Più controlli su colf e badanti: arriva la stretta del Governo

Colf e badanti sono tra le lavoratrici maggiormente irregolari in Italia, col lavoro in nero che aumenta di anno in anno: ecco il piano del governo per stanarle

Foto di Luca Bucceri

Luca Bucceri

Giornalista economico-sportivo

Giornalista pubblicista esperto di sport e politica, scrive di cronaca, economia ed attualità. Collabora con diverse testate giornalistiche e redazioni editoriali.

Stretta del Governo all’evasione fiscale, nessuno è escluso dai controlli che l’esecutivo vuole mettere in atto per cercare di presentare il conto ai grandi evasori che ogni anno non presentano la dichiarazione dei redditi e che, conseguentemente, non pagano l’Irpef. Neanche colf e badanti sono salve, anzi, con la legge di Bilancio che prevede la piena interoperabilità delle banche dati di Inps e Agenzia delle Entrate al fine di incrociare i dati su assunzioni e versamenti dei contributi per scovare chi paga le tasse e chi no.

Stretta su colf e badanti

Quello delle colf e delle badanti, infatti, è uno degli impieghi maggiormente svolto in nero, con la platea dei lavoratori non messi in regola che supera il 50%. Un danno per le casse dello Stato non di poco conto, con lavoratori “fantasma” che non solo incassano in maniera illegale i loro compensi, ma che non sono messi in regola come dovrebbero e che non pagano di conseguenza le tasse.

Evasori fiscali, dunque, a tutti gli effetti. E il Governo mira a stanarli, questi e tanti altri, con l’obiettivo di ricevere da parte loro quanto dovuto. Lo vuole fare attraverso la legge di Bilancio che consente di incrociare i dati tra assunzioni e versamenti contributivi e conseguentemente controllare chi dei lavoratori assunti regolarmente presenta la dichiarazione dei redditi e paga l’Irpef.

Un controllo che potrebbe scoperchiare il vaso di Pandora e portare alla luce una platea di lavoratori nascosti allo Stato e che, invece, avrebbero il compito e dovere di “denunciarsi” al Fisco e pagare le tasse che spettano.

Le polemiche delle associazioni

Una situazione che il Governo vuole prendere in mano quanto prima, ma che si scontra con le associazioni che pur non contestando l’obiettivo corretto di combattere l’evasione fiscale, puntano il dito contro l’esecutivo.

La scelta di mettere alle strette i lavoratori, infatti, per l’associazione dei datori di lavoro Assindatcolf  potrebbe infatti portare molti lavoratori domestici verso il lavoro nero, piuttosto che favorire il ravvedimento spontaneo degli evasori fiscali. In assenza di versamenti contributivi, infatti, i dipendenti saranno sconosciuti all’Inps e quindi non individuabili neanche dal Fisco, allargando così la platea già enorme del lavoro nero nel settore domestico.

“Si vanno a colpire i lavoratori regolari sconosciuti all’Agenzia delle Entrate, non grandi evasori” ha denunciato il presidente di Assindatcolf Andrea Zini, ricordando come ci sono già “circa 80mila domestici regolari che tra il 2021 ed il 2022 sono scomparsi dagli archivi dell’Inps a fronte, però, di una domanda che, soprattutto per la non autosufficienza, continua a crescere”.

Zini, spiegando il suo punto di vista su come far emergere il lavoro in nero del settore, sottolinea l’importanza di avere “incentivi per la regolare assunzione e bonus immediatamente disponibili per chi non può sostenere l’indispensabile spesa per badanti o baby sitter, e agevolazioni fiscali”. Non soltanto per le famiglie, spiega il presidente Assindatcolf, ma anche e soprattutto per gli stessi lavoratori domestici, che sono invece esclusi da qualunque tipo di agevolazione fiscale prevista dalla legge di Bilancio.

Una situazione che tra l’altro non migliora neanche nella bozza della nuova manovra, dove dagli sgravi per le mamme sono escluse tutte le lavoratrici con rapporti di lavoro domestico.