Il presidente dell’Associazione bancaria italiana (Abi) Antonio Patuelli ha commentato il contributo che il Governo ha chiesto a banche e assicurazioni per la Manovra. Patuelli ha ricordato che gli istituti di credito si muovono già con molte iniziative sociali, specialmente in caso di emergenze.
Ha inoltre sottolineato che la tassazione sui ricavi lordi delle banche è già molto alta, più del 50%. Ha poi sottolineato che lo spread basso non ha particolari effetti sulle banche e ha evidenziato il ruolo del deterioramento dei titoli tedeschi nell’abbassare la metrica.
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Patuelli sulla Manovra
Il presidente dell’Abi ha parlato a Tuttosoldi, evento organizzato dal quotidiano La Stampa, e ha risposto indirettamente alle affermazioni del ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini, che ha spesso indicato le banche come fonte da cui attingere per aumentare la disponibilità economica di Governo per la Manovra finanziaria. Patuelli ha dichiarato:
Non partecipo alla campagna elettorale né alle polemiche politiche sulla Manovra finanziaria. Siamo in una situazione di mercato. Le banche si muovono spesso anche di fronte a emergenze, per esempio quelle climatiche, terremoti, alluvioni, che purtroppo sono continue in Italia e in tutti questi casi pongono in essere iniziative di carattere sociale e gravando esclusivamente sui propri conti economici. E poi abbiamo un domani che non dà certezze.
Patuelli ha poi sottolineato come tutte le crisi bancarie, eccetto quella di Monte dei Paschi di Siena, siano state affrontate con risorse messe a disposizione dalle banche stesse.
Le tasse alle banche “Oltre il 50%”
Entrando nel dettaglio, il presidente dell’Abi ha poi invitato a guardare non ai ricavi lordi (quindi al denaro che entra nelle casse delle banche prima di sottrarvi qualsiasi tipo di spesa o tassa) ma agli utili netti (quello che rimane dei ricavi dopo spese e tasse), dichiarando
Non bisogna confondere i ricavi lordi con gli utili netti. Le banche pagano già l’Ires al 24%, l’Irap con un’addizionale dello 0,75% e ulteriori tasse sui dividendi che portano la tassazione complessiva sui redditi lordi oltre il 50%.
Patuelli ha però poi rassicurato sul fatto che le banche non scaricheranno sui clienti il costo del contributo chiesto loro dal Governo: “Esiste un forte controllo e una concorrenza significativa tra istituti, che impedisce simili comportamenti” ha dichiarato, sottolineando che qualsiasi aumento dei costi sui conti correnti o sulle carte di credito esporrebbe un istituto, che rischierebbe di perdere clienti in favore delle banche che non lo applicherebbero.

I tassi di interesse e lo spread
Patuelli ha poi concluso il suo intervento sottolineando che i recenti ricavi delle banche arrivano dopo quasi dieci anni di tassi di interesse a zero, che comportavano quindi difficoltà per gli istituti di credito a fare utile. Ha poi sottolineato che lo spread non è un “regalo alle banche”:
Le banche lavorano sui tassi in valore assoluto. La riduzione dello spread italiano è legata alla gestione della spesa pubblica post-pandemia e al deterioramento dei conti tedeschi.
Ha poi aggiunto che i Btp italiani rendono oggi il 3,41%, mentre i Bund tedeschi il 2,62%. Parte della riduzione dello spread, quindi è derivata anche dalle difficoltà dell’economia tedesca e dalla conseguente deteriorazione del debito del Paese. Lo spread, infatti, calcola la differenza tra i rendimenti di due Paesi. Può abbassarsi se gli interessi sul debito dello Stato con i rendimenti maggiori scendono, ma anche se, al contrario, gli interessi di quello con i rendimenti minori salgono.