Italiani tagliano i consumi: perché lo stipendio non basta

I rincari e l'inflazione hanno messo in difficoltà gli italiani che rispondono col taglio dei consumi, nel tentativo di risparmiare per avere una vita dignitosa

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Il 2023 sarà di certo ricordato come uno degli anni più complicati del passato recente per gli italiani, con una crisi che non ha avuto eguali che, sommata all’inflazione, ha portato tantissime famiglie ad arrivare a stento a fine mese. Una situazione mai vista prima, o per meglio dire mai registrata negli ultimi anni, che fa suonare un chiaro campanello d’allarme in vista del futuro prossimo in cui per cercare di vivere dignitosamente agli italiani servirebbe addirittura uno stipendio in più.

Sì, perché secondo quanto emerso dal Rapporto Coop 2023 presentato a Milano, gli italiani faticano ad arrivare a fine mese con quanto ricevono in busta paga e, con i soldi a disposizione, sono costretti a fare delle scelte. E il taglio dei consumi è inevitabile.

Consumi in calo

Riuscire a trovare l’offerta giusta e più conveniente è ormai diventata la sfida più grande per gli italiani che, prima di andare a fare la spesa, spulciano nei minimi dettagli i prezzi per cercare di fare acquisti oculati e non troppo dispendiosi. Trovare i supermercati più convenienti ed economici dove fare la spesa è di certo uno dei modi per cercare di risparmiare, ma chi non può si attrezza come possibile.

Perché se i soldi non ci sono, ecco allora che la risposta deve essere un conseguente calo dei beni acquistati. La risposta degli italiani è quindi il calo dei consumi di determinati prodotti che prima entravano con spensieratezza nei carrelli e che oggi, con i prezzi schizzati alle stelle e l’inflazione che non lascia respirare, restano ben saldi al loro posto sugli scaffali dei supermercati.

È il caso di frutta e verdura, il cui calo negli ultimi due anni è stato del 15,2% e il cui consumo è previsto ancora a scendere in picchiata. Prodotti che sono importanti per la salute e per la dieta, ma che, anche a causa dei sovrapprezzi, sono i primi a lasciare il carrello della spesa.

Un risparmio che colpisce il settore del cibo, ma che rispetto al resto d’Europa non è così eclatante. Dal Rapporto Coop, infatti, emerge che gli italiani tagliano sul cibo, ma non come nel Regno Unito dove il risparmio sui prodotti alimentari è del 33%, mentre in Francia è del 31% e in Germania del 23%. E in Italia “soltanto” del 14%.

Dall’usato agli smartphone

Ma non è una crisi che può essere rintracciata soltanto nell’acquisto di beni alimentari. Sì, perché è un trend negativo per qualsiasi altro segmento, con gli italiani che rinunciano a qualcosa pur di poter vivere dignitosamente. Ecco quindi che la rinuncia al pranzo o alla cena al ristorante cala del 51% e si viaggia meno.

Risparmio anche per l’acquisto di auto e smartphone. Per le vetture, per le quali è previsto anche un possibile aumento degli incentivi, gli italiani hanno riscoperto la “magia” dell’usato, con oltre 33 milioni di persone che l’anno scorso hanno venduto o acquistato beni usati.

E gli smartphone, da sempre considerati come i dispositivi irrinunciabili, sono calati nelle vendite. Nell’ultimo anno, infatti, il mercato dei cellulari è calato del 10%, con 1,3 milioni di smartphone in meno venduti rispetto al 2022. Insomma, una crisi che non fa sconti a nessuno.