Bank of England come la Fed: tassi invariati e crescita zero fino al 2025

Il Monetary Policy Committee nell'ultima riunione ha votato per mantenere fermo il tasso bancario per bilanciare crescita economica e inflazione

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Redazione

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L’economia britannica ha subito una brusca battuta d’arresto nel terzo trimestre dell’anno, ultimo segnale del fatto che le condizioni finanziarie rigide e i prezzi al consumo elevati stanno pesando sul potere d’acquisto delle famiglie. Il dato sulla crescita di settembre ha rappresentato una piacevole sorpresa. Tuttavia – spiegano gli analisti di Ebury – il danno era già stato fatto all’inizio del trimestre e, alla fine, una situazione di crescita piatta per il terzo trimestre “è probabilmente il massimo che si potesse sperare”.

“La consolazione è che i dati trimestrali sono risultati leggermente migliori rispetto alla contrazione dello 0,1% prevista. Ciò equivale a dire che una recessione tecnica sarà evitata nel corso dell’anno, sempre che non si verifichi una revisione al ribasso dei dati del terzo trimestre in un secondo momento. Di contro – aggiungono gli esperti – la cattiva notizia è che una recessione appare sempre più probabile, oseremmo dire quasi inevitabile, nel 2024”.

Crescita zero fino al 2025, le stime della BoE

Evitato, per il momento, il pericolo di una recessione, spiega Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, per il prossimo futuro si prevedono tassi sempre elevati (oggi al 5,25%) e debolezza in tutti i settori dell’economia, tanto che la Banca d’Inghilterra ipotizza uno scenario di crescita zero fino al 2025.

Sulle orme della Federal Reserve

Il Monetary Policy Committee (MPC) della Bank of England (BoE) ha votato, nell’ultima riunione, con una maggioranza di 6–3 per mantenere il tasso bancario al 5,25%. Tre membri avrebbero preferito aumentare il tasso di 0,25 punti percentuali, al 5,5%. Gli analisti si aspettavano che il Comitato lasciasse il tasso al 5,25% per la seconda riunione consecutiva, un livello che non si vedeva dal 2008.

Dal precedente incontro dell’MPC, i rendimenti dei titoli di Stato a lungo termine sono aumentati in tutte le economie avanzate. Negli Stati Uniti la crescita del PIL è stata più forte del previsto. Le pressioni inflazionistiche di fondo nelle economie avanzate rimangono elevate. A seguito degli eventi in Medio Oriente, la curva dei futures sul petrolio è leggermente aumentata, mentre i prezzi dei futures sul gas sono rimasti pressoché invariati.

L’inflazione su dodici mesi è scesa al 6,7% sia a settembre che nel terzo trimestre del 2023, al di sotto delle aspettative del rapporto di agosto. L’inflazione CPI rimane ben al di sopra dell’obiettivo del 2%, ma si prevede che continuerà a diminuire drasticamente, al 4,75% nel quarto trimestre del 2023, al 4,5% nel primo trimestre del 2024 e al 3,75% nel secondo trimestre del 2024. Nell’ultima proiezione più probabile dell’MPC, condizionata al percorso del tasso bancario, l’inflazione CPI ritorna al target del 2% entro la fine del 2025.

Politica restrittiva per “lungo periodo”

“La politica monetaria dovrà essere sufficientemente restrittiva per un periodo sufficientemente lungo da riportare l’inflazione al target del 2% in modo sostenibile nel medio termine, in linea con il mandato del Comitato”, si legge nello statement della Bank of England. “Le ultime proiezioni dell’MPC indicano che probabilmente la politica monetaria dovrà essere restrittiva per un lungo periodo di tempo – viene aggiunto – Sarebbe necessario un ulteriore inasprimento della politica monetaria qualora vi fossero prove di pressioni inflazionistiche più persistenti”.

Ancora una volta la Bank of England ricalca le orme della Federal Reserve lasciando i tassi invariati al 5,25%, seguendo la cosiddetta traiettoria “Table Mountain”. Dopo una serie senza precedenti di 14 rialzi cominciata a dicembre 2021, i tassi d’interesse sono infatti ai livelli più elevati degli ultimi quindici anni. La stretta monetaria ha iniziato ad avere degli effetti sull’economia britannica e la crescita si prospetta piatta nel terzo trimestre e debole (0,1% circa) nel quarto. Tuttavia – sottolinea Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm – l’inflazione resta ancora lontana dal target del 2% e la divergenza di vedute tra i policy maker (tre i voti espressi a favore di un nuovo aumento dei tassi) lascia intendere che il futuro della politica monetaria britannica sarà probabilmente più incerto di quello di Stati Uniti ed Eurozona.

Prematuro parlare di taglio dei tassi

Per il governatore della Banca d’Inghilterra, Andrew Bailey, è troppo presto per parlare di tagli dei tassi di interesse. Mentre l’inflazione diminuirà drasticamente nei prossimi mesi a causa dei movimenti dei prezzi dell’energia, la politica monetaria dovrà rimanere restrittiva per un lungo periodo di tempo e che permangono “rischi al rialzo”, inclusa la minaccia di un conflitto più ampio nel Medio Oriente, ha indicato il governatore della BoE, nel corso di una conferenza a Dublino. “Le nostre previsioni suggeriscono che l’inflazione tornerà al livello target entro un orizzonte di circa due anni. Sono ottimista, penso che accadrà. Ma temo che dobbiamo continuare a lavorare perché ciò si realizzi”.