La Cina prova a uscire dalla crisi: sussidi senza precedenti al mercato immobiliare

Il governo della Cina ha iniziato un programma di sussidi al mercato immobiliare per riprendersi dalla crisi economica

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Matteo Runchi

Editor esperto di economia e attualità

Redattore esperto di tecnologia e esteri, scrive di attualità, cronaca ed economia

Il governo cinese sta per mettere in atto un piano di acquisti di beni immobiliari per riattivare il mercato delle abitazioni nel Paese. Si tratta di un tentativo di far ripartire uno dei settori più cruciali dell’economia cinese, inceppatosi dopo i lunghi lockdown imposti per limitare la diffusione del Covid-19 alla luce di una campagna vaccinale con una copertura minore di quella occidentale.

L’economia cinese ha dato segni contrastanti di ripresa, con un aumento della produzione industriale ma allo stesso tempo una crescita lenta della domanda interna, ancora spaventata dalle recenti difficoltà.

Il piano della Cina per il suo mercato immobiliare

La Banca Popolare cinese, che svolge funzioni di banca centrale, ha annunciato un piano da 300 miliardi di renminbi, pari a quasi 40 miliardi di euro, per aiutare il mercato immobiliare del Paese a riprendersi dalla recente crisi. Il collasso di Evergrande è infatti stato il segnale dell’esplosione, anche se parziale, di una bolla che ha portato a una crisi interna.

Per ravvivare il mercato immobiliare il governo vuole che le amministrazioni locali, tramite alcune aziende controllate, inizino un vasto piano di acquisto di case per destinarle all’edilizia popolare. Un modo per dare liquidità in maniera indiretta ai costruttori, che stanno subendo le conseguenze del crollo della domanda interna. L’economia interna cinese basa parte del suo successo proprio sul mercato immobiliare che però prima della pandemia aveva alcune caratteristiche di una bolla speculativa. Le aziende dovevano continuare a intraprendere progetti sempre più ambiziosi e venderli prima che fossero conclusi per ripagare i debiti contratti con le banche al fine di avviare attività in precedenza.

Il lockdown prolungato dovuto alla strategia cinese di impedire il contagio da Coronavirus invece di contrastarlo tramite le vaccinazioni ha interrotto questa catena di prestiti e progetti, portando al fallimento di diverse realtà tra cui una delle più importanti in assoluto, Evergrande.

Le difficoltà dell’economia cinese

Dopo tre anni di lockdown e rallentamenti forzati dell’economia, ci si aspettava che la Cina riuscisse a riprendere la sua traiettoria di crescita precedente. Al contrario però, il miracolo cinese sembra essersi inceppato. Soltanto all’inizio di quest’anno il Pil sembra tornato ai livelli di crescita pre pandemia, ma alcuni indicatori continuano a mostrare un’economia debole.

A preoccupare sono soprattutto i dati della domanda interna, costantemente sotto le aspettati ve degli osservatori. Il Paese sta compensando parzialmente queste mancanze tramite l’esportazione, ma anche in questo ambito sta incontrando alcune difficoltà. La guerra commerciale con gli Stati Unti ha reso meno accessibile uno dei principali mercati di sbocco per i prodotti cinesi e ha bloccato l’importazione di tecnologie importante per lo sviluppo di dispositivi che possano essere competitivi con quelli americani.

Nonostante alcune metriche confortanti, come quella della produzione industriale aumentata nel primo trimestre del 2024 di più del 6%, ancora troppi dati non risultano sufficientemente soddisfacenti. Gli investimenti hanno interrotto la loro crescita, gli acquisti al dettaglio calano da quattro trimestri consecutivi e quelli delle case di nuova costruzione sono innovativo dalla metà del 2022. La Cina non sembra essere ancora riuscita a lasciarsi alle spalle il Covid-19.