Le presidenziali Usa di quest’anno infrangono record su record, non solo per l’intensità della campagna, ma anche per i soldi che gli americani stanno puntando. Con una previsione di 400 milioni di dollari in gioco entro oggi, 3 novembre, il betting elettorale sta diventando l’evento di scommesse più grande della storia, superando persino i mondiali di calcio o il Super Bowl. Nel 2016, la corsa tra Trump e Hillary Clinton aveva mosso “solo” 258 milioni di dollari, una cifra che oggi appare quasi modesta rispetto a quanto sta accadendo nel 2024.
Mentre i sondaggi ufficiali dipingono un testa a testa tra Kamala Harris e Donald Trump, le piattaforme di betting mostrano scenari ben diversi. Trump ha subito cavalcato la situazione, dichiarando una sorta di “leadership” nei cosiddetti “gambling polls”. Durante l’ultimo evento in Georgia, ha lanciato un ironico “65 a 35”, un margine pronunciato davanti a un pubblico cristiano. “Ma qui nessuno scommette, giusto? I grandi cristiani non giocano d’azzardo”, ha detto, raccogliendo le risate del pubblico.
La spinta di Kalshi: quando una piattaforma mette alla prova i regolatori
Tutto è iniziato con Kalshi, la piattaforma che ha fatto scalpore portando in tribunale le autorità per ottenere il via libera sulle scommesse politiche. Da allora, la porta si è aperta, e i dollari sono arrivati come un fiume in piena: oltre 100 milioni già puntati sul prossimo inquilino della Casa Bianca. Non stupisce che anche piattaforme di servizi finanziari come Robinhood e PredictIt abbiano subito fiutato l’affare, tuffandosi nel nuovo Eldorado del betting elettorale.
Per Trump e i suoi sostenitori, queste piattaforme rappresentano un’alternativa concreta ai sondaggi tradizionali, in un momento in cui la fiducia nei media è a picco. Come spiega al Guardian Harry Crane, professore di statistica alla Rutgers University, oggi il pubblico cerca informazioni nuove e dirette. I dati delle scommesse su app come Polymarket e Kalshi stanno guadagnando terreno, persino superando app di informazione come il New York Times e il Wall Street Journal negli store digitali.
La corsa alla regolamentazione e i timori del Cftc: perché gli americani stanno scommettendo
Negli Stati Uniti, la regolamentazione delle scommesse politiche è ancora un terreno incandescente. Alcuni stati ne vietano l’accesso, ma a livello federale la Commodity Futures Trading Commission (Cftc) teme che il betting elettorale possa trasformarsi in un teatro fuori controllo. L’impennata del betting politico e la febbre delle scommesse ha spinto la Cftc a proporre un divieto sulle scommesse legate a elezioni, spettacoli e sport.
Eppure, una sentenza recente ha segnato un punto di svolta per Kalshi, piattaforma che ha ricevuto il via libera per accettare puntate sugli eventi elettorali, stabilendo un precedente di rilievo. Ma il gioco è tutt’altro che chiuso: la CFTC ha già annunciato l’intenzione di fare appello, pronta a dare battaglia. Alcuni stati, come il Wisconsin, hanno norme severe: chi scommette sulle elezioni potrebbe rischiare di vedere il proprio voto contestato.
Nel frattempo, il betting politico cresce a ritmo vertiginoso, alimentato da una curiosità sempre più diffusa e da un’erosione di fiducia nei sondaggi tradizionali.
Come riporta la CNN, Cantrell Dumas di Better Markets, organizzazione che promuove la riforma del sistema finanziario, ha le idee chiare sulle scommesse elettorali: per lui non si tratta di coprire rischi d’impresa, ma di nient’altro che un’opportunità di gioco d’azzardo. “Nessuna azienda può scommettere su una vittoria di Trump per due punti o su una sconfitta di Harris per tre,” ha dichiarato, sottolineando come, al di là delle apparenze, questo sia solo un modo per mascherare il betting dietro una facciata rispettabile.
Quando le scommesse si fanno pericolose: manipolazione e grandi portafogli
Il mondo delle scommesse elettorali si trova sotto i riflettori, ma non senza ombre. Senza regolamentazioni severe, il peso delle puntate di grandi investitori può spostare le probabilità, alterando così la percezione pubblica. Un caso emblematico si è visto su Polymarket, dove l’investimento di un trader francese, 28 milioni di dollari puntati su Trump, ha influenzato le quote. La piattaforma insiste sul fatto che si tratti di scelte personali, ma c’è chi solleva dubbi.
Mentre l’Election Day si avvicina, un’ondata di puntate si riversa proprio a favore di Trump, con sempre più americani che scommettono su un colpo di scena finale. Nel weekend precedente al voto, le quote per Kamala Harris sono schizzate in stati chiave come Arizona, Florida e Georgia.
Eppure, alcuni esperti vedono in questi mercati uno strumento di previsione. “Chi scommette si sente più esperto della media” osserva il politologo Grant Ferguson, al The Guardian Tuttavia, queste stime non sono infallibili: nel 2016, le piattaforme puntavano su Hillary Clinton, evidenziando l’imprevedibilità delle elezioni. Con le elezioni 2024 ormai imminenti, l’efficacia predittiva di questi mercati sarà messa nuovamente alla prova.
Possono le scommesse elettorali influenzare gli elettori?
Con l’avvento delle piattaforme di betting, le quote sembrano delineare vincitori e vinti ancor prima dell’Election Day. Ma la realtà è più complessa. Sebbene le scommesse su chi guiderà la Casa Bianca abbiano radici antiche (si pensi all’Italia del XVI secolo e agli Stati Uniti post-Guerra Civile), il loro peso attuale risente di dinamiche che ne alterano la portata.
Per prima cosa, il numero di votanti supera i 160 milioni, mentre i mercati di betting sono piccoli e poco liquidi: pochi conti possono muovere cifre esorbitanti e spostare la bilancia, come si è visto su Polymarket, dove solo quattro conti hanno piazzato scommesse per 30 milioni di dollari, alterando drasticamente le probabilità.
Pratiche come il “wash trading”, tecniche per manipolare le percezioni, e persino sospetti di ingerenze esterne da Russia e Cina gettano ombre su questa nuova corsa al voto.
La differenza sostanziale rispetto al voto è evidente: mentre l’urna è una questione di “una persona, un voto,” le scommesse si basano sul peso del denaro. Alcuni utenti possono piazzare molteplici puntate, amplificando l’effetto e creando distorsioni rispetto alla realtà dell’elettorato.
Bookmaker e affluenza record: l’America si prepara a un voto epocale
Oltre alle puntate e alle previsioni, le stime parlano di un turnout senza precedenti: circa 150 milioni di elettori pronti a recarsi alle urne, un numero che non si vedeva dal lontano 1908. La posta in gioco è altissima, e l’impennata delle scommesse elettorali aggiunge un tocco di adrenalina a queste elezioni già segnate dall’intensità, confermando che il coinvolgimento degli americani non è mai stato così palpabile.