Questa diretta è stata chiusa alle 18.30 di lunedì. Qui le notizie della Borsa del 24 settembre in diretta.
Piazza Affari ha chiuso la seduta in calo dello 0,25%, fermandosi a 33.679 punti. Le banche hanno pesato sul listino, con Unicredit in testa, che ha registrato una flessione del 3,3%, ma anche Banco Bpm ha ceduto il 2,4% e Intesa Sanpaolo l’1,9%. In controtendenza, Ferrari ha guidato il listino con un rialzo del 2,3%, seguita da Stellantis (+2,2%), Snam (+1,6%) e Hera (+1,5%). Lo spread Btp/Bund è rimasto stabile a 135 punti.
Chiudono in positivo invece le altre borse europee: Francoforte ha guadagnato lo 0,6% nonostante il calo del 5,8% di Commerzbank, Parigi ha segnato un +0,1% e Londra un +0,35%.
Unicredit vicino al 30% di Commerzbank, ma il governo tedesco non ci sta
Si era temuto lo stop del governo tedesco, ma alla fine l’allarme è rientrato. Anzi, non solo Unicredit tira dritto ed è salito al 21% di Commerzbank, ma ha chiesto il permesso alla Bce per arrivare al 30%, la quale si è già espressa favorevolmente sulle fusioni transnazionali.
L’operazione è un passo rilevante per il mercato bancario europeo, coinvolgendo due tra i maggiori istituti del continente e più di centomila dipendenti. Tuttavia, la decisione di Unicredit ha generato attriti con il governo tedesco, che ha manifestato preoccupazione riguardo l’espansione percepita come ostile del gruppo italiano nel settore bancario tedesco.
Attualmente, Unicredit e Commerzbank occupano rispettivamente l’ottava e la dodicesima posizione tra le banche più grandi per dimensione del bilancio nell’Unione Europea. Un’eventuale fusione tra i due istituti creerebbe un colosso bancario che si collocherebbe al quinto posto, consolidando ulteriormente la loro posizione nel panorama finanziario europeo. Questa mossa rafforzerebbe la capacità del gruppo risultante di competere a livello internazionale, accelerando il processo di consolidamento nel settore bancario europeo.
Banche in calo, pesa l’ipotesi asse sugli extraprofitti
Oltre a UniCredit, sono andate in rosso altre banche a Piazza Affari come Banco Bpm e Intesa Sanpaolo. Causa delle vendite è il ritorno sulla scena politica della tassa sugli extraprofitti delle banche, ovvero un’imposta straordinaria sui margini di interesse delle banche operanti nel territorio dello Stato. Una proposta avanzata dal Governo per finanziare la Manovra 2025, ma che le banche hanno rigettato.
L’ultima ipotesi allo studio prevede l’introduzione di un “prelievo solidale” pari all’1-2% sugli utili delle imprese maturati negli ultimi 12-24 mesi, con l’obiettivo di finanziare misure come il taglio del cuneo fiscale, gli sgravi Irpef o il Bonus tredicesima. Si tratterebbe di un contributo di solidarietà una tantum, da definire in collaborazione con le aziende coinvolte.
Dopo il tentativo del governo l’anno scorso, questa volta l’esecutivo ha scelto un approccio più cauto. Fin dall’inizio dell’estate, sono stati avviati contatti informali con il settore bancario, al fine di esplorare soluzioni condivise ed evitare conflitti aperti. Ma a mettersi di traverso contro ogni tentativo di tassazione o imposizione dall’alto è ancora una volta Forza Italia: “Siamo contrari, si danneggerebbero le banche di prossimità e si creerebbe incertezza sui mercati a danno dell’Italia”, avverte Antonio Tajani.
Borse ore 12: la ripresa nel pomeriggio, ma rimangono le incertezze
I mercati europei mostrano una ripresa dopo il calo generale della mattina, ma si mantengono contrastanti influenzati da dati macroeconomici deludenti. Il Pmi composito preliminare di settembre per l’Eurozona è infatti scivolato sotto la soglia psicologica di 50, fissandosi a 48,9 punti, il livello più basso degli ultimi otto mesi e inferiore alle attese del consenso, che era di 50,6 punti. Anche il Pmi manifatturiero ha deluso, attestandosi a 44,8 punti, il minimo in nove mesi (consenso a 45,6 punti).
