Nel mese di marzo, le vendite al dettaglio non hanno mostrato variazioni significative rispetto al mese precedente, pari a -0,1%. L’unica variazione è un lieve aumento nelle vendite dei beni alimentari (+0,2% in valore e +0,1% in volume), mentre quelli non alimentari hanno subito una modesta diminuzione (-0,3% in valore e in volume). Rispetto allo stesso mese dello scorso anno c’è un aumento del 2% in valore e dello 0,3% in volume.
Questi dati sono stati evidenziati dall’Istat, il quale ha notato una crescita sia in valore che in volume su base tendenziale, principalmente dovuta alle vendite di beni alimentari. Secondo l’Istituto, questo aumento è stato influenzato principalmente dalla differente collocazione della Pasqua rispetto all’anno precedente: nel 2024, infatti, è caduta a marzo, mentre nel 2023 si era tenuta ad aprile.
I dati: crescono i prodotti di cura per il corpo, crolla la ferramenta
Su base annua, si osserva che le vendite di alimentari sono cresciute del 6,4% in valore e del 3,6% in volume, mentre quelle dei non alimentari hanno registrato una diminuzione sia in valore (-1,5%) sia in volume (-2%). Nel confronto tra trimestri, per quanto riguarda i beni alimentari, non c’è stata alcuna variazione in valore e si è registrata una diminuzione in volume (-0,6%), mentre per i beni non alimentari si è osservata una diminuzione sia in valore che in volume (rispettivamente -0,1% e -0,2%).
Per quanto riguarda i beni non alimentari, si osservano variazioni tendenziali eterogenee tra i diversi gruppi di prodotti. L’aumento maggiore riguarda i Prodotti di profumeria e cura della persona (+4,3%), passando poi per i generi casalinghi al 2,1% e giornali e cartoleria al 1,5%. Il calo più consistente nell’Utensileria per la casa e la ferramenta (-7,5%).
Riguardo alle forme distributive, si è osservato un aumento solo nella grande distribuzione (+6,1%), trainata principalmente dalle vendite degli esercizi non specializzati in beni alimentari (+7,2%). Gli ipermercati hanno visto un balzo del +8,2% su base annua e del +4,8% su base trimestrale, mentre i supermercati sono saliti a +7,7% e +4,8%.
Si registra invece una diminuzione per le imprese operanti su piccole superfici (-1,5%), le vendite al di fuori dei negozi (-2,6%) e il commercio elettronico (-2,4%).
“A marzo 2024, rispetto al mese precedente, le vendite al dettaglio complessive non registrano variazioni di rilievo. Le vendite dei beni alimentari sono in lieve aumento mentre quelle dei beni non alimentari subiscono una leggera flessione – commenta l’Istat. – A livello tendenziale, invece, si registra una crescita sia in valore sia in volume, determinata dalle vendite dei beni alimentari, che risentono in misura significativa della differente collocazione della Pasqua, la quale quest’anno è caduta nel mese di marzo mentre nel 2023 si collocava ad aprile. Tra le forme distributive è in crescita solo la grande distribuzione, trainata dalle vendite degli esercizi non specializzati a prevalenza alimentare”.
Unc: “Paese fermo, le famiglie hanno finito i soldi”
“Il Paese è fermo! Dopo il calo congiunturale di gennaio e il flebile rialzo di febbraio, a marzo le vendite sono stazionarie. Insomma, restano al palo e non variano. Il motivo, ovviamente, è che le famiglie, complice l’inflazione di questi anni, hanno finito i soldi e comperano solo lo stretto necessario, come dimostra l’impercettibile rialzo delle vendite alimentari in volume, +0,1% e il lieve calo delle altre, -0,3%” afferma Massimiliano Dona, presidente dell’Unione Nazionale Consumatori.
“Quanto ai dati tendenziali, il boom delle vendite alimentari, +3,6% in volume, è dovuto solo all’effetto Pasqua, caduta quest’anno nel mese di marzo. Insomma, è solo un’illusione ottica dovuta al calendario” conclude Dona.