Lagarde frena gli entusiasmi per il taglio dei tassi: “La lotta all’inflazione non è finita”

La numero uno dell’Eurotower ha scelto il blog della Banca centrale europea per spiegare come intende muoversi nei prossimi mesi

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Giorgio Pirani

Giornalista economico-culturale

Giornalista professionista esperto di tematiche di attualità, cultura ed economia. Collabora con diverse testate giornalistiche a livello nazionale.

Nel suo post sul blog della Banca centrale europea, Christine Lagarde, presidente della Bce, spiega le motivazioni dietro il recente taglio dei tassi di interesse dello 0,25% annunciato il 6 giugno. Lagarde sottolinea che due anni fa hanno iniziato ad aumentare i tassi di interesse a causa di un’elevata inflazione, ma ora la situazione è migliorata. “Oggi la situazione è migliorata. Sebbene alcuni prezzi siano ancora in notevole rialzo, specie nel settore dei servizi, nel complesso l’inflazione è molto diminuita e al momento è ben instradata per raggiungere il prossimo anno il 2%, livello che rappresenta il nostro obiettivo nel perseguimento della stabilità dei prezzi”, afferma la numero uno della Bce.

Lagarde ricorda che il tasso sui depositi presso la Bce è sceso dal 4 al 3,75%, mentre il tasso sulle principali operazioni di rifinanziamento è passato dal 4,5 al 4,25%.

Le mosse future della Bce

L’ex ministra delle finanze francese spiega che siamo sulla buona strada per raggiungere entro la fine dell’anno il desiderato 2%, il target di riferimento dell’Eurotower. Tuttavia, sottolinea che c’è ancora molto da fare prima di sconfiggere definitivamente l’inflazione e avverte che il percorso non sarà facile, richiedendo vigilanza, impegno e perseveranza. “In altre parole – dice a chiare lettere – dobbiamo ancora tenere il piede sul freno per un po’, anche se non siamo più pressati come tempo fa”.

La presidente della Bce indica quindi i tre criteri su cui si baseranno le prossime decisioni di politica monetaria dell’Eurotower: il ritorno tempestivo dell’inflazione al nostro target, un allentamento della pressione dei prezzi sull’economia e l’efficacia della politica monetaria nel contenere l’inflazione. Questi fattori determineranno il momento in cui sarà possibile allentare la pressione sul freno, probabilmente il 12 settembre, se tutto andrà per il verso giusto, anche se è ancora presto per confermarlo.

A luglio 2022, ripercorre la Lagarde nel suo commento, la Bce ha iniziato ad aumentare i tassi di interesse “a un ritmo senza precedenti, di 4,5 punti percentuali in poco più di un anno”. La ragione di questo intervento va rintracciato nell’aumento dell’inflazione seguita all’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha determinato un’impennata dei prezzi dei beni energetici e alimentari.

Mercoledì è il turno della Fed

Lunedì sarà interessante osservare la reazione dei mercati, che hanno chiuso la settimana in modo debole a causa della cautela della Bce, che ha suggerito che il percorso verso la riduzione dei tassi nell’Eurozona potrebbe richiedere più tempo del previsto.

Tuttavia, nei prossimi giorni l’attenzione si sposterà sull’altra sponda dell’Atlantico, con la Fed che mercoledì prenderà la sua decisione. A meno di sorprese eclatanti, i tassi resteranno probabilmente stabili, e sarà dalle parole di Powell che i mercati cercheranno di capire quando potrebbe iniziare la serie di tagli anche negli Stati Uniti. Molte previsioni indicano il 18 settembre, prima delle elezioni americane del 5 novembre, come possibile data di inizio. È ancora presto per dire se nel 2024 ci saranno più tagli da parte della Fed: su questo punto gli esperti sono divisi. Sullo sfondo c’è un’inflazione che preoccupa di più negli Stati Uniti che in Europa, con un recente aumento e un ritmo di discesa che sembra più lento rispetto all’Eurozona.