BTP sempre molto graditi all’estero. Spread ai minimi da crisi 2008

E' quanto emerge dal Rapporto semestrale sulla Stabilità finanziaria pubblicato dalla banca d'Italia che conferma volumi sostenuti di acquisti di BTP e rendimenti in progressivo calo

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Redazione

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I BTP italiani piacciono sempre agli investitori esteri, soprattutto dopo il miglioramento del rating sovrano dell’Italia, che beneficia della stabilità del Governo e della prudente politica fiscale. E’ quanto emerge dal Rapporto semestrale sulla Stabilità Finanziaria pubblicato dalla Banca d’Italia, secondo cui la stabilità del quadro macrofinanziario beneficia della moderata ripresa del credito, della tenuta dei redditi da lavoro, della bassa disoccupazione, della prudente impostazione della politica di bilancio, del contenuto debito privato e della posizione creditoria netta sull’estero. Le prospettive di crescita restano tuttavia contenute.

Crescono i BTP in mano a investitori esteri

Nella prima metà del 2025, è proseguita la crescita della quota di titoli di Stato italiani detenuta da investitori esteri, iniziata nel 2023, sebbene la quota si colloca su livelli inferiori a quelli registrati nei principali paesi dell’area dell’euro.

La percentuale detenuta dalle famiglie è rimasta sostanzialmente in linea con i livelli osservati nel 2024, così come quella detenuta dalle banche, mentre si sono ridotte la quota in mano alle assicurazioni e quella detenuta dalla Banca d’Italia e dall’Eurosistema nel loro insieme.

Collocamenti regolari sul mercato primario

Sul mercato primario dei titoli di Stato l’attività di collocamento da parte del Tesoro è proseguita in modo regolare, con quantitativi in aumento fra i titoli a medio e a lungo termine. Alla stabilità dei collocamenti obbligazionari sul primario hanno contribuito le due maxi emissioni retail, collocate direttamente sul mercato MOT agli investitori al dettaglio (il BTP Italia a giugno e il BTP Valore in ottobre).

Liquidità buona sul secondario

Le condizioni di liquidità sul mercato secondario dei titoli pubblici italiani sono rimaste distese, con volumi di negoziazione che hanno registrato nuovi massimi a giugno e si sono mantenuti elevati anche nei mesi estivi, nonostante il consueto calo stagionale. Il differenziale denaro-lettera dei BTP ha continuato a collocarsi su livelli contenuti e le quantità quotate dai market makers sono progressivamente aumentate. La volatilità infragiornaliera dei corsi obbligazionari governativi si è confermata moderata, riflettendo anche minori deterioramenti temporanei della liquidità del comparto rispetto a quelli verificatisi nel 2024 e nei primi mesi del 2025 in occasione della pubblicazione di dati macroeconomici rilevanti. Gli ordini di ammontare cospicuo hanno continuato a essere assorbiti senza produrre un impatto significativo sui prezzi.

Rendimenti e Spread in contrazione

Rispetto ad aprile, i rendimenti medi all’emissione dei BOT risultano in calo, analogamente a quelli degli altri titoli (per i quali si è tuttavia registrato un temporaneo incremento nel mese di settembre). Il costo medio dei titoli in circolazione si è portato al 2,84%. Dal 2021 la vita media residua si è stabilizzata intorno a sette anni.

Il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato italiani e quelli tedeschi ha continuato a contrarsi dalla scorsa primavera, per effetto della flessione dei rendimenti dei titoli di Stato decennali italiani e dell’aumento di quelli dei corrispondenti titoli tedeschi. Pertanto, lo Spread è tornato sui livelli osservati prima della crisi del debito sovrano. Anche sul mercato dei credit default swap (CDS) il premio per assicurarsi contro il rischio di insolvenza dell’emittente sovrano italiano è sceso ulteriormente, collocandosi sui valori minimi degli ultimi 16 anni.