Scade a mezzanotte del 10 gennaio 2025 il termine per presentare l‘offerta di acquisizione dell’ex Ilva di Taranto. Dopo il rinvio di novembre 2024, i tempi ormai sono maturi e l’offerta sarà vincolante. Dopo l’analisi di queste, si saprà chi è il nuovo proprietario dell’acciaieria.
Nel bando di vendita veniva esplicitato il fattore di vantaggio della vendita in blocco unico, ma secondo le prime voci di corridoio saranno in molti a presentare soluzioni di acquisto di pezzi dello stabilimento.
Ultimo giorno per l’offerte di acquisizione dell’ex ilva
Mancano ormai poche ore al termine ultimo per la presentazione delle offerte vincolanti per l’acquisizione dell’ex Ilva di Taranto. Saranno i Commissari a giudicare la congruità tecnica delle proposte. Non si esclude neanche la possibilità di intervenire sulle proposte, per esempio migliorando i piani presentati.
Una cosa è certa: saranno preferiti i piani di acquisizione di un unico blocco e non pezzi dello stabilimento, come sembrano invece presagire le poche proposte giunte. Proposte “spezzatino”, insomma, non sono ben viste e, da bando, neanche sono le favorite.
Chi sono i possibili compratori?
Anche se la data di scadenza è stata prorogata, non sono molte le domande di acquisizione giunte. Lo racconta il sindaco di Taranto, Rinaldo Minucci. Quindi i nomi sono gli stessi delle indiscrezioni degli scorsi mesi:
- Vulcan Steel
- Stelco
- Metinvest
- Marcegaglia
- Baku Steel
C’è però un po’ di confusione in merito ai nomi. Infatti gli ucraini, che hanno già investito circa 2 miliardi a Piombino, potrebbero sfilarsi, così come anche gli americani.
Il futuro dello stabilimento siderurgico di Taranto
Ad aprire la giornata è il sindaco di Taranto, Rinaldo Meucci, che richiama la politica al calendario degli impegni e l’accusa di essere distratta rispetto ai fatti di Taranto, che dovrebbero interessarla.
Il sindaco, però, vuole ricordare soprattutto il traguardo della completa decarbonizzazione dello stabilimento, la chiusura definitiva degli altiforni e degli impianti inquinanti, e la necessità dello switch verso i forni elettrici e la tecnologia DRI.
Sono questi gli ingredienti da valutare delle proposte, non così numerose, giunte per lo stabilimento. “È la strada obbligata, quella da perseguire, il punto di arrivo che era stato preconizzato già anni fa dal Comune, dalla provincia e dalla regione”. Il sindaco sottolinea che sarà un obiettivo che richiederà sacrifici, anche sul carico occupazionale, ma sarà anche l’unico modo per attivare i fondi pubblici senza incorrere in infrazioni e per collaborare pienamente con le autorità responsabili della sorveglianza della salute delle persone e degli ecosistemi.