Draghi incassa il tetto al prezzo del gas. Cosa cambia

La battaglia di Palazzo Chigi contro il costo del metano inspiegabilmente e artificialmente più alto del suo vero valore di mercato.

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Redazione

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Mario Draghi, reduce da una due giorni a Bruxelles, fa un primo bilancio del vertice in cui l’Europa salva la faccia in zona Cesarini sul sesto pacchetto di sanzioni alla Russia. “È stato un Consiglio europeo un po’ lungo ma siamo abbastanza soddisfatti dai risultati”, dice aprendo la conferenza stampa che accompagna la fine del summit prima del rientro a Roma.

Il tetto al prezzo del gas

L’Italia segna un punto sul price cap al gas, una battaglia portata avanti da Palazzo Chigi in squadra con il ministero della Transizione ecologica guidato da Roberto Cingolani. Gli sherpa domenica scorsa avevano già portato a casa il risultato, il Consiglio europeo lo ha validato, apponendo il disco verde nelle conclusioni finali del vertice. “Siamo stati accontentati”, rivendica il presidente del Consiglio spiegando ai cronisti che “ora la Commissione ha ricevuto il mandato per studiare la fattibilità del tetto e anche altri questioni”.

Cosa cambia

La misura richiesta con insistenza dal governo italiano avrebbe l’obiettivo di calmierare le tariffe dell’energia, dal momento che queste ultime sono influenzate dal prezzo del gas applicato ai fornitori di corrente. La battaglia di Palazzo Chigi si basa sul fatto che il costo del metano è inspiegabilmente e artificialmente più alto del suo effettivo valore di mercato. Di qui la richiesta di limitarlo unilateralmente con un tetto stabilito a livello Ue.

Il riferimento al ‘price cap’ chiesto dall’Italia ha preso forma di un invito da parte dei leader alla Commissione “ad esaminare, anche insieme ai nostri partner internazionali, modalità per contenere l’aumento dei prezzi dell’energia, compresa la fattibilità dell’introduzione di tetti temporanei ai prezzi all’importazione, se del caso”, si legge nel documento.

Gelo su Salvini

Tra una domanda sulla crisi alimentare e un’altra sulla difesa comune, spunta anche quella sul contestato viaggio – mai decollato – del leader della Lega Matteo Salvini a Mosca. Vicenda che in Italia continua a tenere banco, complice anche l’annuncio del Copasir di un’indagine sull’avvocato Antonio Capuano, l’ex forzista nuovo consigliere ombra di Salvini che ha lavorato all’organizzazione del viaggio a Mosca del leader leghista. La risposta del premier è netta, come gli è congeniale, poche battute destinate a segnare un nuovo gelo con l’ex ministro dell’Interno. Puntellando, innanzitutto, il posizionamento dell’Italia nel mondo, ma rimarcando anche che i rapporti, le relazioni, che i vari leader possono intavolare fuori dall’Italia devono essere mantenuti nel segno della trasparenza.

“Il governo, quando si è formato, si è fermamente collocato nell’Unione europea e nel rapporto storico transatlantico – ricorda Draghi – In questo binario si è sempre mosso e continua a muoversi. Io sono stato chiarissimo su questo. Il governo è allineato coi partner del G7 e dell’Ue e intende proseguire su questa strada. Non si fa spostare da queste cose, nella mia audizione al Copasir ho solo raccomandato -non voglio entrare nei rapporti che i membri della maggioranza possono avere- ma che è importante siano trasparenti. Questo è quanto”. Vale a dire questione chiusa, dopo il pasticciaccio dell’annuncio della ‘missione di pace’ tentata da Salvini e di cui Palazzo Chigi era sostanzialmente all’oscuro, appresa via take di agenzia.