Scoperta una miniera di oro bianco che fa tremare i mercati

Quello scoperto negli Stati Uniti è probabilmente il più grande giacimento di litio al mondo, e potrebbe cambiare gli equilibri economici e geopolitici

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Mirko Ledda

Editor e fact checker

Scrive sul web da 15 anni, come ghost writer e debunker di fake news. Si occupa di pop economy, tecnologia e mondo digitale, alimentazione e salute.

Al confine tra il Nevada e l’Oregon potrebbe essere stato rinvenuto uno dei più grandi depositi di litio al mondo. Non si tratta solo di una sorprendente scoperta geologica e scientifica. Se opportunamente sfruttata, questa risorsa potrebbe dare un’importante accelerazione alla corsa alla produzione di batterie elettriche e alle energie pulite per gli Stati Uniti, che potrebbero così sorpassare definitivamente la Cina in questo campo.

La nuova Guerra Fredda si gioca infatti tra lo spazio e l’avanzamento scientifico, e per le ovvie ripercussioni che il progresso avrà sull’economia mondiale e il controllo dei mercati. Il litio, le terre rare, il cobalto e il silicio, tra tutti, sono gli elementi che più condizionano gli assetti geopolitici dell’epoca contemporanea proprio perché indispensabili alla costruzione di batterie di nuova generazione e di semiconduttori.

La scoperta del giacimento di litio negli Stati Uniti

La Lithium Americas Corporation, la GNS Science e la Oregon State University hanno reso nota la scoperta del nuovo giacimento statunitense in uno studio pubblicato il 31 agosto. Il deposito si trova nella caldera McDermitt, è lungo oltre 45 km e largo quasi 35,5 km.

Potrebbe contenere tra le 20 e le 40 milioni di  tonnellate di materia prima. Numeri che fanno impallidire le riserve di Cile e Australia, i primi Paese estrattori e produttori di litio al mondo. Se la partita della trasformazione si gioca infatti contro Pechino, è contro Santiago e Canberra che Washington deve fare i conti per l’importazione del prezioso elemento.

Gli USA diventeranno il primo Paese produttore?

I giacimenti di oro bianco, come viene chiamato dagli economisti, non superano complessivamente la quantità di circa 10 milioni di tonnellate in Cile, mentre quelli dell’Australia sono poco più di 6 milioni. Se i numeri ipotizzati dopo la scoperta tra l’Oregon e il Nevada dovessero essere confermati, gli Stati Uniti potrebbero diventare il primo Paese estrattore di litio.

Questo cambierebbe i delicati equilibri mondiali e le dinamiche di mercato: potrebbero essere rivisti (al ribasso?) i prezzi, a beneficio dei partner strategici degli USA in termini di sicurezza energetica. Anche se certo, ci vorranno molti anni prima di sfruttare davvero la risorsa e far funzionare a pieno regime la colossale filiera.

Cos’è il litio e perché è usato nelle batterie

Il litio è un elemento chimico dei metalli alcalini leggeri, ed è effettivamente uno dei materiali meno pesanti e meno densi, e per questo è utilizzato in svariati campi. L’utilizzo più noto, come già detto, riguarda la produzione di batterie per dispositivi elettronici, come telefoni cellulari e smartphone, computer portatili, tablet, telecamere e videocamere.

Simili tecnologie sono montate anche sulle auto ibride e sulle auto elettriche. Le batterie al litio sono la tecnologia più comune per l’accumulo di energia nei veicoli perché hanno un’alta densità energetica, vale a dire che possono immagazzinare alte quantità di elettricità in poco spazio, sono particolarmente leggere e sostengono numerosi cicli di carica e scarica, arrivando al 100% in breve tempo.

Rispetto ad altre tecnologie che sfruttano altri materiali e leghe, inoltre, il litio è più sostenibile. Può essere infatti riciclato con relativa facilità. Tuttavia la sua estrazione e la sua trasformazione non sono propriamente green, visto l’alto consumo energetico nelle varie fasi. Il costante aumento della domanda, e della produzione con il nuovo giacimento statunitense, potrebbe dunque non essere propriamente una buona notizia per l’ambiente.