Non solo Ariston, Putin vuole nazionalizzare altre 21 aziende

A nulla è valso il tavolo di confronto organizzato dalla Farnesina con l'ambasciatore russo Alexey Paramonov, che ha accusato l'Italia di aver peggiorato le relazioni economiche

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Francesca Secci

Giornalista

Giornalista pubblicista con esperienza in redazioni rilevanti, è specializzata in economia, finanza e geopolitica.

Pubblicato: 30 Aprile 2024 07:46Aggiornato: 30 Aprile 2024 09:55

La questione della nazionalizzazione di Ariston Thermo Rus Llc da parte del governo russo continua a generare tensioni internazionali tra Italia e Russia. Ieri, lunedì 29 aprile 2024, l’ambasciatore russo a Roma, Alexey Paramonov, è stato convocato alla Farnesina per discutere il passaggio della quota di capitale della suddetta azienda a JSC Gazprom Household Systems, una filiale di Gazprom.

Nel mirino di Vladimir Putin ci sarebbero, secondo diverse fonti tra cui il Corriere, almeno 21 aziende, tra cui la controllata di Danone, sotto esproprio, finita nelle mani di un fedelissimo di Ramzan Kadyrov, il politico e militare ceceno, oggi in gravissime condizioni di salute, tanto che il figlio 16enne Adam è stato proprio in questi giorni nominato supervisore delle forze speciali di Putin.

Altri casi riguardano la società finlandese Fortum e la sua controllata tedesca, con ricavi in Russia per 2 miliardi di euro nel 2021, letteralmente regalate a Rosneft, colosso russo specializzato nell’estrazione, produzione e vendita di petrolio.

L’ambasciatore russo: L’Italia partecipa a “sterili e pericolose avventure anti-russe”

Durante l’incontro con Riccardo Guariglia, segretario generale della Farnesina, Paramonov ha dichiarato che tale mossa è una reazione alle “azioni ostili” adottate dagli Stati Uniti e da altri paesi che hanno imposto sanzioni contro la Russia in seguito al conflitto in Ucraina. L’ambasciatore ha ribadito che il governo russo non ha intenzione di fermarsi qui, segnalando che analoghe misure sono state già intraprese contro oltre 21 aziende straniere, inclusa una tedesca.

Paramonov ha sottolineato che la decisione di nazionalizzare temporaneamente Ariston non è stata influenzata dalla nazionalità dell’azienda, nonostante il suo forte radicamento italiano e la sede legale in Olanda. Ha inoltre evidenziato l’importanza delle relazioni economiche tra Italia e Russia, lamentando che il deterioramento di tali relazioni sia frutto delle scelte politiche italiane piuttosto che di necessità economiche.

L’ambasciatore ha criticato quindi apertamente il governo italiano, attribuendo a quest’ultimo la piena responsabilità del deterioramento dei rapporti bilaterali, accusandolo di compromettere gli interessi nazionali italiani a favore di politiche anti-russe. La nota dell’ambasciata ha chiarito che non ci saranno passi indietro sulla decisione presa e ha descritto le misure come reazioni necessarie.

Le richieste dell’Italia

Il governo italiano ha sollecitato spiegazioni dall’ambasciatore russo Alexey Paramonov riguardo le ragioni del trasferimento della proprietà di Ariston, criticando la mancanza di una giustificazione legale.

La Farnesina ha sottolineato l’importanza storica di Ariston per l’Italia e ha evidenziato l’assenza di legami dell’azienda con la crisi internazionale in corso. Il segretario generale Riccardo Guariglia ha pertanto chiesto a Mosca di ripensare a questa decisione, descritta dalla Russia stessa come temporanea.

Recentemente anche l’Unione Europea ha espresso netto dissenso verso il provvedimento di nazionalizzazione.

Tajani ha convocato un tavolo di confronto

Nel frattempo, il governo italiano sta cercando il supporto dell’Unione Europea per proteggere le imprese colpite da tali misure. Il ministro degli Esteri Antonio Tajani ha anche annunciato la convocazione di un “tavolo Russia” per il 2 maggio, finalizzato a monitorare la situazione e discutere le azioni future con Confindustria e altri rappresentanti del tessuto imprenditoriale e industriale italiano.

Tajani, inoltre, mantenendo un dialogo costante con Ariston, ha dichiarato di voler esaminare con i partner del G7 e dell’UE le implicazioni di questa mossa russa e di considerare una risposta adeguata.

Il governo italiano collabora con l’Ue per proteggere le imprese

In una recente conference call coordinata dal Ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, sono stati discussi gli sviluppi riguardanti la situazione di Ariston Group a seguito delle misure adottate dalla Russia. Alla riunione hanno partecipato Paolo Merloni, presidente di Ariston Group, e l’amministratore delegato Maurizio Brusadelli, con la presenza anche di Francesco Acquaroli, presidente della Regione Marche.

Il Ministro Urso ha approfittato dell’occasione per aggiornare i dirigenti Ariston sulle iniziative che il governo italiano, in collaborazione con la Commissione Europea, sta promuovendo per sviluppare nuovi strumenti all’interno del quadro sanzionatorio europeo. Questi strumenti sono intesi a proteggere le imprese italiane ed europee da future ritorsioni simili a quelle esercitate dalla Federazione Russa e a prevenire la ripetizione di tali eventi, come confermato dalla nota finale dell’incontro.