’anno

L’attuale traiettoria dell’Italia suggerisce che mancherà gli obiettivi climatici del 2030 e il suo obiettivo di un futuro a emissioni zero entro il 2050

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Redazione

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L’attuale traiettoria dell’Italia suggerisce che mancherà gli obiettivi climatici del 2030 e il suo obiettivo di un futuro a emissioni zero entro il 2050. E la vulnerabilità geografica dell’Italia comporterà danni per circa 10 miliardi di euro ad asset strategici entro il 2050, intensificando la necessità di un’azione accelerata per il clima. Questo l’allarme lanciato dal report presentato da Bain & Company Italia in occasione della seconda edizione dell’ESG CEO Forum. Un’analisi dello stato della transizione climatica in Italia, che – anticipando l’appuntamento della COP28 – identifica azioni, soluzioni e iniziative concrete che Istituzioni e settore privato possono adottare per garantire lo sviluppo sostenibile e raggiungere gli obiettivi previsti dall’Accordo di Parigi sul clima. Nel nostro Paese – rileva il report – solo il 15% delle emissioni create dalle aziende italiane sono coperte da obiettivi scientifici in linea con l’Accordo di Parigi. Per raggiungere gli obiettivi del 2030 e del 2050 è necessaria una forte azione governativa insieme ad un cambio di passo dal settore privato verso la decarbonizzazione.

La minaccia climatica si intensifica

La composizione geografica dell’Italia aumenta la sua vulnerabilità ai cambiamenti climatici. Negli ultimi 30 anni, la temperatura in Italia è aumentata costantemente, portando a un numero maggiore di decessi legati al caldo ed eventi meteorologici estremi. Uno studio condotto da Bain & Company e dal partner Jupiter Intelligence ha rilevato che il 40% della geografia italiana è ad “alto rischio” di affrontare eventi climatici gravi come siccità, inondazioni e incendi.

L’impatto economico

Si prevede che le tendenze meteorologiche estreme peggioreranno in tutta la penisola, colpendo la popolazione, l’economia, nonché beni e settori vitali dell’Italia, come l’energia, l’agricoltura, l’approvvigionamento idrico e le infrastrutture di comunicazione. La ricerca Bain suggerisce che quasi il 70% (o 913 miliardi di euro) degli asset strategici italiani sono a rischio diretto a causa delle minacce climatiche. Se le condizioni peggiorassero ulteriormente, questa esposizione potrebbe aumentare fino all’80%, traducendosi in potenziali danni annuali di 10 miliardi di euro. Se non vengono adottate misure proattive, l’Italia potrebbe dover affrontare perdite e danni diffusi. Secondo una ricerca Bain, entro il 2050, circa il 60% del suo territorio potrebbe essere ad alto rischio, con circa 16,5 milioni di persone (o il 28% della popolazione) che vivranno in aree esposte a minacce significative. Questo scenario potrebbe comportare una perdita prevista di 4,5 miliardi di euro in produttività agricola.

Iniziative governo insufficienti

Il governo italiano ha ricevuto 120 miliardi di euro per gli sforzi volti a frenare il cambiamento climatico. Gli obiettivi di decarbonizzazione dell’Italia sono allineati alla legislazione dell’UE; tuttavia, l’ultimo obiettivo di riduzione delle emissioni dell’ESR per il periodo dal 2021 al 2030, incluso nel Regolamento UE 2023/857 (una riduzione del 43,7%), deve ancora riflettersi nella politica italiana, poiché le iniziative attuali non sono sufficienti per raggiungere l’obiettivo.

Cosa serve per aggiungere gli impegni

I 15 leader aziendali delle principali aziende italiane intervistati hanno evidenziato le sfide e le opportunità che l’Italia si trova ad affrontare per raggiungere lo zero netto entro il 2050. È emersa la necessità di un approccio su più fronti, che coinvolga aziende, governi e individui, lavorando insieme per creare un futuro più sostenibile. Il messaggio principale emerso dall’indagine è che l’Italia deve accelerare considerevolmente i propri sforzi più di altri per recuperare il ritardo e portare a termine i propri impegni.  Raggiungere gli obiettivi di zero emissioni nette è un compito impegnativo, ma potrebbe essere possibile bilanciando il sostegno finanziario e quello normativo. Se i settori pubblico e privato dell’Italia possono cooperare, il Paese avrà maggiori possibilità di raggiungere le sue ambizioni sul cambiamento climatico.

Gli impegni del settore pubblico italiano

Rafforzare la governance complessiva della decarbonizzazione. Accelerare l’attuazione del PAN italiano sarebbe un primo passo solido e dovrebbe includere una revisione delle 361 misure infrasettoriali che attualmente non hanno una proprietà chiara o un sistema di monitoraggio. Lo sviluppo di nuove strategie, politiche, quadri e normative per guidare le azioni e monitorare i progressi ridurrà le inefficienze. La definizione di linee guida e standard chiari consentirà inoltre al governo di focalizzare l’attenzione sulle aree più vulnerabili e sostenere un ambiente che incoraggi le imprese ad adottare pratiche sostenibili. Implementare misure di sostenibilità nei servizi pubblici. Lo sviluppo delle infrastrutture necessarie per supportare questo cambiamento, come il potenziamento delle ferrovie, è fondamentale.  L’Italia vanta alcune delle migliori condizioni geografiche d’Europa per l’energia solare. Sfruttando questo potenziale, il Paese può ridurre la sua dipendenza dal gas fossile, che genera quasi il 50% della sua elettricità. Educare il pubblico sul cambiamento climatico. Rendere le politiche più favorevoli alle imprese. Aumentare gli incentivi. L’attuale distribuzione degli incentivi avvantaggia prevalentemente le aziende più grandi. Sebbene sia importante che le grandi imprese aprano la strada, è necessario un approccio più equilibrato. Le PMI in genere non hanno le risorse economiche per sostenere gli investimenti nella transizione, quindi gli incentivi, come le agevolazioni fiscali, possono aiutare.

Azioni per il settore privato

In primo luogo, le aziende devono integrare gli obiettivi di sostenibilità e zero emissioni nette nella loro strategia aziendale principale. Ciò significa fissare obiettivi ambiziosi in cui ogni decisione aziendale viene presa tenendo presenti questi obiettivi. Le aziende devono affrontare sfide significative nel tradurre gli obiettivi generali di decarbonizzazione in obiettivi specifici per le loro diverse unità di business, mercati e marchi. Il settore privato può accelerare i propri sforzi imponendo requisiti più severi ai fornitori e aggiungendo criteri ESG e obblighi di informativa per i potenziali fornitori. È, inoltre, importante incentivare le partnership. La decarbonizzazione richiede cooperazione e uno scopo condiviso per ottenere risultati significativi. Gli investimenti condivisi nella ricerca, nello sviluppo tecnologico e nelle infrastrutture possono accelerare il ritmo del cambiamento, consentendo l’implementazione di soluzioni sostenibili. La sostenibilità va sfruttata come vantaggio competitivo. La sostenibilità sta anche diventando una leva fondamentale per attrarre e trattenere i migliori talenti, soprattutto tra le generazioni più giovani che danno priorità al lavoro per datori di lavoro attenti all’ambiente. Le aziende possono anche investire in iniziative climatiche accedendo al debito per finanziare nuovi investimenti per l’adattamento climatico e interventi per i settori a rischio.