Il clima italiano si prepara a vivere una fase decisamente insolita, caratterizzata da un’anomala ondata di caldo fuori dalla consueta stagione, subito a seguito di un’allerta maltempo. Nei prossimi giorni, ci attendono periodi di freddo intenso accompagnati da precipitazioni abbondanti, seguiti poi dall’arrivo di temperature più elevate portate dall’anticiclone.
Allerta maltempo, quando e dove
Già dalla giornata di ieri, il Centro e il Sud Italia stanno affrontando un’onda di maltempo che porterà una significativa diminuzione delle temperature al di sotto delle medie stagionali, causando la comparsa di neve anche nelle zone collinari. Nel dettaglio, nel Nord si prevede un cielo nuvoloso con la possibilità di nebbie nella Valle Padana, mentre le zone alpine e del Centro Italia godranno di cielo sereno.
Un’eccezione è rappresentata dalla costa adriatica, dove si anticipano nubi sparse e la previsione di piogge e nevicate sull’Appennino. Nel Centro e Sud Italia, le condizioni meteorologiche sono particolarmente instabili, con precipitazioni diffuse, soprattutto in Sicilia e Calabria, dove potrebbero assumere carattere temporalesco.
Si prevede anche una discesa delle temperature, con l’aria sempre più fredda che dovrebbe presto portare la neve nelle zone collinari delle Marche, Abruzzo e Molise. A causa delle precipitazioni attese e dell’instabilità meteorologica, il Dipartimento della protezione civile ha emesso un’allerta gialla per il rischio idrogeologico e idraulico in Sicilia, Calabria, Molise e Abruzzo. Questa allerta è valida per la giornata odierna, venerdì 15 dicembre, ma date le condizioni previste per il fine settimana, potrebbe essere facilmente prorogata.
Caldo anomalo in arrivo
Il prossimo fine settimana si prevede un notevole raffreddamento su gran parte della penisola, con forti piogge e nevicate in alcune zone. Tuttavia, una sorpresa inaspettata sarà rappresentata dall’aumento delle temperature che inizierà domenica 17 dicembre.
Grazie all’arrivo di un anticiclone, la settimana successiva (soprattutto lunedì e martedì) si assisterà a un notevole aumento delle temperature, fino a 10 gradi al di sopra della media stagionale. In città come Firenze, Roma e Napoli, si raggiungeranno addirittura i 14/15 gradi. Gli effetti si faranno sentire anche sull’arco alpino, dove si registreranno condizioni tipicamente primaverili anche oltre i 1.000/1.500 metri di quota.
Oltre al caldo eccezionale per questo periodo, che dovrebbe essere il più freddo dell’intero anno, l’anticiclone causerà anche pesanti inversioni termiche notturne nella Valle Padana e nei fondivalle alpini. Di conseguenza, si verificherà un repentino calo delle temperature durante la notte, con valori che potrebbero scendere perfino sotto lo zero, accompagnato dalla formazione di ghiaccio e banchi di nebbia.
Le temperature insolitamente miti dovrebbero persistere almeno fino al 21 dicembre, grazie alla presenza costante dell’anticiclone sul Mediterraneo. Tuttavia, il rischio di festeggiare un Natale quasi tiepido potrebbe essere smentito pochi giorni prima della Vigilia, con l’arrivo previsto di una perturbazione di aria gelida. Attualmente, si prevede non solo un aumento delle temperature, ma anche la possibilità di nevicate a quote basse proprio durante il periodo natalizio.
Cosa c’entra il cambiamento climatico
Le marcate differenze di temperatura, causate dal persistere di anticicloni intensi e prolungati, sono attribuite al passaggio dell’anticiclone. Tuttavia, quanto osservato non segue la normale durata e intensità di tali fenomeni. Gli scienziati hanno riconosciuto che il riscaldamento climatico, causato dalle crescenti emissioni di anidride carbonica, è responsabile di questi anticicloni eccezionalmente intensi e duraturi.
La regione del Mediterraneo è particolarmente colpita da questi cambiamenti climatici, causati dall’inquinamento da gas serra, riflettendo tali alterazioni con notevole intensità. In particolare, mentre la temperatura globale media si è alzata di circa 1,1 gradi rispetto al periodo preindustriale (trattandosi di una media globale), il Mediterraneo ha registrato un aumento del doppio di questo valore.