La lotta al denaro contante all’interno dell’Unione Europea non ha di certo avuto inizio oggi. I controlli sono sempre più stringenti in ingresso e uscita, con gli addetti alla Dogana incitati a verificare ogni aspetto relativo a somme vicine, pari o superiori a 10mila euro. Ciò non vuol dire, però, che tutto il denaro digitale sia ben visto a Bruxelles. Nel mirino infatti sono finite anche le carte prepagate. Ecco cosa sta accadendo e qual è la direzione intrapresa dall’Italia.
Le norme anti riciclaggio in Italia
Nel nostro Paese si mira ad ampliare la definizione attuale di denaro contante. Al fine di contrastare i trasferimenti illeciti e, dunque, il rischio riciclaggio e finanziamento di attività criminali, nel grande schema saranno coinvolte anche le carte prepagate.
Il tutto è stato all’esame preliminare del Consiglio dei Ministri del 4 settembre. Il governo di Giorgia Meloni procede così a recepire il regolamento comunitario 2018/1672, che volge lo sguardo proprio ai controlli in Dogana a tema valute.
Il mondo criminale, su vari livelli, è in costante aggiornamento e le istituzioni non possono farsi trovare impreparate. È tempo di ridefinire la definizione di denaro contante, ampliando di fatto i terreni che vedono applicate alcune restrizioni necessarie, in entrata e uscita dall’Ue.
Nella definizione rientrano:
- valuta;
- strumenti negoziabili al portatore;
- beni sfruttabili come riserve altamente liquide di valore;
- carte prepagate.
Quando si parla di valute, si fa riferimento alle banconote e monete in circolazione. Più ampio il discorso in merito agli strumenti negoziabili. Ecco la definizione fornita: “strumenti diversi dalla valuta che autorizzano i portatori a esigere il pagamento di una somma di denaro dietro presentazione dello stesso, senza dover provare la propria identità o diritto di disporne”. Si tratta di traveller’s cheque, assegni, ordini di pagamento emessi al portatore e vaglia cambiari (firmati ma in assenza del nome del beneficiario, girati in assenza di restrizioni in direzione di un beneficiario fittizio).
Carte prepagate sotto controllo
Le nuove norme corrispondono a un divieto d’utilizzo delle carte prepagate? Niente affatto. Questo strumento viene però equiparato al denaro contante e, dunque, sottoposto a maggiori controlli in entrata o uscita dai confini dell’Unione europea.
Si parla di carte non nominative, che consentono accesso a somme di denaro, “in operazioni di pagamento, per l’acquisto di beni o servizi o per la restituzione di valuta”, senza una connessione a un conto corrente.
Un semplice turista con nulla da nascondere non ha di fatto nulla da temere. Potrebbero capitargli dei controlli più serrati del solito, in presenza di ampia disponibilità economica su una prepagata o in contanti, ma ogni problematica ulteriore è facilmente evitabile.
Basta infatti dichiarate il denaro oltre soglia, in ingresso o uscita dall’Ue. Tra le novità, una delle più importanti riguarda il trattenimento degli importi non indicati. Il riferimento va al “denaro contante che rientra in una qualsiasi tipologia di spedizione ovvero in un plico postale o equivalente senza una persona fisica che lo porti con sé, nel bagaglio o nel mezzo di trasporto”.
In caso di importi pari o superiori a 10mila euro, mittente o destinatario, così come un rispettivo rappresentante, dovranno presentare una dichiarazione informativa all’agenzia delle Dogane e dei monopoli. Il documento dovrà essere fornito entro un termine massimo di 30 giorni.