Cancellato l’aumento Istat sulle concessioni dei porti commerciali e turistici

Il Tar del Lazio ha cancellato l’incremento del +25,15% sulle concessioni dei porti commerciali e turistici

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Andrea Celesti

Giornalista economico-sportivo

Giornalista esperto di economia e sport. Laureato in Media, comunicazione digitale e giornalismo, scrive per diverse testate online e cartacee

Pubblicato: 7 Gennaio 2025 12:38

Gli operatori portuali vincono la battaglia con il Tar del Lazio, che ha annullato il decreto ministeriale che disponeva l’incremento del +25,15% dei canoni dei porti commerciali e turistici, che ora dovranno essere rideterminati. In conseguenza di ciò, le somme che risulteranno versate dovranno andare a scomputo dei canoni a venire.

Nessun incremento sulle concessioni dei porti commerciali e turistici

Con la sentenza n. 13/2025, il Tar del Lazio ha accolto il ricorso di diverse associazioni di categoria, tra cui Assiterminal, Associazione italiana Port & Terminal Operators, insieme ad Assomarinas e Associazione italiana dei porti turistici. È stato annullato il decreto ministeriale che disponeva l’incremento dei canoni demaniali marittimi del 25,15% sulle concessioni demaniali dei porti commerciali, ma anche quelle delle marine turistiche.

Annullato dunque il decreto del Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti del 10 dicembre 2022. Si tratta del provvedimento di aumento Istat dei canoni demaniali marittimi 2023, nonché gli attuali criteri di aggiornamento dei canoni stessi. Il decreto, infatti, si basava su un indice non previsto dalla normativa vigente.

Il collegio giudicante, formato da Anna Maria Verlengia (presidente), Annalisa Tricarico e Pierluigi Tonnara, ha ritenuto che l’amministrazione avesse erroneamente sostituito l’indice di variazione previsto dal legislatore con un altro. Una sostituzione che è stata giudicata in contrasto con il principio di legalità. Il Tar, in particolare, ha ritenuto che la sostituzione “finisce in realtà – nel momento in cui è impiegata anche per l’aggiornamento dei canoni demaniali e non per finalità eminentemente statistiche – per violare la scelta del legislatore, per niente neutrale, ma espressione di valutazioni propriamente politiche; scelta che soltanto tale organo può in ipotesi modificare”.

Così facendo, il ministero ha utilizzato un metodo di calcolo diverso da quello stabilito dalla legge (art. 04, co. 1, del d.l. n. 400/1993), in violazione del principio di legalità, invece di basarsi sulla media degli indici Istat relativi ai prezzi al consumo per le famiglie di operai e impiegati e ai valori per il mercato all’ingrosso.

Le conseguenze dell’annullamento

L’annullamento del Tar dovrebbe portare a un nuovo modo di calcolare gli aumenti dei canoni, con percentuali più basse di quelle attuali, da applicare ai costi minimi stabiliti nei contratti di concessione e nei regolamenti portuali.

Come chiarisce Assomarinas, i canoni dovranno essere rideterminati, con le somme versate che dovranno andare a scomputo dei canoni a venire. “Sono estremamente soddisfatto del risultato raggiunto, frutto di un lavoro tenace e costante che ci ha portato a proseguire con convinzione il contenzioso in sede di giustizia amministrativa e a veder accolte le nostre richieste”, ha dichiarato il presidente dell’associazione, Roberto Perocchio.

Soddisfazione anche dal presidente di Assonat, Luciano Serra: “Questa decisione rappresenta un importante riconoscimento delle istanze portate avanti da Assonat a tutela dei concessionari e ribadisce l’importanza del dialogo della pubblica amministrazione con l’utenza”.

Ma quali saranno le prossime mosse del Ministero dei Trasporti e delle Autorità di Sistema Portuale in merito all’applicazione dei nuovi criteri di variazione dei canoni?  Secondo le recenti disposizioni, per i canoni concessori del 2023 si prevede un impatto inferiore rispetto a quanto precedentemente stimato, con un incremento percentuale dei canoni minimi compreso tra il 4% e l’8%.