Pertanto, Francoforte guadagna lo 0,39%, mentre Parigi perde lo 0,41%. Londra segna un aumento dello 0,22%, mentre Milano scende leggermente dello 0,06%, attestandosi a 33.742 punti. Sotto pressione le banche e alcuni titoli industriali, come Iveco (-0,77%) e Leonardo (-0,72%).
Borse ore 9: c’è il calo nonostante il taglio dei tassi cinesi
Le borse europee aprono la settimana con un leggero calo. Senza slancio Francoforte, che negozia con un -0,05%, mentre Parigi perde lo 0,08%, Londra lo 0,12% e Milano scende dello 0,11% a 33.736 punti.
Dei cali che disattendono le attese degli esperti; ci si aspettava le borse in positivo questa mattina, dopo la decisione a sorpresa della banca centrale cinese di ridurre i tassi sulle operazioni a 14 giorni con le banche commerciali. Una mossa vista come un segnale di prossime misure di stimolo all’economia e di ulteriori tagli ai tassi di interesse. Il recente taglio dei tassi della Fed di 50 punti base ha poi alimentato il dibattito su possibili mosse delle banche centrali europee, in particolare della BoE e della Bce.
Lusso e banche in calo, buona apertura per Tim
Tra i titoli con i maggiori rialzi della giornata a Piazza Affari spicca Telecom Italia, che registra un aumento dello 0,71% e raggiunge i 0,2417 euro per azione. Hera segue con un guadagno dello 0,56%, portando il suo valore a 3,562 euro, segue Amplifon che avanza dello 0,54%, con il titolo che arriva a 26,13 euro. Snam cresce dello 0,49%, attestandosi a 4,527 euro, mentre Ferrari segna un incremento dello 0,48%, raggiungendo i 422,10 euro. Inwit guadagna lo 0,37%, toccando i 10,85 euro, e Terna cresce dello 0,25%, portando il suo valore a 8,042 euro. Più contenuti i rialzi di Stellantis, Erg ed Eni, con aumenti rispettivamente dello 0,22%, 0,17% e 0,10%.
Maggiori invece i cali; soprattutto il lusso, con Brunello Cucinelli in perdita del 2,04% che porta il valore delle sue azioni a 81,50 euro e Moncler a -1,40%, con il titolo che scivola a 47,33 euro.
E non sorridono nemmeno le banche: Bper Banca segna un calo dell’1,66%, attestandosi a 4,852 euro, Banca Monte dei Paschi di Siena scende dell’1,41%, raggiungendo i 4,901 euro, e Unicredit subito dietro con una flessione dell’1,36%, fermandosi a 37,48 euro. L’azienda di Orcel ha oggi gli occhi puntati, dopo che il governo tedesco ha per il momento messo in stand-by altre vendite per la propria quota in Commerzbank sostenendo la volontà di una strategia indipendente per l’istituto.
Nexi, Finecobank e Banco BPM registrano perdite rispettivamente dell’1,28%, 1,27% e 1,21%.
Gli appuntamenti della settimana
Borse in calo quindi, nonostante il taglio dei tassi di interesse in Cina che si pensava potesse far bene alle borse europee. Gli investitori attendono ulteriori annunci, considerando che martedì il governatore della Banca Popolare Cinese incontrerà i responsabili della National Financial Regulatory Agency e della China Securities Regulatory Commission per discutere di interventi a supporto dell’economia. Intanto, la Borsa di Tokyo è chiusa per la festività dell’equinozio d’autunno.
Sul fronte macroeconomico europeo, l’attenzione è rivolta alla prima lettura degli indici Pmi, elaborati da S&P Global, che misurano l’attività dei responsabili acquisti nel settore manifatturiero e dei servizi nei Paesi dell’Eurozona. Negli Stati Uniti, invece, il focus della settimana sarà sul Pil e sull’inflazione legata alle spese per consumi, fattori chiave per prevedere possibili tagli ai tassi da parte della Fed entro la fine dell’anno.
Spread a 135 punti
La settimana si apre con uno spread stabile tra BTp e Bund. Nella seduta iniziale, il differenziale di rendimento tra il BTp decennale italiano di riferimento e il Bund tedesco con pari scadenza si attesta a 135 punti base, in linea con la chiusura di venerdì. Il rendimento del BTp decennale di riferimento mostra invece un leggero calo, scendendo al 3,54%, rispetto al 3,57% registrato il giorno precedente.